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“Personale in affanno al Pronto Soccorso di Senigallia: mancano medici e infermieri”

Delegati RSU per la FP CGIL Area Vasta 2 all'attacco del Direttore Maurizio Bevilacqua: "Problema è molto più di un barelliere"

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Pronto Soccorso, ospedale

Non abbiamo certamente noi il problema di dimostrare nei fatti ciò che affermiamo, ritenendo che sia un diritto per il cittadino sapere come stanno veramente le cose che sono sotto gli occhi di tutti.

L’affanno da noi dichiarato del personale di supporto del Pronto Soccorso di Senigallia, ossia degli Operatori Socio Sanitari e degli Ausiliari Socio Assistenziali, è comprovato da documenti pubblici, attendibili, ossia i turni di lavoro.

Andare quindi a ridimensionare se non addirittura negare il problema, offendendo predetto personale di supporto, ritenendolo dei “barellieri”, significa non conoscere le declaratorie contrattuali delle figure professionali, e soprattutto, non sapere nemmeno le varie fasi che caratterizzano l’assistenza complessiva di cui necessita un paziente.

Per noi diventa quindi fin troppo facile dire ora “basta venire ad osservare il quotidiano lavoro nel Pronto Soccorso di Senigallia, o meglio, in tutti i Pronto Soccorso dell’Area Vasta 2”. Per constatare il quotidiano lavoro svolto dal personale di supporto in tutte le sue fasi, dove oltre all’assistenza al paziente c’è anche il trasporto degli stessi verso i reparti e servizi ospedalieri dislocati rispetto al Pronto Soccorso di Senigallia, con gli operatori costretti quindi a percorrere Km ad ogni turno, avanti ed indietro di continuo.

Personale nettamente insufficiente come numero rispetto ai carichi di lavoro presenti, alle liste di attesa dei pazienti presenti in Pronto Soccorso e per un fatto di sicurezza. La prassi senigalliese, nel periodo estivo dei grandi eventi, è sempre stata quella di conseguire per tempo il potenziamento del personale al completo. Non il mancato potenziamento di una dotazione organica incompleta!

Ciò in quanto i tempi di attesa, già lunghi in condizioni normali, aumentano vertiginosamente in estate. Nella settimana dell’evento senigalliese dell’X Masters non c’è stato nessun potenziamento di personale, né diurno né notturno, anzi, su 7 giorni ce ne sono stati 4 depotenziati nonostante si sia pure ricorsi a rientri in servizio oltre il normale turno di lavoro, con alcuni operatori che hanno saltato il riposo settimanale e sono stati pure reperiti “in prestito” (brutto dirlo, ma queste sono le condizioni di lavoro per i turnisti) operatori da altri reparti per sottoporli ad un doppio turno lavorativo giornaliero. Nel giorno di inizio dell’evento senigalliese del Summer Jamboree la situazione era pressoché invariata, anzi, aggravata da una lunga assenza, tenuta nascosta anche ai sindacati come abbiamo già denunciato, eppure a conoscenza dell’Azienda sin dal mese di giugno, senza che sia stata adottata alcuna previsione di sostituzione.

Alla faccia della pianificazione e gestione dell’Area Vasta 2 prevista dal protocollo di Intesa regionale del 27 luglio 2015 sottoscritto dal Presidente della Regione Marche con CGIL CISL UIL a proposito della “qualità della partecipazione e del confronto”!

Ma parlare del personale di supporto è probabilmente considerato fastidioso ed inutile, dato che a malapena vengono considerate queste figure professionali. Tanto che, per l’Area Vasta 2, gli Operatori Socio Sanitari presentanti il requisito della stabilizzazione “ex DPCM del 2015”devono ancora essere stabilizzati (n.25 unità) e gli Ausiliari Specializzati ai Servizi Socio Assistenziali presentanti il requisito per la riqualificazione in Operatori Socio Sanitari in possesso del relativo attestato (circa n.20 unità), risultano letteralmente dimenticate dall’Azienda, che però non si è dimenticata, al contrario, di riqualificare, da ultimo, in deroga alle tabelle ministeriali, il personale ex Croce Rossa Italiana transitato in Area Vasta 2 da 1 gennaio 2017 (n.24 unità).

Ma le problematiche a questo punto è necessario farle presenti tutte. La determina ASUR n.357 del 20 giugno 2017 oltre ad indicare i percorsi del paziente in Pronto Soccorso, ha indicato e stabilito quali dovrebbero essere gli standard di personale necessario per ottimizzare gli attuali livelli di efficienza ed efficacia dell’emergenza/urgenza.

