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L’ing. Rognoli dopo alluvione: “Propongo di cambiare, non Ponte degli Angeli ma Diga”

Riceviamo e pubblichiamo due repliche alle frasi di Netti e Saqer (Consorzio Bonifica Marche)

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Il fiume Misa esonda in centro a Senigallia

Riceviamo in Redazione, da parte dell’ingegner Mauro Rognoli, il testo di due lettere che egli stesso ha indirizzato alle Redazioni di Repubblica e del Corriere Adriatico, come replica ad altrettante interviste rilasciate dall’avvocato Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, e dall’ingegner Nafez Saqer, progettista del ponte degli Angeli dell’8 dicembre 2018. Lettere che non hanno avuto finora risposta.

L’ing. Rognoli si rivolge a Senigallia Notizie per avere pubblicazione e voce in risposta alle dichiarazioni rilasciate dai due professionisti, che addossano a mancate pulizie dell’alveo del Misa nel suo tratto terminale, quello della foce, le responsabilità nell’evento alluvionale del 15 settembre 2022. Accuse rispedite al mittente da Rognoli, che qui illustra invece le criticità legate invece al ponte degli Angeli dell’8 dicembre 2018.

 

La lettera dell’ing. Rognoli a Repubblica

Invio questa nota per rispondere all’articolo del 23/9/2022 sull’alluvione di Senigallia apparso sul giornale Repubblica.

Nell’articolo l’avvocato Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, afferma che l’esondazione del Misa dentro la città di Senigallia è stata causata dalla mancata esecuzione dei lavori di dragaggio nella parte terminale del fiume, facendo sì che la barra di sedimenti presente alla foce facesse da tappo, impedendo così il deflusso della piena e quindi causando l’esondazione nel centro cittadino.

Al contrario di quanto però riferito da Netti, le due banchine ai lati dell’alveo per 300 metri dalla passerella mobile fino alla foce del fiume, erano perfettamente pulite; avrebbero dovuto essere coperte di melma se la barra avesse impedito lo sbocco al mare della piena. Basterebbe questo a dimostrare l’inesattezza delle affermazioni dell’avvocato. In realtà l’esondazione del Misa è avvenuta in pieno centro, in corrispondenza del nuovo ponte (ponte degli Angeli) progettato e costruito dal Consorzio di Bonifica delle Marche. Numerosi filmati evidenziano come “il tappo” sia stato quel suo parapetto continuo lato monte. Si vede il livello dell’acqua alzarsi, incontrare il lungo parapetto e tracimare a destra lungo portici Ercolani, a sinistra lungo via XX Settembre e nelle tante vie collegate.

Sempre dai filmati è evidente come a valle del ponte invece il fiume pur sempre in piena defluisca comunque entro gli argini della muratura. Insomma l’esondazione non è stata provocata da una risalita dell’acqua da valle, ma da un rigurgito a monte del ponte.

Anche perché la “barra” presente alla foce del fiume prima della alluvione – e considerata “tappo” dall’avvocato Netti – è stata completamente spazzata via dalla piena. Anzi, verificate nel giorno 24/09/22 le misurazioni del fondale del fiume, queste sono risultate mediamente superiori a mt. 3.40 con punte fino a mt. 4.00 e sono state confermate da una verifica fatta il giorno 08/10/22. Si può dire che la piena ha sostituito il dragaggio artificiale progettato, parzialmente iniziato e poi sospeso sempre dal Consorzio non per un cavillo burocratico ma per errori nell’effettuare lo smaltimento del materiale dragato.

Le “barre”, o accumuli di sedimenti, si creano temporalmente alle foci dei fiumi soprattutto nel periodo estivo, dovute a bassa portata e scarsa piovosità o nulla come in questi anni di siccità. Sono “isolotti” che vengono rimossi da piene fluviali, non colpevoli certo di aumentato rischio idraulico della città, come non lo sono stati nell’ultima terribile alluvione di settembre.

Pertanto alla prossima piena, se non si ridurrà la portata massima a monte della città con adeguate vasche di espansione, attese invano da decenni, si avrà l’ennesima esondazione del Misa (che già ne ha viste due nel terzo millennio). E peraltro, ancora una volta, il nuovo ponte degli Angeli e il suo massiccio parapetto a monte faranno da “tappo”, come peraltro evidenziato dai numerosi video e, soprattutto, dalla testimonianza diretta e dolorosa di tanti cittadini. Propongo di cambiare quello degli Angeli non più Ponte ma Diga.

Egregi saluti.
Ing. Mauro Rognoli – Senigallia 8 ottobre 2022

 

La lettera dell’ing. Rognoli al Corriere Adriatico

Intervengo in merito all’intervista del 4 ottobre all’ingegnere Nafez Saqer, progettista del nuovo Ponte degli Angeli per conto del Consorzio di Bonifica delle Marche.

L’ingegnere ammette che il parapetto ha fatto da diga alla terribile piena del Misa che ha devastato il centro città, ma aggiunge “questo ha aumentato la capacità di smaltire l’acqua: se fosse stato aperto il parapetto del ponte, dalle aperture sarebbe uscita prima e molto di più”. Insomma, fortuna che c’era il parapetto che ha fatto da diga e invaso il centro città.

