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Associazione Storia Contemporanea, 10 anni di confronto, ricerche e pubblicazioni

L'associazione, sede a Senigallia e oltre 400 soci, nasceva il 13 gennaio 2011

Ottica Casagrande Lorella - Ottica a Senigallia
foto convegno ASC (1)

Dieci anni fa, in un’aula gentilmente concessa della Facoltà di Lettere dell’Università di Macerata, 16 soci fondatori davano vita all’Associazione di Storia Contemporanea, sotto la guida del professor Marco Severini.

Le idee di fondo erano semplici: scrivere la storia basandosi su originali ricerche e ampie letture e con uguale attenzione alla narrazione e all’interpretazione; insegnare la ricerca storica ai giovani e avviare nuovi percorsi di indagine, valorizzandone alcuni coltivati da altre discipline umanistiche; sviluppare l’ottica centro-periferia, un’analisi cioè che ricostruisse determinati eventi sia sul piano “centrale” (un organismo, uno Stato, un’entità sovranazionale etc.) sia su quello dei territori e delle periferie (troppo spesso snobbati dagli studi) e delle loro osmotiche relazioni.

I valori di riferimento dell’Associazione sono sempre stati la gratuità e l’accoglienza (sono stati accolti, come stage o in altre forme, numerosi studenti universitari italiani e stranieri), una cultura della critica e dell’iniziativa, il dialogo e il confronto con altri saperi e discipline, senza dimenticare l’attività di beneficienza, costantemente esplicata a livello nazionale.

Tutto ciò è stato ideato, progettato e sviluppato in maniera democratica, come frutto di un dialogo e di un confronto tra i soci, rigettante impulsi modaioli e il ricorso alle sbandierate eccellenze, avulso da autoreferenzialità e baronie. Dopo il primo triennio trascorso a Macerata, l’Associazione ha trasferito la propria sede, il 23 maggio 2014, a Senigallia dove ha sede in via Chiostergi 10. Abbiamo ospitato nella nostra città, nell’ambito di rassegne e iniziative che hanno fatto breccia nella cittadinanza, studiosi di rango nazionale e internazionale e abbiamo fatto di essa un centro di ricerca internazionale degli studi odeporici, una sede fissa che ospita ogni anno convegni di studio di notevole rilevanza (nella foto alcuni scatti di quello del 2017).

Questi i principali risultati conseguiti, comunicati in importanti kermesse nazionali e internazionali (a partire dal Salone Internazionale del Libro di Torino dove l’Associazione è stata costantemente presente con un proprio stand) e in prestigiose università estere (francesi, tedesche, portoghesi, statunitensi e così via): una nuova riscrittura della storia delle donne in età contemporanea, valorizzando momenti cruciali (la vicenda delle proto elettrici italiane ed europee del 1906; la legge sulla capacità giuridica della donna del 1919; l’ingresso delle italiane nella vita politica nel secondo dopoguerra) e ricostruendo tappe significative (il movimento di emancipazione femminile; la lunga lotta delle italiane per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali e per entrare nella sfera pubblica; il ruolo delle “prime” donne che hanno occupato spazi da sempre maschili); una progettualità di medio periodo che indagasse la contemporaneità sulla base dei viaggi compiuti da uomini e donne sulla scorta delle loro testimonianze (avviata nel 2013 con l’editore Marsilio, è prossima al quinto tomo); la rilettura e le nuove ricerche di storia politica concernenti i principali passaggi dell’età contemporanea (il Risorgimento e le guerre mondiali, il fenomeno resistenziale e l’avvento della Repubblica, il sistema partitocratico, i movimenti pacifisti e di contestazione), angolazioni dimenticate ma cruciali nella vicenda storica nazionale (il movimento democratico tra Otto e Novecento, il sovversivismo, la visione “dal basso” degli “ultimi” e dei “dimenticati”) e il confronto con riferimenti culturali ad ampio raggio (il mazzinianesimo e l’interpretazione liberal-democratica della vicenda nazionale italiana da Chabod a Romeo fino agli interpreti degli ultimi tempi; la lettura gramsciana del Risorgimento, a partire dall’opera di Giorgio Candeloro; il pensiero di Croce, Gobetti e Bobbio; l’interpretazione del Novecento di Tony Judt, etc.); la proposta di una nuova storia della storiografia attenta non solo agli studi compiuti, ma soprattutto al lavoro degli storici; l’aver coltivato, tra i primi enti in Italia, la Public e la Local history, promovendo una riscoperta e una rilettura ampia della storia del territorio, con particolare attenzione al contesto marchigiano (è stata realizzata, nell’arco di un decennio e con la collaborazione delle principali realtà storiche regionali, una storia delle Marche nel XX secolo in sette tomi); ancora, un grande lavoro di rilettura della memoria pubblica, dei simboli identitari, della toponomastica nonché il confronto incessante con le più disparate discipline umanistico-sociali, dalla storia dell’arte alla filosofia, dalle lingue e letterature straniere agli studi linguistico-letterari passando per il diritto, lo sport, l’astronomia; è stato proficuamente sperimentato l’approccio con filoni innovativi come gli studi comparativi e di genere; infine, l’attenzione alla rivoluzione digitale, oggetto di uno specifico progetto che sta per decollare. In termini concreti, questo ampio lavoro si è concretizzato in una settantina di pubblicazioni (realizzate con sei distinti editori), pubblicazioni innovative e originali, capaci in qualche modo di lasciare un segno, copia delle quali è a disposizione di ogni cittadino nelle principali biblioteche nazionali (e ovviamente nella Biblioteca “Antonelliana” di Senigallia).

