Venerdì 22 marzo esce il nuovo album di Nesli “Vengo in pace”. Questa nuova fatica, la decima per l’artista di Senigallia, chiude il cerchio con la trilogia musicale iniziata nel 2015 con il disco “Andrà tutto bene” e proseguita nel 2016 con “Kill Karma”. “Vengo in pace in tempi di guerra. Combatto con le parole la violenza verbale, che con i social è ancora più immediata ed esponenziale”, questa è la spiegazione che il cantante ha dato per presentare il lavoro discografico.

È un album “inquieto”, come lui stesso ha affermato. Le canzoni “sono una fotografia fedele di quello che sono adesso – ha aggiunto – Mi sono tolto un po’ di quella pressione che io stesso mi mettevo addosso. Il brano che mi rappresenta di più è ‘Ma che ne so’. Una risposta leggera e un bel riassunto del mio mondo musicale“. Il disco, che arriva a distanza di 3 anni dall’ultimo, è stato anticipato dall’uscita di diverse hit, tra cui “Le cose belle”, che ha visto la luce lo scorso 8 marzo.

Con “Vengo in pace” inizia anche un nuovo tour nei club per l’artista senigalliese: proprio in merito ai live e alla tragedia di Corinaldo, Nesli ha detto la sua in un approfondimento pubblicato su di un noto quotidiano sportivo nazionale: “Conoscevo bene Eleonora, la mamma che è morta all’evento con Sfera Ebbasta. Eravamo amici, frequentavo la famiglia. Suo padre faceva parte della mia vita sin da quando ero piccolo: la notizia mi ha devastato. Se vai in guerra, metti in conto di poter morire, Se vai ad un concerto, no. Il senso di responsabilità è uno dei temi forti del mio ultimo album. C’è un limite entro cui, da troppo tempo, la nostra società deve rientrare. Io cerco di informarmi sempre su tutti gli aspetti che riguardano i miei live, non solo in ambito musicale”.