L’Associazione di Storia Contemporanea propone alla comunità, martedì 20 febbraio 2024, alle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca “Antonelliana” di Senigallia, la presentazione del libro “Lo Spi Cgil della provincia di Ancona”, libro sul sindacato dei pensionati della Cgil scritto dallo storico e socio Carlo Vernelli. Interviene Domenico Sarti, Segretario Generale SPI CGIL Ancona; modera il prof. Marco Severini, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Macerata e presidente dell’Associazione di Storia Contemporanea.

La vicenda storica dello SPI è nata nell’immediato secondo dopoguerra, a Firenze, l’8 settembre 1946 come Federazione italiana pensionati (FIP), associazione di tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori, su iniziativa delle Sezioni pensionati di 42 Camere del Lavoro della Cgil e di altre associazioni di pensionati; nel 1977, al decimo congresso della categoria (Montecatini Terme, 26-29 aprile) la FIP cambiò nome assumendo quello di Sindacato Pensionati Italiani (SPI).

Per numero di iscritti, lo SPI è tra le più grandi organizzazioni sociali di Europa e, nella penisola, si articola in 19 strutture regionali, 2 di province autonome, 118 strutture territoriali e oltre 1.800 leghe, con sede centrale a Roma; conta oltre 2,7 milioni di iscritti.

Il libro di Vernelli parte dall’evoluzione storica dei concetti di povertà e vecchiaia per poi analizzare le istanze sociali tra Otto e Novecento e concentrarsi sull’organizzazione sindacale in provincia di Ancona: in particolare vengono focalizzati il ruolo delle donne, l’avvento di una nuova struttura organizzativa, la dimensione della contrattazione fino alla quotidianità fatta di ascolto e soluzione dei problemi di uomini e donne. Chiudono l’opera la composizione delle Segreterie provinciali dal 1976 al 2022, delle Leghe e dei loro segretari e un’Appendice cronologica sui principali eventi sindacali.

Il libro di Vernelli delinea la funzione storica dell’organismo sindacale di rappresentanza generale, cercando di coniugare gli interessi dei lavoratori con quelli generali del Paese, di ascolto degli anziani, di vicinanza nei confronti dei loro problemi e di impegno per ridisegnare il welfare di comunità: sono tutte modalità che guardano al rafforzamento della democrazia partecipata, oggetto recentemente di attacchi e critiche.