In allestimento presso la Rocca Roveresca la mostra annuale dedicata all’autoritratto
Tra i numerosi autoscatti in esposizione anche quello realizzato dal fotografo Aldo Tagliaferro, scomparso nel 2009
Giornate di intenso lavoro e via vai di fotografi alla Rocca Roveresca per l’allestimento negli spazi assegnati per l’itinerario della mostra annuale dedicata all’Archivio italiano dell’Autoritratto, coordinato da Giorgio Bonomi, direttore della rivista “Titolo” e autore del libro enciclopedico intitolato “Il corpo solitario “.
L’itinerario espositivo alla Rocca è davvero ricco di proposte. Con adesioni che dimostrano come l’idea dell’Archivio italiano dell’autoritratto piaccia a tutti, dai grandi maestri ai giovani autori. “Piace anche a me” ha fatto sapere Lorenzo Cicconi Massi e sta già pensando ad un autoscatto da donare all’Archivio. “Come fotoreporter” ha detto Giorgio Pegoli “all’autoritratto proprio non ho mai pensato, ma ora, di fronte alla sollecitazione di Bonomi ho cominciato a lavorarci e ne sto per stampare uno che donerò all’Archivio”.
La raccolta realizzata dall’Archivio in effetti è molto bella, vasta e già importante. Basta pensare ai nomi dei grandi autori già rappresentati, di cui si è molto parlato. “Questa è un’occasione ad esempio per incontrare la fotografia di Aldo Tagliaferro, nato a Legnano nel 1936 e morto a Parma nel 2009″ segnala il fotografo Alfonso Napolitano.
Di Tagliaferro l’Archivio di Senigallia conserva ora un autoscatto molto bello. Dopo un’intensa attività pittorica svolta in età giovanile, dal 1965 Aldo Tagliaferro ha continuato la sua ricerca usando l’immagine fotografica. Ha scelto la fotografia sia come linguaggio vicino alla realtà sia come visione creativa immediatamente leggibile dal pubblico, attraverso cui documenta e analizza criticamente il contesto socio-politico. Usa infatti delle immagini fotografiche, recuperate dalla cronaca, per il loro potere di testimoniare gli “eventi”. Tagliaferro aveva esposto il suo primo lavoro con le immagini fotografiche al premio di pittura San Fedele a Milano nel 1965. Nel 1968 aveva aderito alla Mec-Art da cui si era emancipato nel 1971 per proseguire la sua ricerca personale.
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