Processo Piscina Saline di Senigallia: vicenda chiusa per Mangialardi, Memè e Bucari
E' arrivata la sentenza di prescrizione per ex sindaco ed ex assessori. Procedimento ancora in corso per ex vertici Uisp
Giovedì 23 febbraio, il tribunale penale di Ancona ha emesso una sentenza riguardante la vicenda giudiziaria della gestione della piscina Saline di Senigallia.
Con l’atto sono stati prescritti i reati per l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’ex vice sindaco Maurizio Memè e l’ex assessore Simonetta Bucari, accusati di abuso d’ufficio per aver predisposto una delibera che prevedeva la proroga della gestione della piscina alla società Uisp senza seguire le procedure pubbliche previste dalla legge.
Nel procedimento, i reati di truffa aggravata sono invece ancora oggetto di dibattimento per l’ex responsabile organizzativo Uisp e l’ex presidente del comitato territoriale, accusati di aver presentato un bilancio falso della piscina Saline nel 2016, che nelle tesi dell’accusa comporterebbe il non aver versato le somme dovute all’amministrazione comunale.
In precedenza, a novembre 2021, altri tre componenti della allora giunta Mangialardi, che avevano scelto di avvalersi del rito abbreviato, (Chantal Bomprezzi, Gennaro Campanile ed Enzo Monachesi) erano stati assolti dalle accuse di abuso d’ufficio, in quanto il fatto non costituiva reato. Tutti gli imputati hanno sempre negato con fermezza le accuse, in primo luogo l’ex sindaco Mangialardi, difeso nel corso del procedimento dai legali Marina Magistrelli e Monica Clementi. L’inchiesta era iniziata a seguito di un esposto presentato alle autorità competenti.
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