Ad oggi, e dopo quasi un anno, l’Azienda non è stata ancora in grado di incrementare il personale medico ed infermieristico in tal senso. Mancano i medici per garantire la continuità diagnostica nelle 24 ore dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI), riservata a quei pazienti per i quali non è possibile prendere una decisione di esito (dimissione o ricovero) e che necessitano pertanto di un periodo più lungo di valutazione per il raggiungimento della massima appropriatezza possibile.

Inoltre per i pazienti dell’OBI non è neanche presente un sistema di monitoraggio continuo, fondamentale ed indispensabile per riscontrare in tempo reale una eventuale alterazione dei parametri vitali. Di notte, uno dei due medici presenti, svolge anche la funzione di Guardia Interdivisionale per i reparti di degenza ed in caso di chiamata si deve allontanare dal Pronto Soccorso ed oltre a lasciare da solo il medico leader addetto alla sala emergenza, la sua temporanea assenza, fa aumentare sostanzialmente i tempi di attesa per i codici minori (codici verdi e bianchi) che non possono essere visitati se contestualmente ci sono delle urgenza maggiori. Mancano gli infermieri per garantire la sorveglianza clinica nelle 24 ore dei pazienti in Osservazione Tecnica. Tale figura permette la rivalutazione/monitoraggio costante dei pazienti già visitati o che ancora devono accedere agli ambulatori, dal 1° giugno l’infermiere è garantito solo nelle fasce orarie diurne.

Per non parlare della sicurezza. La sicurezza degli operatori, tutti, e degli utenti del Pronto Soccorso di Senigallia, è ormai un allarme che dura da anni, e l’aspetto logistico e strutturale del Pronto Soccorso di Senigallia non la garantisce di certo. La collocazione della sala d’attesa rispetto al Triage non permette una sorveglianza a vista di tutte le persone presenti e di tutte quelle che entrano ed escono dal Pronto Soccorso.

L’attuale postazione di Triage oltre a non permettere all’infermiere triagista di effettuare un’adeguata e completa raccolta dati, necessaria per la corretta attribuzione del codice colore di priorità di accesso, non garantisce la privacy indispensabile durante l’accoglienza del paziente.

La mancanza di una porta interna, ad apertura controllata, per accedere alle sale visita ed all’osservazione temporanea dove sostano i pazienti barellati, rende i locali del Pronto Soccorso accessibili a tutti, mettendo a rischio l’incolumità di tutti gli operatori e degli utenti in attesa. I locali dell’Osservazione Tecnica, per i paziente barellati, sono sempre sovraffollati, ed i pazienti stazionano lungo i corridoi e nelle vie di fuga e questo oltre a comportare dei seri rischi per la sicurezza va a ledere la loro privacy.

Sono anni che facciamo segnalazioni in tal senso, denunciando aggressioni verso il personale, tantissimi i casi verificatisi. Gli operatori, tutti, lavorano a rischio, sempre, e nonostante tutto non si è mai creato un disservizio ed è stata sempre data un’assistenza di qualità al paziente.

Adesso è venuto il momento di dire basta alle dichiarazioni che va tutto bene ed è tutto bello quando ciò non è assolutamente vero. I lavoratori ed i cittadini hanno ragione, ormai stanchi pretendono risposte dall’Azienda e dalla politica che governa, con l’immediata risoluzione di tutti i problemi segnalati.

E’ quindi molto di più di un “barelliere” il vero problema.

I delegati RSU della FP CGIL dell’Area Vasta 2
Nadia Manuali, Simone Paradisi, Giacomo Mancinelli, Salvatore Viscio, Valentino Tesei, Massimo Capannelli

Commenti
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Franco Giannini
Franco Giannini 2018-08-05 11:05:55
Per una volta lasciatemi spezzare una lancia a favore dell'ing. che appunto essendo ing e non un Dr. (che poi alcuni di quest'ultimi, una volta buttatisi in politica hanno perso di vista il giuramento di Ippocrate preferendo quello da ipocriti nei confronti dei loro partiti) non sa che il primo placebo che si riceve in PS lo si riceve proprio dagli infermieri (li chiamo così per non fare la lista degli incarichi). Lui non ne ha colpa, non sa neppure perché (se non per le retribuzioni) è lì e quale siano i suoi compiti. La colpa l'ha quegli incompetenti (con l'aggravante di essere anche e purtroppo, dei politici) che ce lo hanno messo conoscendone i limiti.... e di tutti coloro che li hanno votati. (e nella lista di quest'ultimi ci sono anch'io, poi però mi sono destato dal coma seppur vago come uno zombi non trovando una casa sicura).
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