Il lavoro generoso dei soci più sensibili e vivaci ha permesso all’Associazione di curare la propria immagine social, sperimentando contatti e sinergie con altre realtà. Tali risultati sono stati conseguiti grazie a partnership e collaborazioni efficaci, a partire da quella con il Centro Cooperativo Mazziniano di Senigallia per proseguire con la Regione Marche (è una delle trenta realtà da questa tutelate), con ministeri e altri enti nazionali e internazionali (istituti, università, associazioni etc.), con le realtà bancarie del nostro territorio.

Insieme al Centro Mazziniano l’Associazione ha recuperato dalla Francia e posto in essere un articolato progetto d’inventariazione dell’ingente fondo archivistico Chiostergi-Tuscher, riconosciuto di “notevole interesse storico” dalla competente Soprintendenza Archivistica.

L’attività associativa non si è fermata neanche di fronte alla pandemia, anche se al pari di tutti ha dovuto ridimensionare e diversificare ambiti e interventi. In questi dieci anni l’Associazione ha proposto quasi 900 iniziative pubbliche, in Italia come all’estero, e non esiste altra realtà così prolifica nel contesto nazionale: l’Associazione c’è riuscita grazie al contributo (gratuito, va sottolineato) dei suoi soci, arrivati a quota 442.

Ovviamente non ci sono state solo luci in questo percorso: le ombre sono rappresentate da chi è entrato nell’Associazione per poi uscirvi (spesso, dopo aver vissuto in prima persona il proprio, warholiano “quarto d’ora di notorietà”); dai modesti finanziamenti esterni, anche se l’autonomia associativa continua ad essere garantita dalla corresponsione della quota associativa (una tra le più basse a livello europeo); dall’individualismo e dal narcisismo così tipici dei nostri tempi che hanno a volte limitato l’azione dialogica, critica e sinergica propria del lavoro collettaneo; dall’apporto dei soci, che avrebbe sicuramente potuto essere maggiore, nei principali frangenti di rinnovamento – come l’aggiornamento dello Statuto o la programmazione associativa –, che invece è risultato frenato dalla distanza (l’Associazione è radicata in tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti) e da altri compositi fattori; dal confronto con le Amministrazioni pubbliche, a volte franco e osmotico, altre volte, le più, distante e assente. Per fare un esempio concreto, la proposta associativa di intitolare una via di Senigallia alle proto elettrici italiane ed europee, rivolta alla precedente Amministrazione comunale fin dal 2015, è sempre caduta nel vuoto (vedremo come andrà in futuro).

I numerosi progetti in cantiere per l’anno corrente saranno esposti nell’Assemblea dei Soci che andrà in onda, da remoto, sulla piattaforma associativa, mercoledì 13 gennaio 2021, alle ore 18.00.

Più avanti, quando sarà possibile, andrà in scena in una bella realtà del circondario un appuntamento culturale significativo, comprensivo anche dei festeggiamenti di rito, sobri ed essenziali, già pronti.

Al momento, resta una data da ricordare: 13 gennaio 2011.

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