Piena del Misa del 16 maggio 2023. Rognoli spiega il comportamento della “barra di foce”
L'ingegnere esamina, dati e foto alla mano, la non influenza della barra e pure quella delle portelle tra fiume e darsena
Il 16 maggio il fiume Misa, a causa le intense piogge, cadute nel mattino e nella notte precedente nel suo bacino, si è ingrossato fino ad arrivare a pochi cm. dall’impalcato dei 4 ponti del centro di Senigallia (Allegato 1). Superato poi il picco di piena, alle 14.00 circa, il fiume ha cominciato a decrescere, ritornando al suo livello normale dopo circa 48 ore.
La “barra” presente nella foce (Allegato 2) è stata immediatamente spazzata via: non ha quindi causato alcun ostacolo al deflusso in mare della piena avvenuta in velocità, trasportando arbusti, tronchi e altro materiale ligneo, spiaggiati poi nella zona immediatamente a nord del porto (Allegato 3), che risulta essere stato interessato solo marginalmente.
Se la “barra” si fosse rivelata un ostacolo al deflusso della piena, questa avrebbe dovuto, tracimando, invadere le banchine poste ai suoi lati. Non essendo avvenuto nulla di tutto ciò si deduce che la sua rimozione è stata pressoché immediata (Allegato 4).
Ciò è ulteriore conferma che la presenza della “barra di foce” non aumenta il rischio idraulico di Senigallia; è solo un disturbo estetico che potrebbe, eventualmente, diventare un problema igienico-sanitario nel caso ci fosse un ristagno dell’acqua del fiume.
Il 19 maggio si sono effettuate, in condizioni di medio mare, le misure della profondità del fiume, dalla foce fino al ponte della ferrovia e sono quelle riportate nell’Allegato 5. In particolare si evidenziano quelle della foce dove prima stazionava la “barra” che risultano essere, nel lato verso mare, di mt.1.80/3.00 ai lati del canale e di mt.2.00 al centro, e mt. 1.80/3.10 ai lati del canale e di mt.2.00 al centro, nel tratto verso monte.
Le misure confrontate con quelle effettuate, sempre in condizioni di medio mare, il 31 gennaio e il 11 marzo (Allegato 6) confermano che le piene fluviali effettuano il dragaggio dell’alveo portando in mare tutto quello che incontrano ripristinano la profondità del canale. Confermano inoltre la fragilità della barra che, essendo costituita da materiale non consolidato, viene rimossa immediatamente.
Durante il transito della piena, questa volta, a differenza delle altre piene le due portelle che collegano il fiume con la darsena N. Bixio (Allegato 7) erano chiuse e questa condizione ha fatto sì che nella darsena non entrasse il limo trasportato dalla piena, come invece accaduto in precedenza quando le portelle erano aperte. In questo ultimo caso l’apertura aveva causato un innalzamento del fondale della Bixio di circa cm.90/100 con il conseguente interramento delle catene di ormeggio delle imbarcazioni presenti. In realtà il 16 maggio la chiusura non è stata ermetica (Allegato 8) cosicché una piccola quantità di acqua dal fiume ha continuato a riversarsi nella darsena trasportando una piccola quantità di limo (Allegato 9), (evidenziata dal “plume” di limo in sospensione). La presenza di limo si ritrova anche nelle cime delle imbarcazioni ormeggiate nella darsena turistica (Allegato 10). Inoltre da un esame dei picchi di piena misurati dall’idrometro posto sul ponte di Bettolelle (sensore 1112) si ha per la piena del 23/01 un picco di mt.4.04 in condizione di portelle aperte (Allegato 11), mentre per la piena del 16/05, con le portelle chiuse si ha un picco di mt.4.39 (Allegato 12). Tutto ciò dimostra che ai fini del transito della piena sotto i ponti del centro è ininfluente che le portelle siano chiuse o aperte in quanto in ambedue casi il livello di piena è arrivato a sfiorare l’impalcato, mentre la differenza rimane sul quantitativo di limo trasportato e depositato nella darsena N.Bixio con le portelle aperte.
Tutto ciò dovrebbe far riflettere a tutti i “guru idraulici” fautori e sostenitori della realizzazione degli “stramazzi da ripristinare e creare ex novo” che secondo loro smaltirebbero una portata di 675 mc. /s. per ridurre gli effetti della piena. Gli stramazzi, una volta realizzati, produrrebbero solamente un immediato interramento di tutte le darsene portuali senza diminuire di nulla la piena a monte.
Infine ricordo ai “guru idraulici” e sostenitori che il Prolungamento della Banchina di Levante, nulla ha a che vedere con le piene del fiume Misa. Infatti sempre dalle misure dei livelli idrometrici rilevati a Bettolelle nella piena del 2014, pari a mt.6.15, e in quella del 2022, pari a mt.6.42, confrontate con quelle sopra indicate pari a mt.4.04 o a mt.4.39 in cui il fiume lambisce l’impalcato se ne deduce che una piena importante non potrà mai passare nel tratto cittadino in quanto i circa mt.2 di differenza di livello saranno quelli che poi tracimeranno una volta che la piena arriverà nel centro di Senigallia.Per cui prolungare la banchina di levante avrà l’unico effetto di spendere male i soldi pubblici.
da Ing. Mauro Rognoli
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