Cittadinanza onoraria a Liliana Segre, Movimento 5 Stelle contro PD e Fratelli d’Italia
"Queste schermaglie non le rendono onore"
Durante l’ultimo consiglio comunale del 26 ottobre, ci siamo trovate nella “curiosa” e “imbarazzante” situazione di discutere e votare una proposta di FdI di dedicare 2 luoghi della toponomastica di Senigallia a Enrico Berlinguer ed a Giorgio Almirante. Le motivazioni? Piuttosto risibili, tipo l’aver dimostrato che si potesse essere avversari politici mantenendo un comportamento reciprocamente rispettoso e non aver alimentato un clima di odio per la controparte politica, in uno sguaiato gioco del “noi e loro” e di “historical fakes” a ripetizione che hanno oggi avvelenato il clima politico e fomentato gli haters sui social.
Come abbiamo avuto modo di argomentare in sede di discussione, i dati dell’osservatorio italiano di Amnesty International hanno rivelato che la quasi totalità dei commenti che sospingono ad odio e violenza, provengono da personaggi politici e siti riconducibili al cdx (Lega, FdI, FI).
Almirante è stato, tra l’altro, convinto sostenitore di quelle leggi razziali che hanno condotto la senatrice Liliana Segre ad Auschwitz, appena 13enne, dove ha perso i suoi famigliari, assassinati dalla barbarie nazifascista.
A Roma, la sindaca Raggi sta dando un illuminante esempio, togliendo i nomi delle persone che sottoscrissero il manifesto in difesa della razza (preludio alle oscene leggi razziali) da vie e piazze e rinominandole a scienziate/i che pagarono il loro dissenso al fascismo e all’idea della superiorità della razza, anche con la vita.
Che proprio la stessa forza politica che appena un mese fa chiedeva di intitolare un luogo della città ad Almirante oggi proponga la cittadinanza onoraria a una italiana, la senatrice Liliana Segre, vittima delle idee sadiche e razziste propugnate e divulgate da quella stessa persona, supera il senso della decenza e rasenta il ridicolo.
Ed altrettanto va detto per il tentativo del PD, in consiglio comunale, di contrapporre una proposta identica a quella di FdI, in un infantile gioco che assomiglia tanto al voler “mettere il cappello” e “marcare il territorio”, come i cani.
Liliana Segre non può e non deve essere “tirata per la giacchetta”. La sua storia parla per lei, e queste schermaglie non le rendono onore. La senatrice stessa, elevandosi sopra questa misera pletora di nani politici, ha affermato recentemente che non vuole essere il simbolo di battaglie che non le appartengono. Per tale motivo ha addirittura rifiutato la candidatura a presidente della Repubblica: «Mi sono trovata, mio malgrado, ad essere già una figura sulla quale si concentrano fin troppi significati simbolici. Non è il caso di aggiungerne altri e di coinvolgermi in ambiti impropri».
Riguardo i numerosi conferimenti di cittadinanza onoraria che stanno fioccando, da nord a sud, la senatrice Segre ha dichiarato, in una recente intervista al “Fatto quotidiano”, che le fa piacere, ma ora inizia un po’ a stancarsi «perché anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno».
La senatrice, scampata da ragazzina ad Auschwitz, ha una visione molto più lunga di alcuni soggetti che popolano i consigli comunali, ed ha perfettamente compreso che questo giochetto puerile del muro contro muro per conferire a qualcuno la cittadinanza onoraria, con la riprovazione pubblica per chi fa altre scelte, nulla ha a che vedere con la democrazia, ma diventa un atto di forza, degno dei regimi autoritari come il fascismo, durante il quale i prefetti stessi caldeggiavano i Comuni il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini.
La senatrice Segre appartiene a sé stessa. Non provate a “metterci il cappello”. Non vi fa onore.
Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma
consigliere M5S Senigallia
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