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Al Teatro La Fenice di Senigallia, il Misantropo con Giulio Scarpati e Valeria Solarino

I celebri attori amati dal grande pubblico arrivano con un capolavoro sempre in equilibrio tra commedia e tragedia

Onoranze Funebri F.lli Costantini
Valeria Solarino e Giulio Scarpati nel Misantropo di Molière

Farà tappa nelle Marche, il prossimo fine settimana, un grande classico del teatro che ironizza, senza ipocrisia, le ambiguità, i difetti e le imperfezioni dell’umanità: il Misantropo di Molière.

Un testo immortale, portato in scena dalla compagnia Gli Ipocriti, per la regia di Nora Venturini, con due protagonisti come Giulio Scarpati e Valeria Solarino che sanno calarsi al meglio nei panni dei protagonisti Alceste e Celimene.

Lui è un uomo intransigente, dai rigidi principi, che disprezza facezie e superficialità che impregnano la società dell’epoca. Si indigna per ciò che desidera, soffre muovendosi in una società dove l’apparenza prevale sui valori. La donna della quale è innamorato, la bella Celimene è, all’opposto, la signora dei salotti, civettuola e seducente, diversa da lui in tutto: visione del mondo, stile di vita, idea dei rapporti umani. È circondata da molti spasimanti, che si diverte ad attrarre e respingere. Non vuole rinunciare a nulla: né all’amore esclusivo di Alceste, tantomeno al balletto di seduzione di cui è regina incontrastata.

Una incompatibilità che diventa fattore di attrazione: “Li spinge l’uno verso l’altro, Alceste e Celimene sono tragici e comici insieme – spiega la regista Nora Venturini – sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi. Sono un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti, protervi nel non cedere alle richieste dell’altro, attaccati tenacemente alle proprie scelte di vita, in perenne conflitto tra loro”.

Uno spettacolo in continuo equilibrio tra commedia e tragedia in cui l’aspetto privato del tormento amoroso convive con quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e ce lo rende sempre attuale a distanza di secoli. Attorno ai due protagonisti in scena si muove un carosello di tipi umani, dal politico insulso con velleità da scrittore ai giovani nobili modaioli, fino alla dama di carità ipocrita e bigotta. Nei loro difetti possiamo riconoscerci e ridere di gusto; il salotto di Celimene è un teatrino in cui specchiarsi e vedere riflessi, nella superficie antica, gli slanci e le ipocrisie che ogni spettatore sperimenta ogni giorno.

Lo spettacolo sarà prima in scena a Camerino, all’Auditorium Benedetto XIII (13 dicembre), poi a Senigallia, al Teatro La Fenice (14 dicembre) per concludere al Teatro Vaccaj di Tolentino (15 dicembre)

Amat
Pubblicato Lunedì 9 dicembre, 2019 
alle ore 6:00
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