Arvultùra aderisce al corteo antifascista in programma a Macerata
La manifestazione è prevista per sabato 10 febbraio
Ciò che è successo sabato 3 febbraio a Macerata non è in alcun modo tollerabile. Una tentata strage di matrice razzista e fascista di inaudita gravità è accaduta a pochi chilometri dalla nostra città. Dopo lo sgomento e la rabbia ora siamo tutti chiamati ad una reazione tanto forte quanto immediata. Cittadini, associazioni, formazioni politiche, migranti tutti insieme dobbiamo necessariamente dare un segnale netto di discontinuità e rottura con questo clima di intolleranza e razzismo che sta producendo una lacerazione sempre più profonda nel tessuto sociale del paese.
Ecco perché, insieme ad altre realtà di movimento, abbiamo deciso di costruire un grande appuntamento pubblico di massa, che vuole essere il più possibile aperto, partecipato e condiviso.
Sabato 10 febbraio saremo di nuovo a Macerata, in corteo, e stavolta saremo in tanti da tutta Italia. Convergeranno a Macerata migliaia di persone da ogni angolo del paese ognuno per dare il proprio contributo, ognuno per dare la propria testimonianza.
Dopo l’omicidio di Emmanuel a Fermo per mano di un simpatizzante di Casa Pound, dopo il rogo della palazzina che doveva ospitare alcuni richiedenti asilo in provincia di Ascoli, dopo quello che è successo sabato scorso a Macerata, questo non è più il tempo dell’attesa, non è più il tempo di chiudersi in casa, non si può più voltare la testa e fare finta che siano solo episodi dettati da una supposta “follia”.
Facciamo dunque appello a tutte le donne e gli uomini che non vogliono piegarsi a questo clima di intolleranza e di razzismo qualunquista e che vogliono invece un paese sicuro perché giusto, sicuro perché dichiara guerra alla povertà e non ai poveri, sicuro perché solidale ed aperto.
Ci vediamo per la partenza da Senigallia ore 13.30 dal casello autostradale. Per info e prenotazioni pullman: 333/7967633. Quota 10€ a/r.
Ora che mancano i combattenti liberali ed i democristiani di allora, le associazioni "antifasciste" sono monopolio dei nostalgici comunisti.
La loro società terzamondista, ove si è realizzata , non "accoglieva" ma erigeva muri per non far scappare gli assoggettati a tal tipo di ideologia di sinistra.
Perché non si mobilitano anche per protestare contro chi li finanzia perché consente di circolare a piede libero 9 su dieci migranti anche se non hanno niente a che fare con la fuga da guerre e persecuzioni?
Perché non hanno coraggio di condividere la politica anti migranti del gruppo europeo dei paesi di Visegrad che hanno già patito sulla loro pelle le conseguenze di ideologie comuniste alle quali tali associazioni fanno ormai esclusivo riferimento?
Di seguito il motivo da una testata giornalistica non di sinistra,sia chiaro.
La versione del regolamento di Dublino (Dublino III) è stata sottoscritta dal governo italiano nel 2013, quando il Presidente del Consiglio era Enrico Letta. Ma è l’accordo di Dublino II (ratificato dal nostro Paese nel 2003) che ha reso operativo il regolamento sulla gestione dei meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda d’asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo. Il regolamento di Dublino II trasformò e rese operativa la Convenzione di Dublino (detta appunto Dublino I) che risale al 1990 e che fu ratificata nel 1997.
È stato quindi Silvio Berlusconi – in carica dal 2001 al 2005 – a far ratificare al nostro Parlamento (anche la Lega Nord votò a favore) l’applicazione del trattato di Dublino. Le modificazioni introdotte nel 2013 non hanno cambiato l’impianto generale del trattato. Di quel governo, guidato da Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia era Roberto Castelli della Lega Nord, quello dell’Interno era Beppe Pisanu e quello degli esteri Franco Frattini, entrambi di Forza Italia. Anche costosissimo e inutile
il sistema dei centri di identificazione ed espulsione (CIE) fu messo in piedi da un governo di centrodestra. A volerli fu l’ex ministro degli Interni dell’ultimo governo Berlusconi: quel Roberto Maroni che è il Presidente uscente di Regione Lombardia. A complicare la situazione italiana c’è anche la legge Bossi-Fini (varata anch’essa durante un governo Berlusconi) che rende impossibile entrare in Italia legalmente per cui l’unico modo per farlo è clandestinamente. Oppure facendo richiesta d’asilo. Ed è questo uno dei motivi per cui i centri di identificazione solo al collasso: cercare di ottenere lo status di rifugiato è l’unico modo per poter entrare in Italia e quindi in Europa.
