“Errore ridefinire il consiglio delle donne senza ascoltarle”
"Nessun dibattito che le abbia coinvolte"
Ogni diritto non è mai conquistato per sempre; sembra una frase fatta, ma quando ci sono di mezzo i diritti e le libertà delle donne i fatti ci ricordano come questa considerazione sia quanto mai attuale. Uno degli ultimi fatti è la proposta di Regolamento del Consiglio delle donne predisposta dall’attuale Amministrazione comunale della nostra città.
Una proposta costruita senza un dibattito – in città e nelle istituzioni – che abbia coinvolto le donne. Certo, la politica non può essere ridotta solo a una questione procedurale, questo accade quando non si hanno idee ed è proprio per questo che in un momento in cui c’è tanta attenzione e tanta voglia di protagonismo da parte delle donne che si dovrebbe rilanciare, si dovrebbe avere il coraggio, vista l’urgenza, di nominare la realtà, cercare le parole per raccontarla e usarle.
Prima ancora, andrebbe precisato che il percorso con cui si costruisce un progetto come quello del Consiglio delle donne non può essere separato dal contenuto. Il mezzo è importante quanto il fine, ne è parte integrante e identitaria.
Voglio dire, se il Consiglio delle donne è un organismo che deve favorire la partecipazione femminile alla vita e al discorso pubblico nella nostra città, beh, non può essere regolamentato da un atto predisposto della Giunta senza la necessaria costruzione dal basso che ne garantisca il raggiungimento delle finalità.
E’ necessario un passaggio tra le donne e i movimenti femminili e femministi per ridefinire il ruolo di questo organismo, per farlo diventare un luogo capace di rappresentare un bene comune per le donne della nostra città, un luogo da far crescere e in cui crescere in consapevolezza e autorevolezza politica.
Come può valorizzare la presenza e l’attività delle donne nella società e nelle istituzioni, se le donne non le conosce e non le ascolta?
E voglio tornare sulle parole, che sono importanti perché aiutano non solo a raccontare ma a pensare la realtà; ecco che occorre rilanciare. Il Consiglio delle donne dovrebbe lottare contro ogni forma di esclusione delle donne e di squilibrio di potere; non ultima anche la questione del Consultorio come esempio di necessità di un confronto istituzionale serio e risorsa per tutta la nostra comunità.
Il Consiglio delle donne dovrebbe anche vigilare e soprattutto promuovere azioni capaci di costruire un discorso pubblico che sappia opporsi alla cultura patriarcale, alla cultura dello stupro e che abbia il coraggio di fare sensibilizzazione su nuove forme di violenza, ora sempre meglio visibili , come il bodyshaming, il revenge porn o il mansplaining, termini che non devono favorire sorrisetti condiscendenti ma la stessa indignazione sociale che suscita ogni sopruso.
Catia Ventura
Diritti Al Futuro
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