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Massimo Bello (FdI) su presunti tagli agli enti locali: “Mera speculazione politica del PD”

"Affermazione intellettualmente disonesta, prima di accusare, la sinistra legga bene storia amministrativa e contabile dei Comuni"

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Massimo Bello

“Attribuire le responsabilità per le difficili condizioni in cui sono chiamati ad operare i comuni italiani alle scelte operate dal governo Meloni, è una affermazione intellettualmente disonesta e, da un punto di vista strettamente tecnico, lontano dalla realtà dei fatti.”

Lo ha affermato, in una nota alla stampa, Massimo Bello, dirigente provinciale e regionale di Fratelli d’Italia, a proposito di alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da qualche esponente del PD e della sinistra su presunti tagli agli enti locali da parte del governo nazionale, che inciderebbero anche sui Comuni marchigiani.

Massimo Bello, che è anche presidente del Consiglio comunale di Senigallia e membro del Consiglio Nazionale ANCI (Associazione nazionale dei Comuni italiani), ha sottolineato come “sia stata la stessa ANCI, nel corso dell’audizione nelle commissioni congiunte bilancio di Camera e Senato sul ‘Ddl Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025- 2027’, dello scorso 5 novembre, a confermare come i Comuni scontino, da almeno un decennio, tagli costanti alla loro capacita di spesa che, va sottolineato, incide attualmente sulla spesa dell’intera P.A. per una percentuale di appena 6,5 punti, a fronte di un aumento di costi e competenze, queste ultime frutto anche dei tentativi (tutti falliti), di riordino delle province, dapprima avviato dal governo Monti (D.L. 201/2011 e D.L. 95/2012), perpetrato dal governo Letta (Ddl Delrio) e in modo infausto completato dal governo Renzi (L. 56/2014).

“Iniziative queste – ha aggiunto Massimo Bello nella sua nota – che, lasciando in sospeso il processo delle riforme e demandando alle Regioni il compito di ripartire e assegnare di nuovo alcune delle competenze dapprima delle province, hanno visto i Comuni subire passivamente l’attribuzione di nuovi compiti, a fronte di un mancato trasferimento di risorse sia umane che finanziarie, con tutte le prevedibili conseguenze che ancora oggi scontiamo.”

“Ad un quadro già di suo particolarmente desolante – ha proseguito Bello, che è stato anche sindaco di Ostra Vetere dal 2004 al 2013 – va sommato l’impatto devastante generato dal blocco delle assunzioni nell’arco temporale 2007-2022 che, per le modalità ed i termini con cui è stato attuato dai vari governi, ha depauperato il capitale umano, vera forza trainante degli enti locali. Nell’arco di 15 anni (2007- 2022), i dipendenti dei comuni sono arrivati alla soglia minima di circa 350.000 unità, perdendo oltre 120.000 figure.”

“Prima ancora, dunque, di attribuire al governo Meloni – ha chiosato l’esponente FDI – la colpa per il quadro in cui gli amministratori degli enti locali sono chiamati a cimentarsi, forse è opportuno che gli esponenti del PD facciano mea culpa per non aver dato seguito alle tante denunce fatte negli anni a difesa dei nostri municipi, vittime di tagli indiscriminati.”

“A questo punto – continua Massimo Bello, che conosce bene la macchina amministrativa e il sistema degli enti locali –occorre stabilire un minimo di verità, affrontando con serietà e serenità la complessa partita del rapporto tra lo Stato e gli enti di governo del territorio, invece di fare dello scontro con il governo centrale una mera battaglia ideologica.”

