Lega Senigallia sulle criticità del contratto fiume
"Senza un buon piano di emergenza comunale si rischia grosso"
Abbiamo assistito in questi ultimi periodi a riunioni di commissioni comunali e seguito i lavori del contratto fiume. In un primo momento non essendo esperti abbiamo cercato di capire di cosa si stesse parlando.
Poi, dopo un’attenta analisi ed un approfondito riascolto delle varie registrazioni, abbiamo avuto un sussulto sentendo uscire dalla bocca del Sindaco questa enunciazione “….se non siamo bravi ad accelerare, quell’acqua che non va fuori lassù (si riferisce all’entroterra senigalliese, presumiamo), va fuori tutta dentro il centro storico INEVITABILE”.
Già questo sarebbe bastato per mettere una pulce alle nostre orecchie, ma un’altra affermazione ci ha lasciato basiti; non siamo afferrati sulle portate del Misa, ma sentire il presidente del Consorzio di Bonifica dire che il Misa ha parecchie criticità e che “ SENIGALLIA VA SOTT’ACQUA CON 150 metri cubi al secondo” è a dir poco disarmante.
Sul Contratto di Fiume sinceramente si è capito che dopo 4 anni di “lavori” i rappresentanti di associazioni e cittadini si sono accorti che Regione e Consorzio di Bonifica avevano già appaltato opere e stabilito priorità operative in autonomia e senza ascoltare o almeno visionare le segnalazioni pervenute ai tavoli tecnici del Contratto stesso!!!
Sempre dal riascolto della serata del Contratto di Fiume, è riapparso come per magia il Piano Emergenza Comunale che sta raggiungendo la fine dell’iter prima dell’approvazione in Consiglio (ha già visto 4 tavoli tecnici), purtroppo per noi la popolazione non conosce nemmeno quello vecchio di PEC!!
Sempre il Sindaco in Commissione ha ribadito che per il sistema d’allerta dobbiamo essere consapevoli….”NOI DOBBIAMO ESSERE BRAVI A SAPERE QUALI SONO I NOSTRI COMPORTAMENTI”. Sicuramente, dopo 5 anni di adattamenti e nuovo PEC, il Comune sarà diventato espertissimo nelle emergenze, ma adesso è necessario e non più rinviabile che la popolazione venga portata a conoscenza di modi e tempi di azione in caso di emergenza!!
Poche settimane fa avevamo lanciato la richiesta di un incontro per capire meglio come vengono gestite le allerte meteo ad ogni livello (comunale, provinciale e regionale) ma probabilmente i nostri amministratori erano impegnati nel loro lavoro di taglio dei nastri(e continuano alacremente a sforbiciare a destra e a manca!) e non abbiamo visto nessun commento in merito.
Una cosa l’abbiamo capita e bene: senza un buon piano di emergenza comunale si rischia grosso……
Il Piano di emergenza deve essere presentato ai cittadini attraverso pubbliche convocazioni e pubblicato su internet alla pagina ufficiale del comune.
La necessità di avere cittadini informati e pronti ad auto proteggersi, deriva dalla cultura di Protezione Civile e da una corretta e continua informazione.
Il PEC, non deve essere un documento riservato agli addetti ai lavori, ma deve essere adeguatamente diffuso e messo a disposizione del cittadino, in modo da far conoscere i rischi della realtà locale e diffondere conoscenza anche nel campo della gestione del rischio, affinché ogni cittadino sia messo nelle condizioni di affrontare le situazioni emergenziali con coscienza e al fine di ridurre i rischi per sé stesso e per gli altri.
Ogni cittadino dovrebbe essere messo in condizione di avere una copia e conoscere il PEC dove è residente o dove lavora. Dovrebbe essere, quindi, compito del Comune rendere edotta la cittadinanza.
Ci aspettiamo che a questo punto il Comune convochi una riunione pubblica per far capire a che punto siamo con il nuovo piano di emergenza e lo faccia in fretta visto che dall’alluvione sono passati 5 anni ed abbiamo sul sito un piano aggiustato ma non applicabile come più volte ripetuto dal Sindaco in varie riunioni…
In tale sede di riunione speriamo di poterci confrontare con tutte le parti che hanno provveduto a fare e progettare lavori per la tutela e la salvaguardia nostra e del territorio (tutti si sono resi disponibili ad approfondire e relazionare alla popolazione), anche perché potremmo aver capito male sullo stato del Misa e sui tempi per la mitigazione del rischio.
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