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“I desideri come cura per le dipendenze”. Philoaddiction commuove e fa riflettere

Si è chiusa con successo la giornata del nuovo minifestival di Senigallia targato Popsophia - FOTO

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Philoaddiction al Teatro La Fenice di Senigallia

Buona la prima di Philoaddiction, va in archivio la prima edizione del festival dedicato alla riflessione sul mondo delle dipendenze che si è svolto a Senigallia.

Tantissime sabato le presenze che hanno affollato prima l’auditorium San Rocco incapace di ospitare il pubblico numeroso intervenuto e, a seguire, il teatro La Fenice dove si è svolto lo show filosofico musicale che ha attinto all’universo delle serie tv, del cinema e della musica per raccontare come desideri, paure e incertezze dell’oggi costruiscano la dimensione umana.

Philoaddiction all'Auditorium San Rocco di SenigalliaPhiloaddiction al Teatro La Fenice di SenigalliaPhiloaddiction al Teatro La Fenice di Senigallia

“Abbiamo scelto la parola addiction per la sua etimologia, “addictus” nel diritto romano era colui che non riusciva a pagare un debito e diventava schiavo del suo debitore. La dipendenza nel mondo contemporaneo è legata non solo alle sostanze, ma a tutte quelle debolezze che ci rendono schiavi, spesso sono le nuove tecnologie, dallo smartphone ai social” – ha spiegato Lucrezia Ercoli in apertura.

“C’è da parte nostra molta soddisfazione e felicità per questo festival – il bilancio del dirigente Asur Maurizio Mandoliniabbiamo trascorso gli ultimi giorni a tentare di immaginare quanta gente potesse accogliere un progetto di questo tipo e la risposta è stata oltre ogni previsione, da anni portiamo avanti azioni contro gli abusi e le dipendenze e abbiamo ritenuto che aprirci a nuove narrazioni fosse fondamentale per intercettare i disagi contemporanei”.

Ospite in apertura anche il consigliere regionale Carlo Ciccioli che ha portato i saluti della Regione: “la Regione crede in Popsophia – ha detto – perché interpreta la contemporaneità che è più difficile da leggere rispetto al passato in quanto è un terreno inesplorato e ci si avventura su strade mai percorse”.

Fabio Cantelli Anibaldi con Lucrezia Ercoli a PhiloaddictionFilippo La Porta a PhiloaddictionRiccardo Dal Ferro a Philoaddiction

La prima parte all’Auditorium San Rocco ha visto protagonisti il critico Filippo La Porta che ha presentato la doppia vita di medici scrittori come Cechov, Celine e Carlo Levi, accomunati dall’esperienza umana della professione. La Porta ha tracciato un excursus attraverso il significato della “cura” dall’antichità classica fino agli autori contemporanei. Toccante e capace di arrivare alla radice prima delle dipendenze la testimonianza di Fabio Cantelli Anibaldi, filosofo ed ex ospite di San Patrignano che ha ripercorso la propria esperienza, dagli abissi dell’abuso da sostanza, fino alla guarigione, individuando nelle “passioni” l’alternativa al mondo della droga. Passione che nel suo caso ha coinciso con la lettura e la scrittura. “Serve a mio avviso un’educazione ai desideri per uscire dall’empasse tra la nostra voglia di ritornare all’esperienza del ventre materno come dimensione dell’amore incondizionato e la tragica consapevolezza della nostra finitudine. Può sembrare un paradiso perduto, in realtà è proprio la sua finitudine e il suo limite ciò che rende la vita appassionante”.

La serata è proseguita poi con il “philoshow” lo spettacolo filosofico musicale ideato da Lucrezia Ercoli e con la band Factory. 500 i presenti in teatro per un viaggio che è stato lo specchio del mondo delle dipendenze contemporanee rappresentate da serie tv di grande successo come Euphoria, Stranger things, ma anche “Strappare lungo i bordi” di Zero Calcare, manifesti generazionali letti e compresi attraverso la cassetta degli attrezzi della filosofia e dei classici del pensiero. Il filosofo Riccardo Dal Ferro ha sottolineato che “l’essere umano è per sua natura dipendente, dagli applausi, dal consenso, dal compiacimento e il lavoro di emancipazione è difficile perché significa accorgersi della fatica del vivere”. La musica dal vivo, con brani che hanno spaziato da “La cura” di Battiato a “Walk on the wild side” di Lou Reed fino a “Rehab” di Amy Winehouse ha accompagnato lo spettacolo.

Una data zero per Senigallia che ha riscosso un successo di pubblico e di critica e che avrà, in collaborazione con dipartimento prevenzione dell’Asur Ambito sociale e territoriale 8 e Unione dei comuni della Marca Senone nuovi spunti e progetti nel corso dell’anno.

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