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Deteneva armi illegalmente in casa a Senigallia: assolto operaio

Due fucili mai denunciati alla Polizia hanno portato l'uomo in Tribunale, ma non ci fu dolo

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Fucili sequestrati

Era la fine di febbraio 2016 quando i Carabinieri della Compagnia di Senigallia entrarono nella casa di un operaio senigalliese per una perquisizione, rinvenendo e sequestrando due fucili appesi al muro, mai regolarmente denunciati dal proprietario presso il Commissariato.

L’uomo fu così denunciato per detenzione illegale di armi: deferimento che lo ha portato fino in tribunale, con un iter che si è concluso lunedì 4 aprile ad Ancona, dove il Giudice Fancello ha assolto l’imputato, accogliendo la tesi difensiva del suo legale, l’avvocato Corrado Canafoglia.

In particolare, l’avvocato ha portato avanti l’istanza che quei fucili erano appesi da tempo immemore all’interno dell’abitazione dell’operaio senigalliese, che prima di lui era stata di proprietà di suo nonno e di suo padre, deceduto nel 2011.

In definitiva è stata sostenuta l’insussistenza dell’elemento psicologico del reato, cioè l’assenza di dolo nel non voler denunciare la detenzione dei fucili: proprio su queste basi è giunta l’assoluzione da parte del giudice. In questo modo, l’operaio di Senigallia ha evitato di incorrere in una condanna che, per il reato di detenzione illegale di armi, prevede da 1 ad 8 anni di reclusione.

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