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Giovedì 14 luglio Genius loci al Festival del Cinema di Senigallia: il film “Come Niente”

Quarta serata della rassegna in programma al Teatro La Fenice

Festival del Cinema di Senigallia - Come niente

Cinema e territorio: è genius loci? Riesce il cinema a rilevare e rappresentare l’identità di un luogo? I suoi problemi?

Lo verificheremo giovedì 14 luglio ore 21.30  teatro La Fenice con la proiezione del film Come niente (2021) di Davide Como Italia 2021, 99’ con Franco Oppini, Valentina Bivona, Greta Mecarelli, Victor Carlo Vitale, Andrea Bruschi. Film totalmente marchigiano dal regista alla produzione alla sceneggiatura.

Davide Como regista, Fabrizio Saracinelli produttore, Giulia Betti sceneggiatrice e Victor Carlo Vitale attore coprotagonista saranno presenti in sala. Ingresso libero.

Una commedia che racconta un rapporto, mai esplorato e sorprendente, tra un nonno e le due nipoti.
Giancarlo Zappoli (Mymovies)

Greta è una giovane promessa del calcio femminile incapace però di tenere a freno gli scatti di nervi. Anche perché la madre soffre di instabilità psichica al punto di dover essere ricoverata. Greta e la sorellina Caterina debbono andare a vivere con il nonno materno che non ha mai avuto un buon rapporto con la figlia.

Girato in tempi di pandemia (giugno) nell’area intorno a Camerino, l’opera prima di Davide Como si propone di valorizzare un territorio che molto ha sofferto (ed ancora soffre) per il sisma che lo ha colpito nel 2016.

Alla bellezza della natura marchigiana si contrappongono le SAE (Soluzioni abitative di emergenza), casette in cui non manca l’essenziale dal punto di vista strettamente materiale ma che sono prive dell’anima di quei borghi che costituiscono il tessuto connettivo dell’Italia. Pur operando su una sceneggiatura che denuncia qualche debolezza (il finale è facilmente prevedibile e la figura del sacerdote più stereotipa che realistica) Como mostra sicurezza sia dal punto di vista della padronanza del linguaggio cinematografico (è sufficiente la sequenza di apertura a darne testimonianza) sia su quello della direzione degli attori.

Il nonno di Franco Oppini ha le ruvidezze, l’ironia e la fragilità giuste per portare sullo schermo un uomo che ha qualcosa da rimproverarsi e fa fatica ad accettarsi e quindi ad accettare gli altri. Il falco pellegrino di cui attende il ritorno finisce così con il sintetizzare ciò che nella vita ha avuto ed ha perso. Ma se il noto attore può anche non sorprendere, a farlo sono la già esperta ma comunque giovanissima Valentina Bivona e la piccola Greta Mecarelli. Se quest’ultima riesce ad esser credibile nella sua difficoltà uditiva e nel suo rifugiarsi in un rapporto con gli alieni a compensazione di quello problematico con la madre, Bivona offre a Greta tutta la corazza di insulti e di aggressività propria di chi non vuole mostrare la fragilità che deriva da una situazione familiare in cui l’affetto e il disagio convivono. Non potendo più prendere a calci un pallone continua farlo con la vita alla ricerca di qualcuno che la alleni ad affrontarla.

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