Il mercato Fintech in Italia è tra i migliori al mondo?
Il settore Fintech in Italia e nel mondo. I numeri dell'Italia
Stando all’Osservatorio fintech del Politecnico di Milano, al momento sono circa 622 le realtà italiane attive nel settore, in netto aumento rispetto allo scorso triennio. Questo posiziona il paese in una buona posizione in ambito europeo, e testimonia non solo la lungimiranza dei piccoli imprenditori del nostro paese, ma anche quella di enti universitari, istituti di ricerca e organizzazioni che si offrono come partner e collaboratori per questo genere di startup.
A partire dal 2022, infatti, il settore fintech italiano ha avuto uno slancio notevole e tuttora continua a raccogliere utili positivi, contribuendo peraltro a facilitare il processo di digitalizzazione del mercato finanziario nostrano. Vista l’incredibile rapidità con cui si muove lo stivale, dunque, l’Italia si può già considerare uno dei mercati fintech più floridi a livello internazionale?
Il settore Fintech in Italia e nel mondo
Secondo Deloitte, le migliori città al mondo per il settore Fintech sarebbero Londra e Singapore, seguite poi da New York, Silicon Valley e Chicago. L’azienda, infatti, collocherebbe Milano soltanto al trentesimo posto della classifica, dietro a tutti i principali paesi europei, sottolineando però quanto la strada tracciata dall’Italia sia quella giusta.
Queste valutazioni, infatti, non prendono in esame soltanto la capacità di fare impresa, l’innovazione e la competitività finanziaria, ma anche e soprattutto i contesti normativi vigenti in ciascun paese del mondo. E navigare all’interno della cornice legislativa dell’Italia, si sa, risulta essere ancora leggermente ostico per i liberi professionisti.
E questo vale tanto per le realtà fintech di piccola entità, quanto per e-commerce, startup e portali di intrattenimento come il casinò dal vivo di Unibet. Infatti, si deve tenere conto del fatto che queste società devono operare in numerosi contesti normativi frammentati, adeguandosi opportunamente a ciascun mercato nel quale intendono espandersi.
I numeri dell’Italia
Se nel 2021 il mercato fintech italiano poteva vantare finanziamenti per circa 900 milioni di euro, ad oggi gli investimenti totali nel settore hanno raggiunto i 3,4 miliardi, con circa 622 attività e imprese nate sul territorio. Si tratta, certamente, di numeri molto importanti, specialmente se si considera il breve intervallo temporale entro cui questi sono stati raggiunti.
Competere con gli altri paesi europei e mondiali, tuttavia, è un’impresa piuttosto difficile. L’Italia, infatti, non può certamente contare sugli importanti investimenti pubblici che interessano città come New York e Londra, né può vantare la stabilità e l’affidabilità di modelli come quello di Zurigo. La posizione geografica dello stivale, tuttavia, potrebbe essere la sua arma vincente per la conquista di un ranking via via più elevato.
C’è da dire, inoltre, che negli ultimi mesi proprio a Milano è sorto il Milan Fintech District, ossia un ecosistema che permette ad attività e imprese italiane di fare rete e di creare le condizioni ideali per espandersi in ambito internazionale. I promotori di questa iniziativa, tra cui il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, credono infatti che proprio il settore fintech potrebbe essere l’elemento di punta del rinnovamento del paese.
Il mercato fintech migliore al mondo?
Se messo a paragone con il resto del mondo, insomma, lo stivale regge il confronto con estrema difficoltà. Almeno in questa fase, infatti, l’Italia non ha fatto altro che aprire le porte al mondo fintech e, per quanto i risultati raggiunti siano apprezzabili, bisognerà attendere ancora qualche anno prima che il settore possa essere ben consolidato. Certo, le oltre 600 realtà attive sul territorio e la nascita del Fintech District di Milano lasciano ben sperare.
La crescita che il settore della finanza digitale ha conosciuto a partire dal 2021, inoltre, non è certamente da sottovalutare. Basta pensare al successo di app come Satispay e Scalapay. È abbastanza probabile che già alla conclusione del 2024 potremo assistere ad un aumento del ranking mondiale, così come auspicato anche dalla società Deloitte.
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