Il parere di Claudio Piersimoni (Vox Italia): “Vietato dubitare”
L'ex candidato alle elezioni per la regione Marche: "Il vaccino diventa dogma"
La matematica e la fisica sono scienze esatte; esse condividono i principi di ripetibilità e riproducibilità.
In altri termini, il risultato di una equazione sarà sempre lo stesso sia che essa venga riproposta al medesimo individuo, sia che il compito di svolgerla sia affidato a più individui in momenti e luoghi differenti.
Lo stesso non può dirsi (o meglio non può dirsi ancora) per la medicina. Se si inietta un farmaco (poniamo un antibiotico) ad N soggetti, non è garantito che il risultato clinico sia il medesimo e, sfortunatamente, non sempre riusciamo a stabilire il perché di questa discrepanza.
A causa del fatto di non essere una scienza esatta, la storia della medicina è gravata da una serie di incidenti iatrogeni cioè causati dagli stessi medici: l’allattamento artificiale al posto di quello naturale, l’uso della talidomide in gravidanza, l’asportazione profilattica delle tonsille sane per prevenire la malattia reumatica e potrei continuare a lungo. Dato che la conoscenza si costruisce passo dopo passo e può accadere di imboccare la strada sbagliata è indispensabile che i medici adottino il principio di precauzione e le istituzioni tutelino il diritto alla autodeterminazione sanitaria. Del cosiddetto vaccino Pfizer (che in realtà non è un vaccino tradizionale, ma più correttamente un farmaco) non sappiamo praticamente nulla dei suoi possibili effetti indesiderati. All’inizio della epidemia Covid-19 tutti gli addetti ai lavori hanno spiegato che sarebbero stati necessari 2 o 3 anni per avere un vaccino con qualche pretesa di sicurezza.
Nel caso poi di questo “vaccino” che produce immunità con un meccanismo assolutamente nuovo e potenzialmente (ripeto potenzialmente) può essere causa di modifiche nella espressione dei geni (cancro) potrebbero non bastare 10 anni.
Purtroppo, il clima di terrore creato ad arte dai media mainstream sta spingendo la popolazione a chiedere a gran voce un “vaccino” dei cui effetti collaterali ad eccezione dei primi 3 mesi di sperimentazione sappiamo ben poco. Non sappiamo quindi quale dei due piatti della bilancia peserà di più. Anche perché se curata tempestivamente con i presidi farmacologici giusti (che adesso conosciamo) e se il paziente non è affetto da gravi comorbidità, la malattia da Covid-19 non ha effettivamente una mortalità superiore alla normale influenza. Viceversa, se curata in maniera inadeguata quando ormai sono insorte le complicanze dovute alla cosiddetta cascata citochinica allora il Covid-19 può raggiungere una mortalità (a parità di condizioni pre-infezione) più che doppia rispetto alla influenza. Anche così però non si giustifica un uso indiscriminato di un “vaccino” (in realtà è un farmaco totalmente innovativo che non ha nulla in comune con i vaccini finora conosciuti) creato in tempi record e sperimentato per soli 3 mesi. A riguardo, è bene ricordare che le autorizzazioni alla distribuzione del “vaccino” Pfizer concesse dalle agenzie regolatorie statunitense ed europea (FDA ed EMA) riguardano il solo uso emergenziale e che nel caso dell’EMA la procedura di validazione si completerà non prima del 2023. Non è esagerato quindi affermare che chi si sottoporrà al vaccino fungerà (dispiace dirlo, ma è così) da cavia.
Lo stesso premio Nobel Montagner in una recente intervista parlando di vaccini anti Covid-19 ha affermato che le sperimentazioni pre-marketing sono insufficienti ed ha definito apprendisti stregoni i fabbricanti di vaccini a mRNA e cavie i soggetti che lo riceveranno (questo il link). Decisamente contraria alla vaccinazione, rebus sic stantibus, è anche la Dr.ssa Loretta Bolgan (questo il link) e numerosi altri specialisti.
Infine, non può non far riflettere il fatto che i media mainstream facciano ricorso al principio di precauzione quando si tratta di farmaci di poco valore commerciale come l’idrossiclorochina ed il plasma iperimmune, ma curiosamente se ne dimentichino davanti al “vaccino”. Non dimentichiamoci mai del vecchio detto: “follow the money “.
La medicina non può essere la religione del XXI secolo; essa non ha dogmi e non può averne. Chiunque delegittima il dubbio la sta uccidendo. Voglio concludere citando la saggezza degli antichi: in questo caso la saggezza del filosofo Epitteto: “Non è la realtà dei fatti a confondere gli uomini, quanto piuttosto i dogmi che su di essi vengono edificati.”
Dott. Claudio Piersimoni M.D.
Candidato alle Regionali
VOX Italia – Marche
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