Non si comprende perché questa difesa incondizionata delle comunità locali, non li abbia visti in prima linea negli anni in cui i governi sostenuti e guidati dal PD operavano tagli feroci sulla capacità di spesa degli enti locali, come ad esempio nel quinquennio 2012-2017, quando alle casse dei comuni sono stati sottratti ben sei miliardi di euro. Non si comprende perché, quando il presidente di Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, nel discorso di apertura dell’assemblea del 2013 a Firenze, definì la “spending rewiew uno strumento punitivo, quando non addirittura persecutorio verso gli enti locali”, nessuno tra coloro che oggi protestano, è sceso nelle piazze, finanche davanti a Palazzo Chigi. Non si comprende chi o cosa abbia impedito loro di indignarsi di fronte ai dati che, anno dopo anno, la CGIA di Mestre ha pubblicato sulla abnorme entità dei tagli ai comuni, in particolare nel quinquennio 2011-2015, periodo che ha visto susseguirsi i governi Monti-Letta-Renzi. Infine, a mente, nessuna levata di scudi vi è stata quando il governo Conte II ha adottato la norma relativa alla c.d. spending review informatica (art. 1, comma 850, L. 178/2020), che ha disposto, ai fini del contenimento della spesa pubblica, per gli anni 2023-2025, un contributo a carico di comuni e città metropolitane, pari, rispettivamente, a 100 e 50 milioni annui.

“Per far fronte alla politica dei tagli, tenendo nella dovuta considerazione le ripercussioni delle scelte di natura economica compiute dai passati governi, l’esecutivo Meloni ha messo in cantiere diverse iniziative, che hanno come obiettivo unico, quello di dare respiro e margini di operatività agli enti locali”, ha detto il Presidente Bello.

“Va decisamente in questa direzione quello che potremmo definire l’azzeramento degli effetti legati alla prima rata della spending review informatica (196 mln €), che consiste nella possibilità concessa al sistema delle autonomie locali di mantenere nel comparto la quota non spesa del “Fondo Covid” che, va ricordato, andava originariamente restituito. Sempre il governo Meloni, con la manovra 2023, ha previsto diverse misure per dare risposte concrete alle esigenze dei Comuni: prima fra tutte, stanziamento di 400 mln di euro per far fronte ai rincari energetici. A questa iniziativa, sempre per l’anno 2023, va aggiunto il rifinanziamento del fondo IMU-Tasi, per un importo pari ad € 110 mln e l’anticipo di 50 mln di euro per il reintegro dei tagli del D.L. n. 66/2014.”

“In questa ottica, per dare sostegno ai Sindaci e alle loro Amministrazioni che, giorno dopo giorno, devono fare i conti con un disagio sociale crescente, in via sperimentale per il 2022 e poi a regime per gli anni 2023 (1,5 mln di euro) e 2024 (2 mln di euro), è stato introdotto il Reddito alimentare, misura finalizzata a combattere nelle città lo spreco e la povertà alimentare.”

Lungo questa direttrice si muove anche la nuova legge di bilancio. Al riguardo – dice Bello – sostenere che contenga dei tagli alla spesa corrente, sta a significare che ci troviamo di fronte a delle persone intellettualmente disoneste, ovvero non in grado di leggere il provvedimento del ministero dell’economia e delle finanze. Infatti, come già illustrato in diverse sedi, siamo in realtà non di fronte a dei tagli lineari, bensì parliamo di accantonamenti che, a partire dal prossimo anno, comuni e città metropolitane, potranno utilizzare, anche per la copertura dei disavanzi.”
“Altro aspetto di rilevanza primaria, segnale di quanto il governo comprenda il quadro nel quale i sindaci e, in generale gli amministratori locali, sono chiamati a muoversi giornalmente, è l’attenzione posta verso la gestione dei minori stranieri non accompagnati. Questo tema, oltre ad avere un risvolto sociale chiaramente drammatico per quanti giungono soli nel nostro Paese, ha un forte impatto anche sui conti degli enti comunali, che si vedono affidare dai tribunali la gestione di questi minori. In molti casi, infatti, soprattutto per le realtà di medio-piccole dimensioni, ciò ha determinato il quasi “fallimento” per la loro accoglienza nei centri specializzati. La sensibilità del governo ha fatto sì che si giungesse a dare una concreta risposta alla questione, stanziando un fondo specifico per un importo di cento milioni di euro.

