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Il dottor Ansuini va in pensione: il saluto a colleghi e pazienti dell’ospedale di Senigallia

"Il covid cambierà le nostre vite per sempre. Budget tiranno, ma la salute è interesse collettività"

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L'ospedale di Senigallia
Il dottor Andrea Ansuini va in pensione e saluta i suoi collaboratori, in una lettera inviata anche ai giornali, che pubblichiamo integralmente.
 

Anche per me, oggi è giunto il giorno del pensionamento, ed esprimere tutto quello che provo in questo momento confesso risulta particolarmente difficile. Solitamente quando ci si congeda dal lavoro si è soliti condividere questo momento comunque importante con tutte le persone che ti hanno accompagnato negli anni durante il tuo percorsoprofessionale. 
 
Tutto ciò oggi ci viene negato dalla situazione attuale che ha cambiato e cambierà la nostra vita per sempre…Si è soliti fare un bilancio di ciò che si è fatto e di cosa non si è fatto, di come professionalmente e non abbiamo agito, dei “successi” e delle “sconfitte”, dei momenti felici e di quelli bui…
Lascio il giudizio a chi mi ha conosciuto apprezzato e anche denigrato non essendo, per mia  natura , in grado di giudicare nessuno.
I ricordi del passato più lontani, come spesso avviene, sono lì presenti e nitidi ed appaiono migliori di quelli presenti, e così il ricordo dei tanti colleghi conosciuti fino ad oggi e a coloro che prematuramente scomparsi, hanno lasciato un vuoto incolmabile nel nostro animo.
 
Per ciò che abbiamo fatto in questi anni insieme, il rapporto con gli “amministratori” e “istituzioni” del passato remoto che molti, negli ultimi anni, hanno avuto modo di rimpiangere, ognuno tragga le sue conclusioni, così come io traggo le mie…
Un pensiero particolare va a tutto il personale sanitario, medico, infermieristico, ausiliario ed agli addetti alle pulizie che con pazienza infinita mi hanno “sopportato” pur nei contrasti talvolta avuti, inevitabili in una famiglia così “allargata”.
 
Mi piace ricordare con affetto infinito i tanti pazienti e familiari che ancora oggi si ricordano di noi con attestazioni di affetto a distanza di anni e che ci hanno supportato nei mesi terribili della prima ondata pandemica, lungi da esserepurtroppo finita….segno tangibile che nella condivisione della malattia e sofferenza siamo stati , e lo siamo ancora, semplicemente quello che un paziente e i familiari si aspettano da coloro cui affidano la propria salute, con  l’angoscia e l’ansia in quei momenti particolarmente critici… e di questo dobbiamo essere “orgogliosi”.
 
Come non ricordare infine, le emozioni provate durante le procedure per il prelievo d’organi per ridare una vita dopo la morte e la condivisione con chi aveva dato il consenso alla donazione in un momento così tragico come la perdita di un proprio caro…questo nessuno potrà mai togliercelo.
 
Noi anestesisti rianimatori, infermieri e personale ausiliario abbiamo sempre lavorato nell’ombra, ritratti che leggiamo un giornale in sala operatoria mentre il chirurgo opera e salva le vite. L’anestesista ti addormenta e poi quando l’intervento è finito ti risvegli.Invece l’anestesista rianimatore era lì e c’è sempre stato. C’era in sala parto quando siete nati con parto cesareo e non solo, c’era quando vi hanno tolto le tonsille, c’era quando avete fatto l’incidente col motorino e l’ortopedico vi ha messo due viti nella gamba, c’era quando tuo figlio dopo essersi cappottato con la macchina è finito in Rianimazione, c’era quando tua nonna non riusciva a respirare e l’hanno portata all’ospedale.
 
Oggi medici e pazienti, quindi tutti i cittadini, pagano scelte , che in nome del pareggio di bilancio, hanno anteposto il profitto di pochi alla salute e al benessere di tutti. Era solo il 1978 quando la Partigiana Tina Anselmi istituì il Sistema Sanitario Nazionale perché la salute potesse essere un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.
 
Il budget è sempre tiranno. Il budget è stato ed è più importante della salute dei pazienti, dei medici e di tutti gli operatori sanitari che dovevano essere i primi ad essere sottoposti a prevenzione e protezione durante la prima fase pandemica. Invece gli operatori sanitari, quelli in prima linea, durante la prima fase, sono stati lasciati senza dpi o con dpi di scarsa qualità in strutture completamente inadeguate, spessolasciate nell’incuria, più totale… Questo ha esposto non solo tanti operatori al contagio, ma ha fatto si che essi siano stati fonte di diffusione del virus all’interno degli ospedali e delle RSA… I lavoratori della sanità sono stati esentati dalla quarantena, costretti a continuare a lavorare anche se potenzialmente positivi…
 
Nonostante la grave carenza di personale medico, infermieristico, ausiliario, strutturale e tecnologico l’ospedale ha continuato e continua a garantire tutte le cure possibili grazie alla estrema professionalità e spirito di appartenenza che è stata sempre dimostrata.
 
Spero di aver imparato che la vita di un solo paziente è più importante del budget di un’intera azienda ospedaliera, scrollandosi di dosso l’indifferenza e a prendere coscienza del proprio presente, armandosi di tolleranza e dialogo, di empatia, di attivismo.
 
Un grazie particolare a mia moglie e figlie che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato nei momenti difficili, senza le quali sicuramente non avrei superato le difficoltà incontrate in tanti anni di professione; un pensiero infine per mio padre a cui devo tutto come uomo e come medico.
 
Ora un nuovo compito difficile, gravoso, impensabile per me fino a pochi mesi fa mi attende; essere consigliere in comune mi dà delle responsabilità gigantesche, con attese enormi da parte di tutti Voi operatori sanitari e cittadini che quotidianamente mi contattate….
 
Farò di tutto per non deludervi.
 
Con affetto infinito Andrea
 
 
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