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Tari troppo alta a Senigallia, in cinque ricorrono al Giudice di Pace

Il consigliere Sartini: "gli aumenti del passato non causati dai cittadini, ma da Provincia, impresa pulizia arenile e Comune"

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Massimo Olivetti, Simonetta Sgreccia, Giorgio Sartini e Riccardo Pizzi

Quattro cittadini e una attività commerciale ricorrono al Giudice di Pace per aver pagato, nel 2016, una quota troppo alta di Tari, l’imposta comunale sui rifiuti.


I cinque – come spiegano i loro legali Massimo Olivetti, Riccardo Pizzi e Simonetta Sgreccia – contestano alla Provincia di Ancona di aver abbandonato, dopo i lavori di pulizia del Misa post-alluvione, materiale ligneo sul fiume, da dove poi è arrivato in mare e sulla spiaggia; contestano inoltre all’impresa che ha in appalto la pulizia dell’arenile (la Eco Demolizioni di Rimini) di aver portato in discarica un’enorme quantità di sabbia, senza una attenta suddivisione tra i rifiuti e la sabbia stessa.

Giorgio Sartini e Riccardo PizziInfine, viene contestato al Comune il mancato controllo nei confronti della Provincia e dell’impresa: la gran mole di materiale conferito in discarica nel 2015 aveva comportato successivamente un significativo aumento della Tari.

Sulla questione era già intervenuto in passato il consigliere comunale di Senigallia Bene Comune Giorgio Sartini, a cui i cinque soggetti si sono rivolti e che oggi sottolinea:

“ci avevano detto che con la raccolta differenziata si sarebbe pagato di meno, ma non è vero.

Massimo Olivetti e Simonetta SgrecciaL’aumento della Tari degli anni scorsi è stato determinato da una crescita della quantità di rifiuti conferita in discarica, ma a causarla non sono stati i cittadini, bensì Provincia, impresa e Comune. La Provincia, nei lavori successivi all’alluvione 2014, ha abbandonato una grande quantità di materiale ligneo sul fiume, materiale poi finito in mare e spiaggiato.

A questo punto anche la ditta incaricata della pulizia non ha ottemperato all’appalto, facendo arrivare in discarica rifiuti misti a una enorme quantità di sabbia (80% medio), come dimostrato dal mio accesso agli atti.

Tutto ciò senza che il Comune facesse nulla. E allora non è giusto che i costi siano stati suddivisi tra tutti i senigalliesi”.

Riccardo Pizzi snocciola qualche numero: “nel 2011 sono state conferite in discarica 329 tonnellate di rifiuti, nel 2012 259, nel 2013 erano 239, nel 2014, 350: poi nel 2015 sono state 18.000, un incremento spropositato”.

Olivetti lascia aperta la possibilità di arrivare a un concordato, evidenziando: “coloro che si sono rivolti a noi chiedono di recuperare gli aumenti della spesa della quarta rata della Tari, aumenti in base ai documenti di cui siamo in possesso non certo causati dai cittadini stessi. Da parte dei tre soggetti coinvolti (Provincia, impresa, Comune) non c’è stata la volontà, fino a questo momento, di arrivare a un negoziato. Da parte nostra, il ricorso al Giudice di Pace è l’ultimo passo, perché auspichiamo di trovare un accordo, che comporti per i quattro cittadini e l’attività commerciale, per i quali non è possibile una restituzione della quarta rata della Tari, un ristoro della cifra pagata o una detrazione da quelle da pagare in futuro”.

Se il Giudice di Pace desse ragione ai ricorrenti, altri cittadini potrebbero attivarsi per un ricorso analogo.

L’udienza dal Giudice si terrà il 15 gennaio 2019.

Il contenzioso dovrebbe chiudersi entro l’estate dello stesso anno.

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