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“Chi si ricorda come era Senigallia 20 anni fa?”

"La narrazione di una città decadente non corrisponde alla realtà"

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Ottica Casagrande Lorella - Ottica a Senigallia
Simone Ceresoni
Senza alcun dubbio domenica prossima esprimerò la mia preferenza di voto per le elezioni comunali scegliendo il progetto di città proposto da Diritti al Futuro e il candidato a Sindaco Fabrizio Volpini, poiché vorrei che siano introdotte quelle necessarie innovazioni, in alcuni campi anche radicali, nei programmi amministrativi e nelle persone, che saranno presenti in Consiglio comunale e in Giunta, e allo stesso tempo vorrei che fosse mantenuto il buongoverno della cosa pubblica fino a questo momento espresso in ambito comunale.
 

Diritti al Futuro è un’associazione che da oltre dieci anni opera come strumento di partecipazione e confronto nel dibattito cittadino e nei processi di governo locali, lievito culturale per la comunità cittadina. Dopo il voto amministrativo continueremo a svolgere la nostra azione con un gruppo di donne e uomini rinnovato e pluralista, che si candida per guidare la città in Consiglio comunale e in Giunta. Persone nuove, alcune anche solo ventenni, che si mettono al servizio della comunità.
 
Fabrizio Volpini rappresenta il candidato a Sindaco, che in questa tornata elettorale, incarna il giusto mix di competenza, esperienza e voglia di rinnovare e sperimentare nuove e necessarie forme di amministrazione partecipativa e volta alla promozione di inclusione sociale, qualità urbana, coesione culturale e cooperazione economica.  
 
Vivo a Senigallia da sempre e sono testimone che negli ultimi venti anni la città ha subito un processo di trasformazione e di miglioramento progressivo, facendola diventare punto di riferimento per gli altri comuni della regione Marche e località riconosciuta e riconoscibile a livello nazionale e internazionale per qualità della vita, bellezza paesaggistica ambientale e urbana, vivacità culturale, attrattività turistica, welfare diffuso e intraprendenza economica.
 
Chi si ricorda come era Senigallia nel 2000? Pensiamo alla Rotonda a mare chiusa, al Porto canale asfittico senza prospettive per la pesca e il diportismo con le barche del cantiere navale bloccate come scheletri metallici, ad un’offerta turistica dequalificata e schiacciata solo sulla balneazione, ad attività culturali e di intrattenimento di corto respiro, al centro storico poco curato, al traffico veicolare caotico con i camion che passavano a due passi dal corso due giugno (in Viale Leopardi) e senza alcun tracciato ciclabile protetto. Il Foro Annonario e via Carducci erano parcheggi stanziali di auto, luoghi dequalificati in cui l’identità si perdeva nello squallore di destinazioni d’uso improprie e senza progetto, la pedonalizzazione non conosceva diritto di cittadinanza, le facciate dei palazzi storici erano fatiscenti, i servizi sociali e culturali non avevano raggiunto la necessaria qualità richiesta da tempi complessi (in cui tutto muta velocemente e i nuovi bisogni e le nuove prospettive emergenti necessitano di risposte e governi di processi complicati da parte dell’ente locale). I quartieri e le frazioni erano completamente abbandonati a sé, privi di identità, mancava un piano strutturale di cura e sviluppo del verde.
 
Nel 2014 la città colpita dalla terribile alluvione si è in breve tempo rialzata, anche grazie alla forza di reazione del Comune, che in collaborazione con il volontariato di diverse matrici culturali, ha guidato una rinascita resiliente economica e sociale in poco tempo, senza lasciare nessuno indietro e facendo planare su imprese e famiglie finanziamenti pubblici stanziati dallo Stato per la ripartenza.
In questa epoca di catastrofi di vario genere, che colpiscono un mondo interconnesso e la nostra comunità come le altre non ne è rimasta immune, Senigallia è rimasta sempre in piedi con una forza di reazione costituita dalla relazione forte tra Amministrazione comunale e comunità locale: anche in epoca di pandemia da Covid – 19 il lockdown è stato seguito da una stagione estiva e da una ripresa delle relazioni culturali, sociali ed economiche, che durante la primavera sembravano impensabili.
 
