E’ possibile costruire alternative ai modelli economici che governano le nostre città?
Per vivere e resistere nelle città digitali, Valentina Bazzarin prova a dare una risposta nel talk che chiude Breach Festival
Progettare con i dati il diritto digitale alla città è il titolo del talk con cui Valentina Bazzarin chiuderà, sabato 15 febbraio, alle ore 21.00 presso lo Spazio Autogestito Arvultùra, l’edizione #0 di Breach Festival.
Ricercatrice ed esperta di etica (collabora come analista dei dati allo sviluppo di indicatori di genere del network Metropolis per la ONG catalana DigitalFems e alla pianificazione dei laboratori Open Data e Ragazze STEM con ART-ER, società per lo sviluppo del territorio dell’Emilia-Romagna) Bazzarin ragiona da tempo intorno ad alcune, cruciali domande che il mondo contemporaneo suscita. Come vengono disegnate le politiche pubbliche delle nostre città e degli spazi metropolitani? La progettazione del diritto digitale alla città viene guidato dai dati o i nostri dati rappresentano solo una risorsa solo per gli attori privati che si muovono nello spazio urbano? I dati descrivono in modo neutrale la popolazione o i dati sono un dispositivo per l’esclusione e la discriminazione di singoli, di minoranze o di maggioranze scomode per un sereno governo della città intelligente e apparentemente senza conflitti? I sistemi di intelligenza artificiale, che a volte prendono decisioni al posto delle persone sui diritti delle persone, sono condizionati da pregiudizi e da stereotipi?
“Le piattaforme estrattive operano nello spazio urbano metropolitano estraendo valore da noi cittadini, attraverso le tracce digitali che lasciamo nella città” afferma Bazzarin “capirlo è il primo passo per hackerare questo dispositivo”. Uno sforzo che mira a coltivare spazi di Resistenza nei centri e nelle periferie. Interstizi in cui collocarsi per riprogettare il mondo che ci circonda. Come fa, per esempio, il Data Feminism, un approccio che unisce ricerca accademica, sviluppo o hackeraggio di tecnologie e processi, teoria e pensiero critico femminista. “Una filone molto ricco” spiega ancora la ricercatrice “perché una città intelligente e femminista è una città aperta a tutti. Una città in cui i diritti digitali sono diritti civili fondamentali e non solo diritti dei cittadini visti come consumatori o consumabili”. Valori che hanno ispirato la sperimentazione di infrastrutture di dati pubbliche, come quella immaginata e avviata nella città di Barcellona.
Esempi concreti di come noi cittadini possiamo riprenderci quel diritto all’informazione che, come scrive Mark Purcell in Il nostro diritto digitale alla città, “rappresenta la dichiarazione di chi abita la città per affermare che non permetteremo più che qualcun altro gestisca le nostre informazioni per conto nostro, ma che saremo noi stessi a produrle e a gestirle autonomamente.”.
Per maggiori informazioni:
barricatedicarta.noblogs.org/
www.facebook.com/events/191897231954516
libriarvultura@gmail.com
pintarelli.flavio@gmail.com
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