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Simone Paradisi non ce l’ha fatta. Aveva avuto un arresto cardiaco in palestra a Senigallia

I funerali avranno luogo lunedì 23 ottobre alle ore 15.00 presso la Chiesa di Santa Maria del Porto

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Simone Paradisi

Sono durate due settimane esatte, per i suoi cari e moltissimi amici, conoscenti e colleghi, le speranze di poter riabbracciare Simone Paradisi, 45 anni da compiere tra poco più di un mese, dopo il drammatico episodio del 6 ottobre, quando andò in arresto cardiaco mentre si trovava ad allenarsi in palestra a Senigallia.

Simone Paradisi era stato soccorso celermente, dallo staff della palestra, formato per queste evenienze, e dal personale sanitario intervento sul posto. Il suo cuore ripartì, ma erano state subito giudicate gravissime le condizioni dell’uomo, di professione infermiere, in servizio come caposala al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Senigallia.

Paradisi era stato quindi trasferito d’urgenza in terapia intensiva all’ospedale regionale di Torrette di Ancona, dove le sue condizioni non sono però migliorate col passare dei giorni, fino al terribile epilogo di venerdì 20 ottobre, quando è stato dichiarato il suo decesso ed è stato dato il via libera all’espianto degli organi, così come egli voleva.

Anche dopo la sua morte, Simone Paradisi potrà quindi continuare ad aiutare a salvare vite, così come ha fatto con passione per tutta la sua vita professionale: una dedizione totale, quella dell’infermiere, che da più persone ci è stata testimoniata e che ci sentiamo di poter riportare pubblicamente. Pari forse solo a quella che aveva per il suo cane Pedro, che lo piangerà, ne siamo certi, insieme ai tantissimi che conoscevano e che già stanno ricordando con messaggi di dolore e cordoglio Simone Paradisi.

I funerali si svolgeranno lunedì 23 ottobre alle ore 15.00 presso la chiesa di Santa Maria del Porto. La salma sarà quindi trasferita nel cimitero delle Grazie.

Commenti
Solo un commento
Glauco G. 2023-10-23 09:25:33
Come prima cosa...condoglianze alla famiglia di Simone...Ora, non voglio accusare nessuno ne fare polemiche sterili ma.... da ignorante in materia...mi chiedo...questo tipo di interventi non si "affrontavano" a Senigallia prima della famosa "disgregazione" del nostro ospedale? Se SI....non stiamo parlando certamente di ore di differenza ma..Senigallia non era più vicina? Se SI....non siamo di fronte ad uno scenario (da me detto più e più volte) dove siamo costretti ad andare in Ancona per ogni cosa (seria) e quindi rischiare di perdere tempo prezioso? ripeto..magari non sarebbe cambiato nulla...anzi..ne sono sicuro..ma pensare che.... se ho un arresto cardico (magari sotto i portici) e vedermi trsasportato in Ancona quando è presente 1 ospdale a 30 metri ma incapace di affrontare le urgenze......beh. le mie sono solo deliranti considerazioni (perchè non so nulla di medicina) ma se fosse come dico io...allora...tutti quelli che hanno avallato questa distruzione (del nostro ospedale intendo)...siete sicuri che abbassare il livello di Senigallia sia stata una mossa corretta?
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