“Prolungare la banchina di levante ha impatti positivi su foce Misa e porto di Senigallia!”
Alcune associazioni criticano le affermazioni dell'amministratore di Gestiport Spa e il progetto dell'attuale Porto della Rovere
La partecipata comunale “Gestiport Spa” per il tramite del suo amministratore unico: Mauro Rognoli, ha commissionato uno studio ad hoc al Dipartimento di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche per stabilire gli effetti del prossimo prolungamento della banchina di Levante del Fiume Misa di circa 100 metri previsto dall’Autorità di Bacino.
Dalla relazione non si riesce a capire quali meccanismi mentali abbiano portato l’amministratore unico di Gestiport ad affermare che: “Lo studio, datato aprile 2022, è ora a disposizione di chi volesse visionarlo: sia online che presso la sede di Gestiport. Mantenere la profondità del fondale è indispensabile per evitare danni alle varie attività marittime e nautiche che si svolgono nell’area portuale: prospettare un prolungamento della banchina di levante non sembra la soluzione idonea per il problema della barra di foce”.
L’area portuale nella prima darsena è continuamente “in secca” (mancanza di fondale per essere transitata in sicurezza) a causa del continuo insabbiamento operato dalle correnti marine dominanti che sono da sud-est a nord-ovest e sono le più intense nelle nostre acque.
Le correnti marine dominanti trasportano, o asportano, il materiale presente sul fondo parallelamente alla costa e quando a Senigallia incontrano il primo sbarramento, quello della banchina di levante del Misa, depositano parte del materiale tra la sommità della banchina e la spiaggia. Il rimanente del materiale di fondo mosso dal moto ondoso si deposita alla foce del fiume Misa per effetto del secondo sbarramento, quello della banchina di levante dell’imboccatura del porto che è più avanzato del primo.
Quello che rimane del materiale di fondo viene depositato all’ingresso del porto e sulla spiaggia di “Marina Vecchia” come chiamano i Senigalliesi la spiaggia a nord del Misa.
Questa è la situazione attuale: situazione che costringe la regione e l’amministrazione comunale a stanziare continuamente fondi per rimuovere il materiale depositato all’ingresso del porto!
Ciò accade perché il progetto del Porto della Rovere è stato “sbagliato clamorosamente” come è stato sbagliato chiudere il vecchio ingresso del porto perché questa apertura avrebbe contribuito a mantenere il porto più efficiente.
Il materiale che oggi viene trasportato dal fiume va inesorabilmente a finire nel porto a causa della banchina di levante del fiume più corta di quella di ponente (Banchina che coincide con quella del porto) e quindi le correnti dominanti lo trasportano dentro le darsene del porto. Abbiamo inserito una delle due foto presenti nella relazione a pag. 23 a riprova di ciò.
Questa realtà mostrata dalla foto, che si voglia capire o meno, è la drammatica realtà che vivono il nostro porto e il nostro fiume per una ottusità progettuale operata di chi era il direttore dei lavori per l’area portuale.
Nella relazione del Ministero dei Lavori Pubblici del 31 gennaio 2001, quella che ha permesso la realizzazione dei lavori, è scritto chiaramente che il collegamento controcorrente alla 3^ darsena doveva rimanere aperto per agevolare lo smaltimento delle piene del Misa e che se la foce continuava ad interrarsi doveva essere prolungata la banchina di levante del Misa di oltre cento metri per evitare l’interramento dovuto alle correnti dominanti di sud-est.
Con il prolungamento della banchina del Misa l’effetto ottenuto è pertanto migliorativo per evitare l’insabbiamento della foce del Misa ma lo è anche per l’ingresso del porto perché il materiale trasportato viene affidato alla correnti marine molto al di là dell’ingresso del porto.
Questa realtà è confermata anche dalla modalità con cui sono stati costruiti tutti i porti nelle Marche: “I porti hanno tutti la banchina di levante più lunga di quella di ponente“.
Oltre a ciò gli ingressi dei porti sono ben più al largo rispetto al nostro e quindi si trovano dove c’è più profondità e quindi meno trasporto di materiale di fondo.
A.P.S. NOVUM
CONFAPI – ANCONA
Comitato a difesa del territorio Area agricola di compensazione idrica località Brugnetto
Coordinamento Alluvionati
O.F.S. Senigallia
Senigallia Bene Comune
Guarda caso, avendo 77 anni, e il porto canale di Senigallia lo conosco bene, come è scritto sull'articolo, prima del nuovo avamporto, non ho mai visto isolotti vari. Negli anni 50 arrivavano i piroscafi sul porto canale per scaricare il grano. Da quando hanno inventato le Regioni e hanno tolto le Opere Marittime e i cantieri Escavazione Porti, la situazione è precipitata. Qualcuno si ricorda la Vittorio Veneto che era una draga che puliva il fondale e aveva al seguito le bettoline attaccate ad un rimorchiatore ? E ancora, La Vigliena che era una nave unica nel suo genere che tramite grossi tubi prelevava la sabbia dal porto e la lanciava sia sul litorale di levante o di ponente ? Ora si fa tutto con i moto-pontoni. Anche l'errore di chiudere l'istmo tra il canale e la darsena Bixio, che in caso di piena era una valvola di sfogo per il fiume e serviva come ottimo presupposto per far dragare spesso l'intero porto canale. Altro che Porto di Mare !!!! Era molto meglio il Porto Canale di allora.
Leonardo Maria Conti
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