Se si legge il progetto del ponte, nell’elaborato B4 “relazione di compatibilità ambientale” si trova una frase che merita attenzione: “A livello strutturale, l’attraversamento è stato calcolato e verificato tenendo conto della spintadell’acqua infase di piena”. Cioè: il ponte è stato progettato per resistere a una piena, e in effetti non si è spostato di un millimetro, ma non si è tenuto conto dove poi sarebbe finita l’acqua in piena, che in effetti ha devastato il cuore di Senigallia e zone limitrofe.

Per l’ingegnere invece la colpa è altra: “Se avessimo avuto il fiume più pulito a valle, le cose sarebbero andate diversamente, i famosi isolotti di ghiaia che una piena avrebbe spazzato via secondo gli esperti e ancora sono lì”. Invece già il giorno dopo l’alluvione si è visto che la piena aveva spazzato via gli isolotti o “barre”: lo dicevano gli occhi, i filmati e soprattutto le misure, effettuate il 24/09/22 sulla profondità dell’alveo, dal ponte della ferrovia alla foce: la profondità era mediamente oltre mt. 3.00, con punte di mt.4.00, ben maggiori di quanto previsto,mt. 2,50 , dal progettista nel dragaggio che il Consorzio avrebbe dovuto fare e di cui ha sospeso i lavori, non certo per un cavillo burocratico ma bensì per un errato smaltimento del materiale dragato.Le misure del fondale del fiume sono state confermate da un secondo rilievo effettuato il 08/10/22.

Dunque il tappo la causa del disastro non è stata la “barra” di sedimenti (si forma in estate, bassa portata del fiume, mesi roventi e sempre più siccitosi) che si è immediatamente dissolto con la piena. Purtroppo in questi ultimi anni si è generata nella popolazione senigalliese una sorta di paura, anche causata da articoli di stampa che indicano nella “barra di foce” come causa dell’aumento del rischio idraulico della città. Cosa del tutto non vera in quanto la “barra” in caso di piena viene immediatamente spazzata via.

Il tappo era dunque solo uno: il ponte, il suo massiccio parapetto, ponte che da oggi sarebbe meglio chiamare diga. E con lo scolmatore al porto, che ancora rivendica di voler fare l’ingegnere Saqer, avremmo l’opera completata: la città sommersadall’acqua e il porto distrutto.

Conclude l’ingegnere: Per sistemare i fiumi ci vogliono gli ingegneri, non gli avvocati. E se si riferisce a ingegneri idraulici, è l’unica cosa su cui concordo con lui.

Pertanto  alla prossima piena se non si ridurrà la portata massima a monte della città con adeguate vasche di espansione (come del resto viene fatto in ogni parte d’Italia si avràl’ennesima esondazione del Misa dovuta anche al nuovo “Ponte degli Angeli” che con il suo parapetto a monte farà ancora da tappo.

Propongo di cambiare quello degli angeli non più Ponte, ma Diga.