Il mio voto a Diritti al Futuro testimonia che il percorso intrapreso è quello buono e che tuttavia occorre migliorare con visioni strategiche innovative e immaginando scenari di sviluppo e crescita inediti di tipo culturale, economico e sociale. Diritti al Futuro chiede alla comunità consenso elettorale per dare peso, entro la più ampia coalizione di centrosinistra, alle buone ragioni dell’ambiente e del paesaggio non sempre curati in modo adeguato, della partecipazione e del pluralismo che sembrano sfilacciate, delle scelte di sviluppo economico, di proposte culturali e di offerta turistica sostenibili ed ecocompatibili, che possano mantenere e rafforzare l’immagine di Senigallia meta di turismo nazionale e internazionale e faro di promozione culturale per tutta la regione Marche. Non siamo ancora soddisfatti e molto c’è da fare: vogliamo mettere mano con processi di rigenerazione urbana alle aree dismesse della città come la Sacelit – Italcementi o il Politeama Rossini, desideriamo riprendere la cura dei servizi e delle aree verdi e pubbliche nelle frazioni e nei quartieri, vogliamo completare un progetto di mobilità integrata pedonale, ciclabile e di trasporto pubblico a chiamata, desideriamo potenziare il modello di città operosa, accogliente e inclusiva dove ci sia un posto per tutti e per ciascuno. Vogliamo che Senigallia sia città verde, concretizzando in modo puntuale e sistemico le previsioni del Piano Strutturale del Verde, sia nella tutela della spiaggia libera e delle dune che nella manutenzione dei parchi pubblici, dei viali alberati e dei giardini pubblici. 
 
La narrazione di una città decadente con i servizi sanitari di prevenzione e di tutela della salute in programmata dismissione non combacia con la rendicontazione che facciamo del lavoro di questi ultimi venti anni: sappiamo che in fase di contrazione della spesa per i servizi sanitari (dovute a dinamiche nazionali ed europee) occorrerà fare delle scelte, ma non secondo le logiche rancorose e complottiste di chi difende l’ospedale cittadino come feticcio  e non si pone il tema della riorganizzazione dei servizi alla salute e alla persona come fine per la qualità della vita dei cittadini, ma come campo di battaglia, strumento di lacerazione e di scandalo.
 
Il mio voto a Diritti al Futuro è un voto che guarda agli anni a venire con speranza, nella logica del miglioramento continuo, sapendo che non si parte da zero ma dalla “città bella” realizzata negli ultimi venti anni.
 
