Arriva venerdì 12 gennaio “Polvere”, il nuovo singolo del cantautore senigalliese Maredè
In uscita per l'etichetta romana Pepperpot, racconta scavando dentro sé i muri che siamo soliti alzare nei riguardi di chi amiamo
Il giovane cantautore marchigiano Maredè racconta una storia d’amore nascosta tra scatoloni impolverati e parole non dette nel suo nuovo singolo “Polvere“, in uscita venerdì 12 gennaio per la label Pepperpot (con distribuzione ADA Music Italy) e con la produzione di Alessandro Forte (Galeffi, Aiello).
“Polvere” è il secondo singolo del progetto Maredè, con il quale prosegue il viaggio dell’artista attraverso sonorità spiccatamente elettro-pop. Il brano pertanto si veste di un sound molto più cupo rispetto alla spensieratezza e alla freschezza anni ‘80 di “Settembre“, ma sono sempre protagoniste le tastiere e i synth, oltre ad una batteria cucita ad hoc sulla scrittura del ritornello.
Il singolo nasce per piano e voce, a partire da una frase tanto semplice quanto simbolica per il musicista originario di Senigallia: “Fuori da un locale io ho deciso che non ci sto più, ad aspettare ore e a supplicare un po’ d’amore“, come se si trattasse di una sorta di presa di coscienza rispetto ad un passato vissuto piuttosto ingombrante.
Durante la scrittura di “Polvere“, Maredè ha lavorato per fare spazio dentro di sé e liberarsi da una serie di pensieri, riflessioni, ma soprattutto ricordi troppo pesanti. La canzone racconta quello che rimane della fine di una storia d’amore, due vite che s’intrecciano e poi tornano ad essere due binari paralleli. E cosa ne rimane di quell’incontro, di quello scambio così forte, intenso, viscerale?
“C’è una frase di Lucio Dalla che dice “Dove saremo io e te domani? Ci annuseremo da lontano come i cani?”. Per me questa frase è di una potenza assoluta, perché penso ai muri che mettiamo nella nostra vita con le persone che amiamo, magari per difenderci dal dolore. Nel corso del tempo, i muri diventano dei templi, quasi sacri e impossibili da profanare. E come lo butti giù un tempio? A volte, invece, basterebbe così poco: un messaggio, un incontro, un caffè, con l’intento di fare gli scatoloni del nostro passato e traslocare nel presente. Sul passato tendiamo a costruire dei veri e propri castelli di mancanze, salvo renderci conto che le mancanze spesso e volentieri sono solo le nostre, di cui l’altra persona non è che una semplice immagine sfocata. Anche tutto il lavoro visivo su “Polvere” parte proprio da questo: da un trasloco in una casa vuota e da una scatola che – diversamente dalle altre – è piena di luce“, racconta il cantante a proposito del brano.
Il concept di “Polvere” è tratto da una installazione dell’artista contemporaneo scozzese Robert Montgomery, che fa riferimento alla circolarità senza uscita di un ricordo, una sorta di trappola della memoria che ci incastra in un loop di idealizzazione e contemplazione del passato. Così facendo, si crea una sorta di culto religioso, un museo del passato che al contempo blocca il presente.
BIOGRAFIA
Luigi Bevilacqua, in arte Maredè, è un cantautore marchigiano di 23 anni. Il suo nome d’arte significa “chiocciola” e riprende un’antica filastrocca, rappresentando uno sguardo verso tutto ciò che si trova dentro il suo guscio – il passato, le origini, il mare della sua città natale (Senigallia) – e tutto ciò che è proiettato all’esterno – il futuro, i suoi sogni, le sue speranze e i possibili orizzonti. Luigi attualmente vive a Roma e collabora con il produttore Alessandro Forte (Aiello, Galeffi, Scrima), con il quale ha scelto di dare avvio al suo nuovo progetto dalle sonorità elettro-pop.
