Al Liceo Medi di Senigallia il progetto “Adotta un giusto” per ricordare la Shoah
Intervista alla famiglia Pigliapoco di Polverigi. Verrà presentato mercoledì 25 gennaio, in occasione della Giornata della memoria
Ha senso oggi ricordare? Si, perché quando rievochiamo eventi ed episodi lontani, la memoria non è più meccanica, ma diventa parola dinamica e attiva, opposta a passato, parola statica e passiva, perché come sostiene Bergson, il passato è ciò che non agisce più.
La memoria invece ha a che fare con la mens, il monumentum, i verbi moneo e admoneo, ovvero tutto ciò che fa tornare alla mente per tramandarlo, ovvero mandarlo oltre. Oltre il tempo, oltre le generazioni, oltre noi. In questo risiede il potere della testimonianza perché l’atto del far ricordare diventa un progetto, un qualcosa che pensa al futuro, un restituire alla cittadinanza del presente il valore di un passato dolente e drammatico per caricarlo di un valore etico e collettivo. Recuperare tale dimensione pubblica non significa affermare semplicemente la verità, ma educare al pensiero e insegnare a narrarlo: questo il senso del Fare testimonianza.
Ed è questo il senso del progetto Adotta un giusto, promosso da alcune docenti del Liceo Medi di Senigallia, che in occasione della celebrazione della giornata della memoria, verrà presentato dalle studentesse e dagli studenti delle classi 3BSC e 3CSC mercoledì 25 gennaio presso l’Aula Magna “Carlo Urbani”.
Saranno presenti alcuni discendenti della famiglia Pigliapoco di Polverigi, protagonista di una storia che merita di essere raccontata. Le studentesse e gli studenti, guidati dalle loro insegnanti, hanno avuto l’opportunità di intervistare le signore Aldina e Maria Luisa Pigliapoco di 83 e 86 anni, figlie di Attilio e Lidia Pigliapoco, a cui è stata riconosciuta nel 1995 dallo “Yad Vashem” la medaglia dei giusti tra le nazioni. Attilio e Lidia, mezzadri della famiglia milanese Morpurgo di origine ebrea, hanno nascosto e salvato l’intera famiglia mettendo a rischio la loro stessa vita durante le persecuzioni fasciste.
Una storia poco conosciuta, ma che merita di essere diffusa perché è un esempio di un profondo senso di giustizia, di umanità e di solidarietà. Il tutto è stato possibile grazie a un meticoloso lavoro di ricerca storica e alla preziosa collaborazione del sig. Massimino Paesani, ex sindaco di Polverigi, e del sig. Sergio Pierantoni, nipote di Attilio e Lidia, che hanno offerto il loro contributo per rispolverare dal passato questa importante testimonianza. La nostra scuola è da sempre attenta ai temi di cittadinanza attiva e crediamo che i valori della coscienza civile, della responsabilità individuale e comunitaria siano fondamentali per la formazione umana della persona e del cittadino per evitare di scivolare nella deriva dell’indifferenza, per usare le parole di Liliana Segre, di fronte a eventi di intolleranza e odio che sono oggi sempre più diffusi. I nostri giovani hanno bisogno di toccare con mano per poter comprendere fino in fondo il significato della perdita della libertà, il senso del sacrificio, il valore della solidarietà, dell’aiuto reciproco che mettano sempre in primo piano la dignità della persona. La scuola come comunità educante ha il dovere di formare alla tolleranza, alla libertà, all’uguaglianza, alla pace.
Si ringraziano le docenti referenti, prof.sse Sara Boria, Federica Migliorelli, Paola Palmieri e Paola Via per aver reso i giovani protagonisti e aver fatto loro vivere in prima persona questa esperienza dall’alto valore formativo.
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