Penso che la politica sia un impegno a cui nessuno si può sottrarre: questo non significa che tutti debbano fare politica a tempo pieno; però una parte della propria giornata, del proprio tempo, della propria attenzione va rivolta alla politica come impegno collettivo generale dei cittadini. E’ un grande problema, perchè se i giovani rimangono lontani dalla politica questa andrà sempre peggio.

Ci sono alcune lettere ai ragazzi, giovanissimi condannati a morte dai tedeschi durante la resistenza: hanno lasciato dei messaggi molto belli. Uno di questi scrisse: “Quello del fascismo voleva farci credere era che la politica è una cosa sporca, che quindi non bisogna occuparsene. Però non se ne occupavano loro. Questo significava lasciare la politica nelle loro mani. Ma la politica siamo noi stessi.”

I partiti devono il più possibile aprirsi a forze nuove, e queste devono avere la capacità di svolgere il loro ruolo e produrre il necessario cambiamento dei partiti.

Però, dipende anche dai giovani, perchè se i giovani hanno un concetto talmente negativo che li porta a rifiutare la politica, questa ripeto, andrà sempre peggio.

Certo la scuola è il terreno dove i giovani possono aprirsi a un dialogo, affrontando tematiche che possono creare condizioni più avanzate per il nostro paese. Oggi, il problema più importante dei giovani è la loro occupazione. Devono organizzarsi, per chiedere alle autorità competenti ed interessate, di investire per creare posti di lavoro; devono dialogare, fare proposte al governo e alle aziende per nuove assunzioni i giovani, indipendentemente alle loro opinioni ed ideali; devono assieme collaborare per un futuro più prospero non solo per loro stessi, ma per l’intero nostro Paese.

da Duilio Marchetti