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Il giornalista ambientale Brenna sulle pecore sbranate dai lupi nel senigalliese

"L'assenza di predatori per alcuni decenni ci ha disabituato alla loro naturale presenza: necessario imparare nuovamente a convivere".

Ottica Casagrande Lorella - Ottica a Senigallia
lupi, animali selvatici

Il giornalista ambientale Lorenzo Brenna interviene sulle pecore sbranate dai lupi nel senigalliese. L’episodio era stato denunciato dai diretti interessati proprio su queste pagine: gli attacchi si sarebbero consumati nella località ponte Triponzio, tra Morro d’Alba e Senigallia e sarebbero costati 30 capi di allevamento.

 

Partiamo dal punto principale su cui si fonda l’articolo ovvero, la fantomatica introduzione dei lupi. Si tratta di un luogo comune duro a morire, particolarmente in voga tra gli allevatori, ed è assolutamente falso. In Italia non sono mai state effettuate reintroduzioni di lupi. La specie, dopo aver sfiorato l’estinzione negli anni Settanta a causa della caccia indiscriminata (in Italia fino al 1971 il lupo era cacciabile in qualsiasi stagione e con ogni mezzo), si è fortunatamente ripresa grazie alla combinazione di diversi fattori, come le leggi di tutela, lo spopolamento delle aree montane e pedemontane e il notevole incremento degli ungulati di cui si ciba. Questo ha permesso al lupo, animale straordinariamente adattabile, di crescere e tornare lentamente ad occupare gli antichi territori, spostandosi dalle foreste dell’Appennino alle Alpi occidentali. Se il lupo è tornato a frequentare le nostre colline è avvenuto dunque naturalmente. La presenza del lupo è peraltro un buon segno, data l’importante funzione ecosistemica che questi animali, al vertice della catena alimentare, assolvono, regolando ad esempio le popolazioni di erbivori“.

 

Brenna sottolinea l’importanza della tutela degli allevatori ma, allo stesso tempo, crede che sia necessario imparare a convivere con questi predatori che da sempre abitano gli appennini:

Naturalmente è necessario tutelare gli allevatori, che devono ricevere rimborsi puntuali e congrui per le predazioni subite. D’altro canto è importante che questi ultimi adottino tutte le contromisure per proteggere il bestiame (dall’utilizzo di apposite recinzioni, al ricovero notturno degli animali, all’impiego di cani da guardiania debitamente addestrati). L’assenza di predatori per alcuni decenni ci ha disabituato alla loro naturale presenza, è tuttavia necessario imparare nuovamente a convivere e a mitigare il conflitto“.

(Foto di repertorio)

Lorenzo Ceccarelli
Pubblicato Martedì 17 novembre, 2020 
alle ore 9:43
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Commenti
Solo un commento
Mario2 2020-11-17 17:20:05
Più che eliminar ei lupi farei volentieri a meno di certe teste (...omissis...)
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