Simone Ceresoni  
Commenti
Ci sono 5 commenti
stefano 2020-09-15 17:21:18
Ceresoni scusami ma, con questo intervento, sei più vicino alla Repubblica di Evandria vagheggiata da Padre Zuccolo che alla veritiera realtà urbanistica cittadina .
Negli ultimi anni ,contrariamente a quanto si vuole far credere, il consumo del suolo a Senigallia ha tutto meno che la tendenza al “consumo zero” richiesto dall’Europa per il 2050. L’ISPRA assegna a Senigallia, per il 2019, un consumo di 1349 ha , pari al 11,5% con un incremento del 4,31% e per il 2018 un consumo di 1371 ha , con un incremento del 2,98%, e procedendo indietro negli anni la progressione di consumo rimane costante. Non c’è di che stare allegri. Se poi ci mettiamo che la densificazione del suolo non viene presa in considerazione dal metodo Corinne usato da ISPRA i risultati degli ultimi vent’anni in città sono tutto meno che esaltanti.
In questi ultimi vent’anni chi ha amministrato si è guardato bene di fare chiarezza sulla strumentazione urbanistica (vuoti di memoria?,coda di paglia?) e l’unica cosa che ne è derivata è l’estenuante danza dei sette veli delle Varianti urbanistiche fino ,da ultimo , ad arrivare ai Contratti Pubblico- Privati in deroga, attraverso i quali si rinnovano solo parti di città senza rinnovare l’intero piano.
Il caso della operazione urbanistica allo Stadio è paradossale oltre che tragicomica se imbricata con l’ultima slavata etichetta del Contratto del commercio di vicinato ( in campagna elettorale ogni scherzo vale!). Inutile buttarla ,come mi è stato dato di leggere,sulla ineluttabilità dell’urbanistica per accordi, perché questa è dal 1992 che esiste ma a Senigallia ha trovato terreno fertile è solo negli ultimi anni. Qualcosa vorrà dire.
Vorrei ricordare , se ce ne fosse bisogno , che spetta a chi amministra il potere discrezionale della scelta e della conformazione dei suoli . Non ai privati ( i quali possono concorrere tutt’al più con le buone idee e le buone proposte) e soprattutto non ad un inevitabile destino cinico e baro.
Pertanto ,Ceresoni che dire? Chi si accontenta gode , ma è un po’ difficile godere sulle mancate verità.
stefano bernardini
senigallia1 2020-09-16 00:06:40
Salve a tutti,
effettivamente "la narrazione è tutta sua personale"...e forse interpretata...a suo piacimento!
- L'area Italcimenti-Sacelit strategica per tutta la città (non solo come speculazione immobiliare!) è all'asta...
- l'area politeama Rossini...forse verrà abbattuta e naviga in brutte acque...
- prima di questo ventennio politico, dove viene descritto il "caos" c'era lo stesso partito con il quale lei ha governato...
- il comparto economico (oltre il settore turistico) della città era sicuramente più vivace ed impiegatizio
- riorganizzare la viabilità e "tinteggiare" le facciate degli edifici, non penso abbia nulla di avveniristico, forse è il minimo sindacale in 20 anni di amministrazione!!!
- c'era il nostro ospedale!.
PENSO NEL 2000...LA CITTà STAVA MEGLIO.
Saluti
fra77 2020-09-16 11:18:05
La città in questi ultimi 20 anni è cresciuta ed è stata valorizzata indubbiamente. Vie cittadine riqualificate tipo Carducci,tipo via Verdi,tipo corso Matteotti,poi piazza dei macelli pubblici,la complanare,le piste ciclabili,piazza Garibaldi,giardini Catalani,e tanto altro ancora di cui non sto ad elencare. Chi lo nega ha la memoria corta. Si guardi le cartoline di come era vent'anni fa la città per rendersi conto di ciò che è cambiato.
Rispondo ora a @senigallia1.
L'area Italcementi non è colpa dell'amministrazione comunale.
Qualsiasi sindaco operava allo stesso modo,ovvero vendere l'area a privati per valorizzarla. Purtroppo si sa come è andata a finire.
L'area Politeama Rossini idem come sopra.
Il caos prima che c'è stato questo ventennio fortunatamente ha durato poco,ovvero con il centro destra in amministrazione comunale.
Il comparto economico è cresciuto come sono cresciuti i dati sul turismo. Chi non c'è la fatta non ha sviluppato investimenti mirati a produrre ed attrarre ma anche a causa della enorme crisi del 2009,che va comunque ricordata
Riorganizzare viabilità e fare un po' di manutenzione è il minimo, giustamente, ma è stato fatto.
Riguardo all'ospedale purtroppo noto persone che danno la colpa agli ultimi anelli della catena,ovvero Sindaco e candidato sindaco.
In generale,chi ha memoria corta non ricorda che in venti anni di vari governi centrali la sanità ha subito tagli lineari,quantificati in centinaia di miliardi. I miliardi tagliati a man bassa sono stati anche opera del cdx che ha investito più sulle privatizzazioni,con tagli al pubblico maggiori di qualsiasi altro governo.
Le regioni si ritrovano quindi a subire tagli dei governi centrali per poi riorganizzare il tutto con meno budget.
Trovo quindi stucchevole e risibile chi dà la colpa agli ultimi anelli della catena per non risalire alla fonte.
francesco. 2020-09-16 14:36:49
Negli ultimi nove anni gli ultimi anelli della catena e la fonte sono facce della stessa medaglia quindi......
Mario2 2020-09-16 14:48:00
La città è peggiorata in tutto, i problemi non sono stati affatto risolti ma spostati in periferia, il controllo del territorio e delle strade è quasi nullo senza parlare di tutti gli alberi spariti.
Il premio nobel comunque va alla geniale mossa di deviare il traffico all'interno del quartire residenziale della Cesanella teatro di continui incidenti.
@fra77 Se fosse come dici tu anche gli altri ospedali avrebbero subito tagli, invece pare siano stati potenziati, non c'è più cieco di chi non vuol vedere!
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