Con il vecchio progetto Rame ha già calcato numerosi palchi, fra cui quello dell’Auditorium Parco della Musica, diventando finalista del Premio Fabrizio De André, e quello del Castello Sforzesco di Milano, con Mogol e Mario Lavezzi. Vanta la vittoria al Proscenium Festival con il Premio SIAE “Miglior Canzone” e il Premio Radio Subasio per la “Canzone più radiofonica“. Nello stesso anno, è stato semifinalista al Concertone del Primo Maggio, finalista alla Rassegna Lucio Dalla e ha aperto uno showcase della cantautrice Noemi all’Alcazar di Roma.
Luigi si prepara a tornare con un progetto totalmente rinnovato a partire dal suo sound e da una nuova identità artistica – ribattezzato Maredè – ma con la stessa voglia di raccontarsi e raccontare con cura e attenzione il mondo che lo circonda.
Il 22 settembre esce il singolo “Settembre” per l’etichetta romana Pepperpot (con distribuzione ADA Music Italy) e il videoclip ufficiale del brano viene mostrato in anteprima su SkyTG24.
Il 12 gennaio l’artista marchigiano inaugura un nuovo anno tornando a raccontarsi nel nuovo singolo elettro-pop dalle sonorità cupe “Polvere“.
Per seguire Maredè:
Instagram – https://www.instagram.com/marede__/
TikTok – https://shorturl.at/uzX19
YouTube – https://www.youtube.com/@marede__
POLVERE
[MAREDÈ]
Ci abbiamo provato
ma non ci siamo riusciti
Nudi sul letto
Ripeti che siamo amici
Tu una presa nel muro
Io ci infilo le dita
Forse resta qualcosa
Forse è finita
Nuvole di fumo ci avvolgono in una danza
Quando sono con te
Sento il cielo nella stanza
Non ho pareti ma alberi
E radici nel cuore
E questa è l’ultima volta
Che perdo, game over
Fuori da un locale
Io ho deciso che non ci sto più
Ad aspettare ore a supplicare un po’ d’amore e tu
Meglio se vai via lontano
Bye bye ti saluto con la mano
Polvere
Sulla mia pelle resta solo polvere
Al buio in soffitta quando scopavamo
La notte sembrava fosse un uragano
Di giorno sei polvere dentro la mano
E vado via lontano
Saturno contro
Che ci tiene distanti
Se mi tocco da solo
Sembra di averti davanti
Come va? sei felice?
Cosa hai fatto negli anni?
Io ho costruito una casa
E ho sempre gli stessi sogni
Spero che tu stia bene
Con quello stronzo da poco
Parlo ancora di te
In seduta dalla mia psico
Ho trovato da me
Conforto nella tua assenza
E adesso giuro su dio
Che mi arrendo, sto senza
Fuori da un locale io ho deciso che non ci sto più
Ad aspettare ore a supplicare un po’ d’amore e tu
Meglio se vai via lontano
Bye bye ti saluto con la mano
Polvere
Sulla mia pelle resta solo polvere
Al buio in soffitta quando scopavamo
La notte sembrava fosse un uragano
Di giorno sei polvere dentro la mano
E vado via lontano
Ed ho passato una no-no-no-tte intera
A cercarti nel bu-bu-bu-io ho paura
E adesso questo cielo mi sembra nero
Ruberei le stelle per averti indietro
Ed è bastata una vo-vo-vo-lta sola
Per non scordarti mai più più più ed ora
Resto in ginocchio e prego i miei santi
Solo in una chiesa per andare avanti
Polvere
Sulla mia pelle resta solo polvere
Al buio in soffitta quando scopavamo
La notte sembrava fosse un uragano
Di giorno sei polvere dentro la mano
E vado via lontano
CREDITS
Testo: Luigi Bevilacqua
Musica: Luigi Bevilacqua
Produzione, Mix e Master: Alessandro Forte
Styling: Aurora Mancini
Regista del Visual e Fotografo: Alan Francis G.
Artwork: Emanuele Faraci
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