“Anche la materia del personale è stata oggetto di disinformazione da parte del PD e delle opposizioni che, con il ricorso allo storytelling, strumento di epoca soprattutto “renziana”, hanno cercato di mistificare le vere politiche assunzionali avviate dal centrodestra. Tra i maggiori risultati, indubbiamente va annoverato il via libera per l’assunzione di 125 segretari comunali e provinciali (a valere sulle cessazioni 2023) e il nuovo concorso per il reclutamento di ulteriori segretari comunali nel 2024. Non meno rilevante per gli asfittici contingenti comunali, poi, la possibilità di stabilizzare il personale in servizio con contratto a tempo determinato e impegnato con le opere legate al PNRR.”

“Per il turnover al 75%, infine, va evidenziato come questa strada non sia stata scelta dal governo Meloni, bensì è il risultato della necessità di rispettare i parametri contenuti nel nuovo patto di stabilità e le imposizioni della UE per rientrare dal deficit. Tale limitazione, con la riduzione di un quarto della spesa per il personale rispetto al ruolo cessato nell’anno precedente, è valida per il solo 2025. Occorre dunque rimarcare che, a partire dalla successiva annualità, poiché i risparmi resteranno nella disponibilità dei rispettivi bilanci, sarà possibile programmare di nuovo la spesa in base alla capacità finanziaria.”

“Un ultimo focus riguarda gli investimenti ed il PNRR. Solerti esponenti di sinistra alla guida di amministrazioni locali si stanno affrettando, in questi giorni, a redigere documenti tipici di ‘azzeccagarbugli’, con i quali gettare ombre sinistre sulle politiche governative. Anche in questo caso, però, la smentita arriva dai numeri. Fino al 2026 le risorse per il PNRR verranno mantenute nella disponibilità dei Comuni. Inoltre, dati RGS, negli ultimi due anni, la spesa degli enti locali per la voce “investimenti”, è raddoppiata.”

“Da una analisi del quadro di partenza e delle misure e risorse introdotte dal governo Meloni – conclude Massimo Bello – è possibile definire, senza timori di smentita, che le azioni avviate da taluni amministratori e gruppi partitici di sinistra e del PD non rappresentano altro che una mera speculazione politica. Indubbiamente, per le iniziative che il governo centrale adotta e che hanno effetti sulla vita amministrativa degli enti locali, i sindaci hanno tutto il diritto/dovere di esprimere opinioni e suggerire modifiche, in virtù del fatto che i Comuni restano gli erogatori dei servizi essenziali, che sono alla base del corretto funzionamento della vita delle comunità. In questa ottica, i vertici delle rappresentanze associative degli enti locali, quali ANCI, hanno da tempo avviato una interlocuzione con l’Esecutivo Meloni, in particolare con il ministro dell’economia e delle finanze, al fine di apportare dei correttivi alla legge di bilancio nella parte d’interesse dei Comuni. Da parte del ministro Giorgetti, ANCI ha trovato piena disponibilità all’ascolto. Lo stesso potrebbero fare anche gli amministratori locali del PD, magari chiedendo sostegno e supporto ai tanti ex colleghi eletti lo scorso giugno all’europarlamento, i quali, come prima azione, potrebbero adoperarsi per sollecitare una rivisitazione del rigido meccanismo imposto dal patto di stabilità.”

Commenti
Ci sono 2 commenti
octagon 2025-02-24 10:37:34
basta dire alla gente che il governo Monti si è insediato per colpa del nano, che per poco diventava pure presidente della repubblica! Dica piuttosto alla bionda di stare più in Italia che gira peggio di un papa, di smetterla con questa propaganda da ventennio!
Mario Rossi 2025-02-25 19:49:35
Ma fatemi capire, è Massimo Bello che intervista se stesso ???
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