L’Associazione Novum: “Il Pnrr che vorremmo”
"L'economia umanistica di Valerio Malvezzi per una autentica rinascita made in Italy"
I media “mainstream” si guardano bene dal dirlo, ma la verità è che dovremmo evitare di prendere i soldi del Recovery Fund, i quali vincolati a condizionalità molto pesanti (elencate nelle raccomandazioni paese emesse dalla Commissione Europea), assomigliano alla mela avvelenata di Biancaneve.
Molti paesi membri della UE lo hanno capito ed hanno preferito rinunciare a questi soldi (li abbiamo presi solo noi e….guarda caso la Grecia) potendo reperire i fondi necessari alla ricostruzione sul mercato a tassi di interesse solo modestamente più alti di quelli “esca” offerti dal Recovery.
Va bene, ma allora cosa si dovrebbe fare? – chiederebbe il lettore a questo punto – Presto detto. Duecento miliardi di investimenti nei settori che servono all’economia italiana emettendo, come hanno fatto gli altri stati europei, titoli di stato il cui tasso di interesse (basso) sarebbe garantito dalla attuale politica monetaria della BCE.
Inoltre, per invogliare le famiglie italiane ad acquistare questi bond patriottici, si garantirebbe la defiscalizzazione dei risparmi come avvenne nel dopoguerra. I soldi così raccolti andrebbero a tutelare le piccole e medie imprese italiane, non già le grandi aziende “corporate” protagoniste del documento dei Trenta. Cinquanta miliardi all’anno per 4 anni, 1/3 in ristori e 2/3 per la rinascita, restituibili in 30 anni e garantiti dallo Stato tramite banche pubbliche all’unica condizione di promuovere occupazione stabile.
La storia d’Europa si è evoluta nei secoli portando alla formazione di tante realtà (gli stati nazione) diverse fra loro in tutto (a cominciare dalla lingua) ad eccezione della comune matrice cristiana. L’UE vuole annullare tutte queste diversità; lo fa su mandato delle grandi aziende multinazionali che traggono il massimo profitto standardizzando la produzione con prodotti a taglia unica per tutti. L’Italia è il paese che più di tutti ha da perdere in questo processo di omologazione forzata.
Quello che più stupisce è l’atteggiamento della classe politica, con la sola eccezione del sen. Gianluigi Paragone (che è stato sabato 5 giugno a Senigallia in piazza Roma per tenere una conferenza), gli altri politici fanno finta di non capire quello che sta succedendo. Probabilmente sono un ingenuo; lo sanno benissimo, ma sono anch’essi a libro paga della globalizzazione.
Da A.P.S. NOVUM
Claudio Piersimoni
Caterina Rinaldi
Egidio Cardinale
Francesca Mancinelli
Giorgio Sartini
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