“Urgente che gestione della Fondazione Città di Senigallia torni a CdA eletto dal Consiglio”
Il PD: "L'ente deve rimanere al servizio, pubblico, della città"
Alla luce della sentenza della Corte di Cassazione sul ricorso di ASUR e Fondazione Città di Senigallia contro Società Autostrade è evidente quanto sia urgente passare dalla gestione commissariale dell’ente alla gestione attraverso un consiglio di amministrazione nominato dal consiglio comunale, come d’altronde previsto dal suo statuto.
Non è più possibile, di fronte alla stringente necessità di affrontare le conseguenze della sentenza, continuare ad affidare la gestione a un commissario, ad un uomo solo al comando nominato dalla Regione Marche.
E’ indispensabile la gestione da parte di un consiglio di amministrazione che sia formato da figure di alto profilo, esperte e preparate nella gestione di quel tipo di struttura sia dal punto di vista finanziario che sanitario.
Il consiglio di amministrazione della fondazione viene eletto dal consiglio comunale e riflette la sua composizione in termini di maggioranza e opposizione. Proprio la molteplicità di punti di vista presente nel CdA rappresenta una garanzia per il suo funzionamento; ogni suo componente, che rappresenti la maggioranza o l’opposizione, può sempre esprimere il proprio dissenso nei confronti di provvedimenti presi dal presidente, sollevare eccezioni. Ci chiediamo dove fossero i capigruppo consiliari di opposizione quando venivano svolte le audizioni e gli stessi problemi di oggi venivano sollevati già dall’allora CdA.
L’elezione del consiglio di amministrazione della fondazione da parte del consiglio comunale rappresenta un ulteriore livello di garanzia a tutela della qualità dell’operato della fondazione. Tutte le audizioni svolte dal CdA di fronte ai consiglieri comunali possono essere oggetto di osservazioni; anche un singolo consigliere comunale può sollevare contestazioni all’operato del presidente, pur non avendo direttamente controllo e vigilanza, competenza in capo alla Regione.
La gestione attraverso un CdA è oggetto di analisi e verifiche, in questo caso anche approfondite e nel merito, da parte della regione. Questo è il livello di controllo pubblico previsto dalla legge regionale sull’operato dell’ente.
Il commissario, invece, è stato nominato dalla regione su atto indirizzo proveniente dalla maggioranza di Olivetti per cui non vi sono consiglieri del CdA che rappresentano il consiglio comunale.
E’ veramente curioso che ora il sindaco, che in due anni e mezzo per la fondazione ha avuto solo l’attenzione di chiederne il commissariamento, ora cerchi di scaricare le sue responsabilità politiche su chi lo ha preceduto. Cosa ha fatto in questi due anni e mezzo? Poteva dare un suo contributo per la soluzione del ricorso di autostrade? Ha avuto interlocuzioni per giungere ad un accordo?
Malgrado lo scenario generato dalla sentenza la fondazione ha comunque bisogno di un rilancio. Quali sono i progetti e le prospettive di sviluppo che il commissario vuole dare all’ente? Che investimenti vuole fare per aumentare i posti letto e migliorare l’offerta di assistenza? Chi la gestisce ha in mano un potenziale enorme in termini di capacità di assistenza, come verrà valorizzato questo potenziale?
Per il Partito Democratico l’ente ha un risvolto sociale per la città di enorme importanza, soprattutto in un momento in cui le necessità legate all’assistenza agli anziani diventano sempre più urgenti e diffuse.
E’ un ente che deve rimanere al servizio, pubblico, della città.
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