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Sanità: “In certi casi meglio tacere…”

Il parere di Massimo Bellucci: "Tante affermazioni da chi confida nella poca memoria dei cittadini o sull'ignoranza"

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Sanità: "In certi casi meglio tacere…"

Nella calura agostana da poco terminata, un batti e ribatti sulla sanità ha accompagnato il varo del nuovo piano sanitario da parte della regione Marche.

Mi è venuto in mente il libro “L’arte del parlare e del tacere” di Albertano da Brescia, raffinato giurista del XIII secolo, il quale esortava, tra l’altro, a usare le parole in modo appropriato: i discorsi dovrebbero essere chiari e non ingannevoli, altrimenti sarebbe meglio tacere.

Tante affermazioni sia da una parte: “Il piano sanitario è un elemento imprescindibile di una Regione come le Marche… Una nuova strategia…” che dall’altra: “un enorme inganno per i cittadini marchigiani…” ecc.

Ritengo che chi è al governo dovrebbe agire, senza tante parole. Altrettanto chi è all’opposizione, soprattutto se ha sostenuto il governo per tanti anni, durante i quali (dal 2010 al 2019) il sistema sanitario è stato definanziato per 37 miliardi (2,9 posti letto ogni 1000 abitanti contro una media europea di circa 5). Anche chi è stato al governo o in maggioranza regionale negli anni in cui sono stati chiusi e/o declassati 13 ospedali dovrebbe avere avere un po’ di cautela, risparmiandoci foto con cartelli “Sanità senza risorse”, “Liste d’attesa infinite” e così via, poiché sono le stesse persone che hanno contribuito a creare i problemi di oggi.

Evidentemente confidano nella poca memoria dei cittadini o confidano sull’ignoranza, come chi, pur essendo stato consigliere regionale di maggioranza afferma di non aver condiviso le scelte fatte a suo tempo in materia sanitaria del suo governo, ma di non aver potuto fare nulla perché non era assessore alla sanità. Come se l’assessore fosse un monarca assoluto che decide tutto da solo e non una figura che porta avanti una linea condivisa (nei fatti) da tutta la maggioranza.

Non mi sembra che tra le maggiori forze politiche ci sia chi ha realmente la sanità pubblica di qualità come una sua priorità. Ma adesso, poiché la situazione mi sembra ancora peggiore del passato, è facile fare il gioco delle parti, come è stato facile per l’attuale maggioranza quando era opposizione accreditarsi come fautrice di un miglioramento dei servizi sanitari. E c’è chi ci ha creduto, sostenendoli proprio per questo motivo.

Il servizio sanitario nazionale è stata una conquista importante della storia repubblicana, ottenuta con l’apporto di molte persone, tra le quali Tina Anselmi, partigiana e ministra. Cerchiamo di averne cura, tenendo a bada chi cerca facili consensi con discorsi ingannevoli. Come ci esorta Albertano da Brescia, le parole dovrebbero essere chiare ed oneste, o sarebbe meglio tacere.

da Massimo Bellucci

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