GSA Senigallia sulle problematiche legate ai pini nei centri urbani
"Non possiamo permetterci di perdere definitivamente un patrimonio naturale di viali ed alberate"
Riflessione sul problema dei pini nei centri urbani, un argomento di cui si parla molto in questo periodo, fra tanti luoghi comuni e molte inesattezze. Proviamo a fare il punto sull’argomento con spunti tratti da una intervista del dottor Giovanni Morelli e pubblicata sul giornale online “Fratello Albero” di CONALPA (Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio onlus).
Il dottor Morelli è considerato il massimo esperto italiano della materia e tra i primi in Europa.
LE RADICI – Il luogo comune più diffuso è quello che i pini abbiano un apparato radicale prevalentemente orizzontale. Invece dispongono di un apparato radicale molto complesso composto da elementi verticali, con un robusto fittone centrale e altri minori, a cui si affianca un complesso di radici fascicolate che si sviluppano prevalentemente in senso orizzontale, su più piani.
Se lasciato indisturbato e privo di specifiche limitazioni l’apparato radicale dei pini è molto profondo e con elevata capacità di ancoraggio. Purtroppo in ambito urbano questo non avviene quasi mai, e le radici vengono spesso recise, mutilate, compresse per fare spazio ai vari sotto servizi e manufatti vari. Questo va ovviamente a discapito della stabilità, ma è una regola che vale per tutti gli alberi e non solo per i pini.
I pini che cadono per sradicamento hanno subito negli anni decine di intromissioni e danneggiamenti all’apparato radicale, oltre che a potature sbagliate e troppo drastiche.
I DANNI ALLE STRADE – La formazione dei noduli che tanti danni causano alle pavimentazioni stradali e altri manufatti, anche se del tutto naturale, è favorita dalle condizioni particolari e dalla pressione subita dalle opere stesse e dal traffico.
Mentre numerosi sono gli accorgimenti che si possono adottare al momento dell’impianto per garantirne una crescita regolare e senza troppi problemi, minori sono gli spazi di intervento su alberature già adulte. Principalmente si interviene con l’innalzamento del piano di campagna, usando sempre materiali idonei. In alcuni casi si possono posare anche barriere verticali. Non rappresenta una soluzione la rasature e fresatura delle radici.
I PINI INADATTI ALLE CITTA’? – Più che di “piante sbagliate” bisognerebbe parlare di tecniche di impianto inadeguate, di mancanza di rispetto per l’apparato radicale e non solo, di inadeguata manutenzione. In altre parole: scarsa, se non nulla, competenza. Troppi si improvvisano tecnici ed esperti del verde, sia nel pubblico che nel privato, senza possedere nemmeno in parte le competenze del caso.
Per le motivazione prima esposte i pini cresciuti nei centri urbani possono a volte presentare problemi di stabilità, in particolare se in concomitanza di eventi atmosferici estremi, oggi purtroppo sempre più frequenti, e cadere a terra. Esistono diversi metodi di controllo della stabilità: da quelli visivi ad indagini strumentali come i metodi induttivi attivi (trazione controllata) o passivi (sensori di movimento), almeno nel definire dei comportamenti che devono poi essere criticamente interpretati. Tali prove possono essere effettuate anche a campione.
ALTRI LUOGHI COMUNI – Rispetto al fatto che spesso a cadere sono proprio i pini, va fatto notare che essendo in molte città la specie più largamente usata, spesso predominante, è anche una questione statistica: se deve cadere un albero è più facile che sia un pino, visto che spesso sono la specie numericamente più presente in città.
A poco servono le cosiddette “potature di alleggerimento”, oggi molto di moda, se non comunicare un momentaneo messaggio rassicurante. Ridurre i pini a pennacchi a volte ridicoli non dà loro stabilità se la stessa era già problematica, ma rischia anzi di accentuarla. A volte si assiste a questa “cura” dopo la caduta di un ramo. Ma non è detto che se cade un ramo deve cadere anche l’albero, e in ogni caso analisi ed eventuali provvedimenti devono essere fatti con ben maggiore attenzione e competenza.
Una considerazione generale, che non vale solo per i pini: se una pianta va sostituita, non bisogna ricorrere ad alberi “simulacro” con il pretesto che daranno meno problemi. Sempre più spesso assistiamo alla sostituzione di alberature importanti con alberetti di specie di piccole dimensioni, ibridi a portamento piramidale, altri di modesta e lenta crescita. Questi non saranno mai in grado di darci quei benefici, che tutti dovrebbero conoscere, degli alberi in città.
Non possiamo permetterci di perdere definitivamente un patrimonio naturale di viali ed alberate che da molti decenni abbelliscono e rendono molto più vivibili le nostre città.
CONCLUSIONI – Concludiamo riportando integralmente la risposta del dottor Morelli alla domanda: “A un Comune o a un privato cittadino possiamo ancora consigliare di piantare pini mediterranei in un parco, in un giardino o lungo le vie cittadine?”
“A mio parere, non solo possiamo, ma dobbiamo consigliarli. I Pini sono alberi affascinanti, complessi, versatili ed affidabili. Possono vivere in suoli nei quali altre specie non potrebbero mai sopravvivere. Non richiedono potature o altri interventi arboricolturali, sono anzi maestri dell’autodeterminazione. Dobbiamo solo lasciarli fare.”
da: GSA Senigallia
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!