La storia di Alda Renzi in un libro
Ultima pubblicazione di Marco Severini, presidente dell'ASC Senigallia
Ancona, 15 settembre 1943: un manipolo di tedeschi conquista Ancona senza sparare una cartuccia; la città ha 4.000 soldati italiani che potrebbero fronteggiare facilmente quest’improvvisa occupazione; ma i generali italiani non assumono alcuna decisione; così i tedeschi prima disarmano i nostri soldati, poi li dichiarano prigionieri di guerra e infine li trasferiscono come Imi (Internati militari italiani) nei campi di deportazione in Germania.
Di tutto ciò si accorge una sarta anconetana, Alda Renzi, analfabeta ma gran lavoratrice, vedova da 25 anni e con quattro figlie: Alda abita nei pressi della caserma Villarey; non si capacita di quella resa clamorosa e pensa a come salvare quante più vite possibili; chiede e ottiene l’aiuto della gente del posto. S’ingegna questo stratagemma: avendo notato che i familiari dei militi italiani possono ricevere le visite dei familiari, pensa di travestire quanti più soldati da donna, frate, prete, suora, pur di farli uscire dalla caserma e farli tornare liberi; lei e le sue amiche sarte per un mese cuciono, rammendano e realizzano abiti, parrucche e altro. Il piano, rischiosissimo, riesce: nel giro di un mese vengono salvate centinaia di persone.
Da 78 anni questa storia attendeva di essere raccontata e ora lo fa, grazie a una documentazione inedita, Marco Severini (Università di Macerata) con il libro “Fuga per la libertà. Storia di Alda Renzi e di un salvataggio collettivo nel 1943”(Ed. Aras, 2021, pp. 228), appena uscito.
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