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“Serve conversione culturale”: il Vescovo di Senigallia incontra gli amministratori

Preoccupazione in particolare per la mancanza di lavoro tra i giovani: il 28 maggio scambio di idee alla Cesanella

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Mons. Manenti al 30° dell'Odg Marche

In occasione della festa di San Paolino da Nola, patrono della città e della diocesi, il Vescovo di Senigallia Franco Manenti incontra i rappresentanti delle amministrazioni comunali e le persone impegnate in politica nel territorio della diocesi di Senigallia, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni economiche e sindacali.


Scrive San Paolino in una sua lettera: “Non c’è da meravigliarsi se noi, pur lontani, siamo presenti l’uno all’altro e senza esserci conosciuti ci conosciamo, poiché siamo membra di un solo corpo, abbiamo un unico capo, siamo inondati da un’unica grazia, viviamo di un solo pane, camminiamo su un’unica strada, abitiamo nella medesima casa” (Epistola 6,2).

La passione di San Paolino per l’amicizia è invito anche per noi a costruire le nostre città con il criterio della giustizia illuminata dalla carità.

L’incontro sarà sabato 28 aprile 2018 alle ore 10 presso i locali della parrocchia di Cesanella a Senigallia in via Guercino.

La riflessione riguarderà il mondo del lavoro, lavoro che risponde al bisogno della persona, alle sue esigenze fondamentali che sono di pane, di realizzazione, di significato, di giustizia, di felicità, di infinito.

Ci sono grandi criticità come il rapporto giovani e lavoro e quindi la distanza tra sistema educativo e mondo del lavoro, il lavoro delle donne, il lavoro e la cura della casa comune, il lavoro malsano, pericoloso, le cui cause sono investimenti senza progettualità, finanza senza responsabilità, tenore di vita senza sobrietà, efficienza tecnica senza coscienza, politica senza società, rendite senza ridistribuzione, richiesta di risultati senza sacrifici.

La situazione attuale ci chiede una vera “conversione culturale” che può essere declinata in tre tematiche: superare le false dicotomie, perché la persona intera è fatta di più dimensioni (cognitiva, emotiva, manuale, sociale) che vanno stimolate e curate, avendo cura di attivare sia il sapere teorico che quello pratico; creare un ambiente favorevole a chi lo crea e a chi lo esercita; umanizzare il lavoro, per passare da un’economia della sussistenza – come fabbricazione e sfruttamento – ad un’economia dell’esistenza, produttrice, cioè, di saper-vivere e di saper-fare.

L’incontro ha semplicemente l’obiettivo di far incontrare le realtà che possono essere motore di un cambiamento culturale, perché senza la creazione di reti sane non sarà possibile camminare e uscire da questa situazione che sembra di stallo e apparentemente senza sbocchi.

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