C’è infine un altro aspetto interessante. Berlusconi ha detto che grazie agli accordi stipulati durante il suo governo nel 2010 gli sbarchi erano ridotti a poche migliaia di unità. Ma allora perché l’allora ministro degli Interni Roberto Maroni affermava in Parlamento che avrebbe chiesto alle Regioni, alle province e ai comuni di farsi carico dell’accoglienza dei rifugiati. Il 30 marzo 2011 alla Camera Maroni intervenne sull’emergenza immigrazione: «Ho proposto loro un piano per la distribuzione equa, in tutte le regioni, con la sola esclusione dell’Abruzzo per i soliti motivi, dei rifugiati, con un criterio molto semplice, ossia in base al numero degli abitanti, alla popolazione». La diga eretta dall’accordo con Gheddafi, che ha condannato migliaia di donne e uomini a violenze e stupri inenarrabili sull’uscio di casa nostra, aveva ceduto. Sette anni dopo Berlusconi fa ancora finta di non avere alcuna responsabilità né sulla firma degli accordi di Dublino né – ed è peggio – sull’avallo dato ai campi di Gheddafi che l’ambasciatore tedesco ha definito “veri e propri lager”.
A me, che sono una persona mentalmente sana al contrario vostro, rattristano entrambi gli episodi mentre voi siete talmente consumati da queste vostre ideologie estremiste che non riuscite più a distinguere tra giusto o sbagliato, vedete solo rosso o nero.
L'ultimo aggiornamento del regolamento di Dublino III (2013/604/CE) è stato approvato nel giugno 2013, in sostituzione del regolamento di Dublino II, e si applica a tutti gli Stati membri ad eccezione della Danimarca. Perché chi poteva non lo ha cambiato?
La legge Fini prevede il contingentamento in funzione delle necessità. E' ora inapplicabile semplicemente perché i "recuperi in mare" sono ampiamente superiori quanto sarebbe possibile consentire. Non sono berlusconiano, ma accusarlo di aver avvallato (o provocato) le torture di Gheddafi alla popolazione dei possibili immigrati quando Minniti sta facendo la stessa cosa scaricando le responsabilità sulle carceri libiche, mi pare un infruttuoso ed inutile tentativo di bilanciamento. La differenza se mai, è che ai suoi elettori stava bene, alla sinistra invece gli si fa credere che si tratta di deprecabili ma risolvibili incomprensioni e non la presa d'atto che la sensibilità della "accoglienza a prescindere" diffusa ( sempre meno) tra la sinistra è una strada semplicemente irrealistica..
Diciamo le cose come stanno!
A parte questo, di chi è la responsabilità di far uscire a piede libero chiunque lo voglia dai centri di identificazione? addirittura, prima della censura europea, accondiscendere al rifiuto di farsi identificare e rilasciare le impronte. Che senso ha
far credere che il problema sia "L'europa che non accoglie" quando è chiaro che il piano di ripartizione tra gli stati membri può solo riferirsi al 5-10% degli immigrati, cioè solo agli aventi diritto alla protezione internazionale . Che pure tale piano di ripartizione trova difficoltà attuative perché i paesi che hanno subito sanno ormai riconoscere le chiacchere ideologiche dalla realtà.
Che senso ha giustificare ed invocare"il transito verso l'Europa" quando si può constatare ogni giorno a Ventimiglia il respingimento degli illegali? Stessa cosa alle frantiera austriaca. Ignoranza, distrazione, propaganda o malafede?
Che senso ha "accogliere" per sei o 12 mesi quando si sa bene che non verranno piu' ripescati?
Che senso ha investire in "integrazione" anche in attesa di valutare se accoglibili o meno?
Perchè non assumersi la responsabilità di tenerli ben chiusi fino a che non sia riconosciuto il diritto di asilo o, in caso diverso, decidano spontaneamente di tornare a casa?
Certo , la sinistra perderebbe i voti dei "buonisti a prescindere" e non potrebbe giustificare i 5 miliardi prelevati ai contribuenti ed elargiti a cooperative o strutture di volontariato magari costituite allo scopo. Sono gli stessi operatori, e chi li sostiene, che si danno tanto da fare perchè l'andazzo continui in tal modo.......... Diciamo le cose come stanno!
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