Egregi saluti
Ing. Mauro Rognoli – Senigallia 08 ottobre 2022

Commenti
Ci sono 7 commenti
marcof11 2022-10-17 19:48:44
Dai video si vede che l'acqua raggiunge l'altezza dei parapetti del ponte e poi inizia defluire sulle sponde a destra e sinistra. Quest e'. vero, Ma se il parapetti del ponte erano con colonne come prima l' acqua sarebbe uscita immediatamente passando tra le colonne e innondando sia a destra che a sinistra . A meno che una paratia mobile e robusta venga elevata chiudendo il ponte, appena il livello del fiume supera un livello di guardia. . In questo modo si guadagnerebbe un po' di volume di deflusso, per lo meno in quel punto , che basti non credo proprio,, senza una catena di interventi a valle e a monte.. Ing. Marco Foa
Glauco G. 2022-10-18 09:42:30
Come prima cosa ...volevo confermare la mia previsione sul fatto dell'isolotto...purtroppo, questa estate, avevo già commentato la cosa dicendo che...prima o poi qualcuno avrebbe preso come pretesto l'isolotto per eventuali esondazioni (previsione esondazione azzeccata)..ed eccolo arrivato puntuale...ma come si fa a pensare che l'isolotto (spazzato via forse in 5 minuiti) sia la causa di tutto questo? nemmeno mia nipote di 5 anni riesce ad arrivare ad una idea così priva di ogni fondamento...vabbè.. detto questo...parliamo del ponte? aperto? chiuso? ma ancora stiamo parlando di questo? il ponte è un ostacolo alle piene.. lo è oggi.. lo sarà domani...il ponte, secondo me, è stato progettato malissimo (lo dico dal giorno 1)..a quanto pare sembra "robusto" ma troppo in basso (trascuro l'estetica che è personale e che mi riporta ad un cavalcavia dell'autostrada)...e crea uno ostacolo aggiuntivo al fiume.. è un dato di fatto.. non esiste nulla che può confutare questa tesi..oppure mi sbaglio e i vari video dove si vede bene che il ponte crea un ostacolo sono solo fotomontaggi? ...secondo voi questo ostacolo ha salvato Senigallia? è questo (quasi) che devo leggere? ma scherziamo? se non scherzate allora proponiamo di chiudere quasi tutto il fiume così vedrete che bella esplosione avremo la prossima volta...creiamo 40 ponti che faranno da diga...ma siamo pazzi? il ponte.. come TUTTI i ponti che sovrastano i fiumi.. vanno fatti molto al di sopra del limite massimo del fiume...devono lasciare passare TUTTO e non creare barricate DANNOSE....ecco come vanno progettati.. punto. non puoi farci nulla.. devi fare così e solo così.. altrimenti sono solo l'ennesimo ostacolo al fiume...E ora la vasche di espansione …ci affidiamo ad un progetto degli anni 80? un progetto che calcolava una certa piena con una certa quantità d'acqua? ok, secondo me, siamo spacciati.. attenderemo con gli stivali la prossima esondazione (anche con le vasche attive)..nessuno calcola che le vasche si potranno riempire velocemente e una volta riempite non saranno più capaci di fare il loro lavoro? parliamo di un'opera che.. una volta riempite,....perderanno il loro utilizzo progettuale...qui non sono un esperto e potrei tranquillamente sbagliare.. ma ho i miei terribili dubbi...speriamo bene....Sarò il più sciocco di tutti ma continuo a dire che gli argini vanno alzati.. purtroppo serve quello a Senigallia.. saranno brutti? forse si..ma ricordiamoci che quello che vediamo oggi (e che ci piace) è stato creato in passato proprio per evitare esondazioni.. prima era tutta una banchina per le navi...bassa stile porto...poi hanno deciso di creare quello che abbiamo oggi...non lo vedo così brutto...comunque...fondali.. pulizia.. vasche.. ponti...io aspetto solo la prossima volta che accadrà.. perchè accadrà... poi.. torneremo tutti a parlare di come, fino a quel giorno, tutto quanto fatto non sarà servito a nulla. ecco la mia attuale previsione (che spero davvero di sbagliare)...terrò pala e stivali pronti...è l'unica cosa che un ignorante in materia come me può fare...posso solo fidarmi degli esperti sperando che non commettano errori (purtroppo potenzialmente mortali)...ad oggi..il poco fatto..non è servito a nulla (ponte compreso).
estar 2022-10-18 16:45:46
@Glauco G ogni volta che sento la parola “esperti” mi viene in mente questa vignetta.
https://m.facebook.com/AmbienteBio/photos/a.116126148475601/2661637333924457/?type=3
leofax 2022-10-18 17:33:21
Lo chiedo a qualche ingegnere idraulico. Nel caso di un escavo dell'alveo dal ponte Portone, ponte Garibaldi, Corso, statale 16 con esclusione di quello ferroviario, di un paio di metri, aiuterebbe la piena a rimanere dentro gli argini escludendo l'esondazione del centro storico ?
L'unico dubbio che ho, é che sia il ponte Garibaldi e quello della statale, non abbiano le pile abbastanza profonde.
Leonardo Maria Conti
Mario Rossi 2022-10-18 20:23:15
Glauco G. non concordo quello che dici sulle vasche d'espansione, se la pioggia perdura per giorni, allora si sarebbero inutili, ma in questo caso che è stata un'ondata, una catastrofica ondata, certamente non avrebbe evitato danni, ma li avrebbe ridotti di moltissimo !! concordo invece sul fatto che i ponti, tutti i ponti, devono essere costruiti almeno 50 cm sopra gli argini !!
roby1957
roby1957 2022-10-18 22:59:10
A tutti gli esperti che mi precedono sui commenti ed in particolare all'ing. Rognoli chiedo come mai se la colpa è della "diga" degli Angeli l'acqua passava anche la banchina della darsena Bixio, tant'è che i pescatori hanno spostato le barche ormeggiate nella banchina dove ci sono le 2 portelle ovvero il vecchio ingresso del porto dal canale. Oltre a guardare i filmati, che in molti casi riprendono solo una parte del problema, si vedeva "de visu" l'arrivo della piena sul ponte della statale 16 si sarebbe notato che il tappo è stato proprio il ponte stesso con tutta la vegetazione arrivata compresi tronchi enormi che hanno ostruito per primo la campata centrale, poi quella lato Ancona e poi la restante facendo innalzare rapidamente il livello del fiume. Oltretutto anche il ponte della ferrovia ha dato una mano ad ostruire la piena. Inoltre, per finire, mi chiedo quanto costerà alla città ripulire l'arenile da tutti i detriti legnosi che il mare prima o poi porterà a riva.
Glauco G. 2022-10-24 09:15:43
@Mario Rossi...hai giò confermato la mia tesi..quando dici "Glauco G. non concordo quello che dici sulle vasche d'espansione, se la pioggia perdura per giorni, allora si sarebbero inutili".....quindi dobbiamo sperare che non ci siano più le piogge che durano per molti giorni? purtroppo..prima o poi..ci saranno...quindi? cosa faremo? a cosa saranno servitte le vasche? un'opera è valida quando prevede tutto non quando prevede solo qualcosa.
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