“In che mani siamo?”
L'ing. Rognoli su lavori ipotizzati e in corso per ponti e alveo del Misa: "Si continua ad andare avanti per tentativi e ripensamenti"
Lo scorso dicembre il Commissario delegato agli Eventi Meteorologici Settembre 2022, Presidente della Giunta Regionale Acquaroli, ha firmato, su proposta del Vice Commissario ing. Babini il Decreto che approva il suo “Piano per la realizzazione delle opere strutturali einfrastrutturali del Commissario”.
Così è spiegato l’intervento per la sistemazione del ponte “nuovo” 2 Giugno nel centro abitato di Senigallia: “Modifica appoggi impalcato per sollevamento con martinetti a vite elettrocomandati in caso di emergenza e contestuale protezione del varco nelle murate con blocco del traffico. L’intervento prevede la realizzazione di strutture di sostegno provvisorie per rialzare l’impalcato del ponte per il montaggio dei martinetti. Per tale ragione è opportuno che venga realizzato dopo il ponte Garibaldi per non interrompere il collegamento tra le due parti della città”. Costo stimato 550.000 euro.
Ora: è stato proprio il ponte su cui si “opererà” dopo, il “nuovo” 2 Giugno, la causa principale dell’allagamento del centro cittadino. Un progetto assai discutibile che, alla prova dei fatti (piena del 15-16 settembre 2022), si è infatti rivelato il vero carente sotto il profilo sia tecnico che normativo. Lo mostrano numerose foto e filmati realizzati la sera della piena.
Con quali interventi allora si sarebbe potuto rimediare a quel disastro annunciato?
Demolire il “nuovo” ponte “2 Giugno” e ricostruirlo con una quota di imposta più alta, compatibilmente con i raccordi stradali e vincoli della Soprintendenza, con una sagoma più arcuata,con parapetti passanti e dunque idoneo a far defluire una maggior portata.
Il Piano del Commissario ipotizza invece il sollevamento dell’attuale impalcato con martinetti, di cui è stata ipotizzata la fattibilità tecnica. Tuttavia questa soluzione non sembra di facile realizzazione, e comunque richiede un notevole impegno sia economico. Il Comune, proprietario del ponte, deve però ricordare che il sistema meccanizzato (ammesso che possa realizzarsi) in futuro dovrà essere mantenuto efficiente, con l’esecuzione continua e costante nel tempo di prove di sollevamento, per garantire che in fase di piena il manufatto si sollevi della misura necessaria. Tutto questo avrà un alto costo che ricadrà totalmente nelle casse comunali.
Perché allora si è fatta la bizzarra scelta invece di demolire subito il ponte Garibaldi? Sarebbe bastato un collaudo completo per verificare, per esempio, come non ci fossero problemi di carico (ricordate le pesanti gru gli altri mezzi e materiali che hanno stazionato sopra l’impalcato per mesi?). Perché non si è scelto, al contrario, di intervenire sul vero guaio, il “nuovo”, l’inadeguato che, come previsto, ha creato ostacolo al deflusso della piena? Il ponte Garibaldi infatti, senza pile in alveo e con quota d’imposta più alta rispetto alla precedente, rischierà di aumentare portata e materiale solido in sospensione che si fermeranno sul parapetto dell’inadeguato ponte successivo, facendo stramazzare parte della piena ai lati degli argini murati. Un film già purtroppo visto e che non vorremmo più rivedere! Il Sindaco avrebbe potuto, ma non lo ha fatto, incaricare una società specializzata nei collaudi strutturali; ha invece scelto la perizia “speditiva” di 56 pagine fatta il 26 settembre 2022 e trasmessa da ANAS al Comune oltre un anno dopo (15 novembre 2022) non firmata da alcuno e redatta osservando il sotto ponte a bordo di un gommone.
La realtà supera però talvolta anche la fantasia. Ora infatti, a pasticcio già compiuto, anche il Sindaco pare essersi infine accorto che il problema sia il “nuovo” ponte 2 Giugno. Infatti, come se fosse finora vissuto in un’altra città, nell’intervista del 9 gennaio scorso al Corriere Adriatico, ha affermato di aver chiesto alla Regione di rifare l’opera in quanto “è ormai evidente a tutti che quel ponte costituisce un elemento di pericolo per il centro storico. ….”. Legittimo dunque il sospetto di scarsa visione pianificatoria e progettuale degli attori in campo, ovvero che si navighi a vista. Non si spiega altrimenti la caparbia pressione per la demolizione del ponte Garibaldi su cui, ripeto, secondo me, si sarebbe dovuto intervenire per ultimo, evitando per esempio la, inutilmente costosa per le casse pubbliche, realizzazione della passarella. Intervento eccentrico, tanto più in assenza di vasche di espansione a monte di cui si sente parlare o si legge nel Piano del Commissario ma che ancora hanno tanti elementi di incertezza che ne ritardano l’approvazione e di conseguenza l’avvio della progettazione.
Intanto il “nuovo” ponte 2 Giugno è ancora intoccato, rischio concreto in una città che ha vissuto troppi drammi e che da decenni attendono soluzioni, a un anno e mezzo dall’ultima alluvione, nulla ancora una volta si è fatto. Anzi, gli interventi finora eseguiti con il metodo della “somma urgenza” (pulizia dell’alveo, ripristino di argini, allargamento delle sezioni fluviali, escavo alla foce del fiume, per non parlare poi di quello eseguito a giugno nel centro città tra via Pisacane e via Mastai) difficilmente eviteranno nuovi guai in caso di piena.
Ricordate la metafora della damigiana? Finora si è, in pratica, aumentato il diametro del tubo ma l’imbuto (il restringimento dell’alveo, dovuto agli argini in muratura) è rimasto lo stesso e sarà difficile aumentarne la sua capacità. Come, davanti alla Seconda Commissione Consiliare lo scorso 9 gennaio, ha spiegato il professor Brocchini (docente di Idraulica alla Politecnica Marche): bisogna realizzare opere a monte che siano in grado di far arrivare in Centro Storico una portata massima di 350 metri cubi al secondo, meglio se di 300 mc/s.
Dopo un anno e mezzo di interventi e opere di elevato costo per le casse pubbliche, si continua ad andare avanti per tentativi e ripensamenti. E intanto, sul fronte della riduzione del rischio idraulico nulla è cambiato e ora tutto appare maledettamente più complesso!
da ing. Mauro Rognoli
Secondo me qua sono tutti ingegneri nulla togliendo all’autore dell’articolo di cui condivido buona parte di quanto scritto,ma credo che il Ponte 2 Giugno sia stato fatto così per due motivi,il primo la soprintendenza ed il parare già emesso per cui la scelta ricaduta sul ponte esistente,la seconda credo per un discorso di raccordi e pendenze stradali. Credo che se è stato fatto così un motivo ci sarà pure nulla togliendo ai pareri contrari per carità.
Ma il punto ora è un’altro,ovvero che fine ha fatto il dragaggio dell’intera parte di Alveo che va da Ponte Zavatti a Ponte Perilli ed il dragaggio da Ponte Perilli a Penelope? Mi chiedo perché se una volta era navigabile non si ripristina la quota del fondale come ai tempi? Proprio necessario fare ponti più alti? Chiedo perché non è mia materia.
Altra cosa,vi ricordate le promesse del presidente della regione riguardo Ponte Garibaldi? Tempo 10 mesi ed il ponte era pronto! Quasi terminati i 10 mesi e non c’è l’ombra nemmeno del cantiere,a voi le conclusioni.
Non al ponte 2 giugno
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