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Senigallia, ristorante apre in protesta a misure anti-Covid: arrivano Polizia e Carabinieri

Da giorni l'esercizio aveva annunciato l'adesione a #ioapro1501. Gestore e clienti sono stati identificati e scatteranno le sanzioni

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Ristorante Statale 16 alla Lanterna

Non era un mistero che il ristorante Statale 16 alla Lanterna avrebbe aderito alla protesta dei ristoratori #ioapro1501. Lo aveva annunciato il suo gestore attraverso i canali social ed era quindi certamente attesa per la sera di venerdì 15 gennaio la visita, oltre che di alcuni clienti, anche delle forze dell’ordine.

Così è stato: nel ristorante di Marzocca di Senigallia, che dopo le 18 di venerdì 15 è rimasto aperto per protesta alle misure anti-Covid, che imponevano la chiusura a quell’ora (e che da domenica 17 la estenderanno a tutta la giornata, dato il passaggio delle Marche in zona arancione), si sono presentati Polizia e Carabinieri per procedere all’identificazione del gestore, del personale e dei clienti presenti.

Per tutti si attende ora l’arrivo di sanzioni per violazioni alle misure di contenimento alla diffusione del Covid-19: a queste appare certo che verrà risposto con una raffica di ricorsi, come si indica di fare a quanti hanno aderito all’iniziativa di protesta #ioapro1501.

Tale “sciopero al contrario” dei ristoratori, ovvero l’apertura fuori dall’orario consentito dai DCPM governativi, garantendo comunque distanziamenti tra i tavoli e i commensali ed impiego di tutte le precauzioni per ridurre le possibilità di contagio, come mascherine e gel igienizzanti, è infatti andato in scena la sera di venerdì 15 gennaio: partito proprio da un ristoratore marchigiano, di Pesaro, ha raccolto adesioni sparse in tutta Italia, con il conseguente schieramento di opposte correnti di pensiero tra gestori, cittadini e politici anche di livello nazionale.

C’è stato infatti chi ha incensato questa forma di protesta, affermando la necessità prioritaria di ripartire per non morire economicamente, e chi ha messo all’indice l’iniziativa, sottolineandone l’inopportunità sul fronte sanitario e civico e l’illegalità di fronte alle norme a cui la grande maggioranza della gente (e dei ristoratori stessi) si attiene.

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