La maggior parte delle lettrici e dei lettori è assuefatta a una storia che ha avuto un protagonista unico, insistito e insistente, gli uomini: nell’età antica come in quella medievale, in quella moderna come nella contemporaneità.

Le eccezioni si contano sulle dita di una mano. E, a proposito di mano, la alzi chi ha potuto studiare la storia dell’ultimo anno arrivando ai nostri giorni e, soprattutto, sentendo parlare della presenza femminile. Invece le donne, segnatamente le italiane, sono state protagoniste di tante pagine intense della vicenda storica nazionale: il Risorgimento, l’età giolittiana, le guerre mondiali, la Resistenza, l’avvento della Repubblica, i 77 anni di storia repubblicana, i movimenti, in collegamento con i femminismi europei e mondiali. Esiste dunque un’altra storia, densa e affascinante, che solo in questi anni inizia ad essere insegnata. E, a differenza di quella maschile, la vicenda femminile rivela propositi moderni e progressisti, poiché è ispirata a valori – come il dialogo, il confronto, la pace, la nonviolenza – che guardano al futuro.

Per questi e altri motivi la presentazione, venerdì 1° settembre alle ore 21.00 presso il Palazzetto Baviera, del nuovo libro del prof. Marco Severini, contemporaneista dell’Università di Macerata, “Le fratture della memoria. Storia delle donne in Italia dal 1848 ai nostri giorni” (Ed. Marsilio, 2023) rappresenta un’occasione significativa. Parleranno del libro tre accademiche: la comparatista e studiosa di genere Silvia Boero (Università di Reggio Emilia), la filosofa della politica Elena Irrera (Università di Bologna) e la contemporaneista Lidia Pupilli (Università di Macerata), direttrice scientifica dell’Associazione di Storia Contemporanea, alla presenza dell’autore che, prima del dibattito, ripercorrerà i 175 anni di storia oggetto della ricostruzione commentando alcune foto riguardanti la storia delle italiane, una storia ricca e frastagliata ma interrotta da troppe fratture memoriali.

L’evento è organizzato dalla Libreria Iobook in collaborazione con l’Associazione di Storia Contemporanea.