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“La pratica del cincischiare”

L'ing. Rognoli sugli interventi sul fiume Misa: "Da due anni molte promesse cantilenanti seguite da immediate smentite"

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Macchine da giardino Mancinelli - Senigallia
Fiume Misa

Dal vocabolario: “cincischiare’’ parole smozzicate; perdere tempo in lavori senza concludere nulla”. Il caldo spezza il respiro, eppure sui problemi strutturali di Senigallia si continua a cincischiare.

L’ultima ennesima intervista di qualche giorno fa dell’ing. Babini a VERA TV. Stavolta il vicecommissario regionale agli eventi meteorologici ha riaffermato che sono “il rispetto di procedure di legge da osservare” a “provocare ritardi “che però stiamo cercando di colmare” nei lavori per proteggere Senigallia dal rischio di alluvioni.

Eppure l’ordinanza del settembre 2022 affida all’ingegnere ampi poteri su programmazione, affidamento lavori e controllo dei cantieri aperti, sul numeroso personale regionale allo scopo distaccato (ing. Macchia). Finora tutti i decreti sono stati emessi dall’ingegnere senza intervento di altro ente. Dunque a chi altro sono da addebitarsi ritardi se non alla struttura commissariale che si affida, sempre e direttamente, al Consorzio di Bonifica (demolizione del ponte Garibaldi, ripristino di quello del Vallone), a chi tutti gli interventi nell’alveo del Misa che (ancora dopo due anni) vengono eseguiti in “somma urgenza” da varie ditte sempre in affidamento diretto e senza gare?

Ancora Babini: “Ora sono poi pronti affidamenti per la progettazione, di 14 interventi importanti come ponti che saranno demoliti e ricostruiti; attendiamo le progettazioni per fine estate.” Appare alquanto improbabile che se ancora debbono essere affidate le progettazioni, avere per fine estate i progetti. Sarebbe interessante sapere quali siano queste 14 araba fenice; se soprattutto ci siano le vasche di espansione a monte di Senigallia, ovvero interventi prioritari e indifferibili per mitigare il picco di piena. Perché quei lavori fatti finora lungo l’alveo del fiume non sono idonei allo scopo, come da tempo spiegano tecnici di lungo indiscutibile curriculum.

Infine l’ingegner Babini, sempre nell’intervista, spiega: “Ci siamo concentrati, in vista della stagione autunnale, di dare officiosità idraulica al fiume in modo che le piene possano essere contenute e meno pericolose, ci aspettiamo velocità e livelli più bassi, e quindi minore erosione”. Si aspettano, dopo due anni di tira e molla di studi, o lo sanno?

Perché aver mutato il fiume in un canale, allargandolo e in parte ridandogli maggiore profondità asportando il materiale, senza però alcun straccio di progetto ma su indicazioni giornaliere del tecnico di volta in volta incaricato, fa sì forse diminuire la velocità di una piena. Il lavoro rischia però di essere vanificato nell’aver nel frattempo asportato indiscriminatamente dal fiume specie vegetali e materiali solidi che già, per loro natura e ubicazione rallentavano la piena. Insomma bisognerà aspettare la prossima piena per sapere se i decantati interventi siano serviti a qualcosa?

Perché proviamo a immaginare una piena come quella di settembre 2022 stimata in 900 mc/sec. che esplose anche perché gli argini murari cittadini non ne possono contenere più di 300 mc/sec.

Ammesso dunque ora che i rifatti argini del fiume non subiscano cedimenti, forse, come ipotizza l’ingegnere, la piena potrebbe arrivare con minore velocità – 2,5/3 mt/sec. invece dei 4 del 2022 – e però comunque arriverà. Dove andranno dunque a finire i 600 mc/sec che non potranno transitare?

Di nuovo chiediamo magari tramite il giornalista di VERA TV: a che punto sono i progetti delle vasche di espansione? E come allora oggi, c’è il problema urgente del tappo-ponte Due Giugno: che ne sarà (martinetti, demolizione, ricostruzione) o resterà una diga?. E che destino avrà il povero ponte Garibaldi, non si sa perché ingiustamente condannato?

Da due anni molte promesse cantilenanti seguite da immediate smentite. Regione certo, ma ovvio anche la Giunta comunale che o con la Regione non ha capacità di contrattare neppure un mattone, o forse è distratta da tutt’altre faccende. A settembre celebreremo due anni dall’ennesima grave ferita.

E’ caldissimo, mentre Sagunto brucia Roma discute. O meglio cincischia.

 

da: Ingegner Mauro Rognoli

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