“Il dialetto è in crisi, ma piace ancora”
I dati di una ricerca e l'opinione di Duilio Marchetti
Da un sondaggio on line commissionato attraverso blog, forum, social network e community varie, è emerso che gli italiani sarebbero ancora molto affezionati ai dialetti, e non solo ai loro.
La stessa azienda, che ha interpellato circa 4.000 persone, (età tra i 18 e i 40 anni) è emerso che il 63% del campione ha dichiarato di ricorrervi abitualmente, e non sono pochi quelli che si sono detti incuriositi da parole o espressioni dialettali di città o regioni diverse. Oggi gli italiani di sei anni e più parlano soprattutto l’italiano, in famiglia sono il 46% (circa 26 milioni di persone), quelli che si esprimono perlopiù in dialetto, sempre nel contesto familiare, sono circa nove milioni il 16%. Il restante delle persone si esprime, sempre tra le mura domestiche, in italiano e in dialetto.
Sono le donne, più degli uomini a esprimersi soprattutto nella lingua nazionale, sia in casa (il 48% contro il 47%), sia con il mondo esterno. Per gli uomini invece il 53% in casa e il 46% con il mondo esterno. Fra i più gettonati dialetti italiani, al primo posto troviamo quello napoletano, a seguito quello milanese, il siciliano il genovese il romano e tutti gli altri. Il processo di italianizzazione va avanti ma il dialetto è sempre più percepito da tanti italiani come un elemento irrinunciabile.
A mio modesto parere bisogna fare attenzione, poichè l’uso prevalente del dialetto in famiglia e con gli amici riguarda chi ha un basso titolo di studio anche a parità di età. Questo problema deve essere superato affinchè tutti gli italiani abbiano uno studio superiore all’attuale, e il dialetto sia di aiuto per un più elevato livello culturale di tutte le persone. I dialetti italiani sono lingue a tutti gli effetti, per lingue intendiamo sistemi linguistici completi, autosufficenti e pienamente funzionali.
Naturalmente, mancano storicamente ai dialetti tutti o quasi i linguaggi specifici della modernità, come quelli delle scienze e delle tecniche, della legislazione e dell’amministrazione moderna e cosi via.
Da
Duilio Marchetti
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