Dopo nuova tracimazione GSA Senigallia rilancia: “Liberiamo il fosso Sant’Angelo”
"La nostra proposta in una lettera aperta inviata al Comune nel luglio 2023. Attendiamo ancora una risposta..."
Problemi sorti ancora una volta dal fosso Sant’Angelo: il corso d’acqua è infatti tracimato di nuovo nei giorni scorsi, nel tratto terminale di via Rovereto, prima della tombatura alla sua foce. Per fortuna, questa volta, senza provocare grossi danni, ma solo disagi.
E’ evidente che gli interventi finora effettuati sono risultati dei palliativi: da quelli alla foce, sulla spiaggia, alla meticolosa pulizia dell’alveo. I problemi del fosso Sant’Angelo sono strutturali, soprattutto dovuti alla pesante cementificazione e tombatura del suo tratto finale, un vero e proprio tappo.
Nel recente passato eravamo intervenuti con una proposta, sicuramente complessa, ma l’unica che potrebbe riportare alla normalità il corso d’acqua e che ora riproponiamo integralmente.
Di seguito la lettera aperta inviata al Sindaco e ai responsabili dell’Amministrazione Comunale in data 17 luglio 2023. Attendiamo ancora una risposta…
Per Gruppo Società e Ambiente
Il Consiglio Direttivo
Senigallia, 17 luglio ’23
Ill.mo Sindaco Avv. Massimo Olivetti
Egr. Ass. Nicola Regine
Organi di informazione locale
LIBERIAMO IL FOSSO SANT’ANGELO
I problemi di criticità idrogeologica non vengono solo dal Misa, ma anche dai corsi d’acqua minori che dalla collina sfociano direttamente in mare.
Per rendersi conto della loro pericolosità basta leggere la attenta analisi storica fatta dal professor Giuseppe Santoni nella ricerca “Misa Amaro”, pericolosità negli ultimi anni notevolmente aumentata perché quasi tutti tombati.
Oggi ci occupiamo del fosso Sant’Angelo tracimato nel maggio scorso e che già aveva contribuito a creare gravi disagi e danni nella alluvione del 2014. Il fosso è stato coperto nel suo tratto finale nel 2000 e sopra vi è stata costruita addirittura una piazzetta adibita a mercatino estivo, come ben spiegato nella nota comunale del 17 maggio 2023, dove si chiariva anche la funzione delle grate, indispensabili per impedire l’occlusione dei sei tubi in cui era stato convogliato il deflusso delle acque del fosso.
E visto il verificarsi sempre più sovente di eventi estremi e violenti, questa soluzione, improvvida sempre, oggi ci sembra del tutto insostenibile.
Unica soluzione realistica è quello di e ritornare al passato e restituire al corso d’acqua il suo stato, per quanto possibile, naturale. Rinaturalizzando il tratto terminale del fosso Sant’Angelo fino alla spiaggia si creerebbe anche una piacevole oasi di verde.
Inutile alzare gli argini, come qualcuno sostiene, se non si toglie il tappo Teniamo a sottolineare che questa non è una nostra idea originale ed improvvisata, ma una ipotesi già prospettata nel agli inizi degli anni 2000, a seguito della approvazione della Variante di Tutela delle Zone Costiere del 2000, a cui aveva fatto seguito un S.I.O. (Studio di inquadramento operativo della zona costiera) elaborato dagli architetti Bedosti e Sacchetti. Tale studio ipotizzava la naturalizzazione degli sbocchi dei principali fossi sulla spiaggia.
La giunta allora in carica aveva prospettato una prima applicazione della direttiva alla foce del fosso della Giustizia che ad ogni piena causava forte erosione della spiaggia e creando non pochi problemi, poi si sono scelte altre strade per l’urgenza di intervenire, magari provvisorie, poi come succede spesso diventate definitive.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta (e anche sopra…..)
Tornando al fosso Sant’Angelo, sponde e foce andrebbero rafforzate ed abbellite con specie igrofile e al tempo stesso adatte al terreno sabbioso e tolleranti le forti calure estive.
Impresa difficile ma non impossibile, purché si mettano in campo le necessarie competenze tecniche e, ovviamente, risorse.
Gruppo Società e Ambiente
Il Consiglio Direttivo
il fatto è che probabilmente nessuno tra i big comunali abita in zona, quindi la questione non è sentita .
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