Procioni a Senigallia?
Il presunto avvistamento segnalato sul gruppo FB “Sei di Senigallia se…”
Procioni a Senigallia? La fauna locale si starebbe arricchendo di una nuova specie non autoctona: il procione appunto, animale noto anche come orsetto lavatore nativo del Nord America. Si tratta di un mammifero onnivoro di mezza taglia della famiglia dei procionidi.
Nonostante sia diffuso prevalentemente nel sud del Canada, in buona parte degli Stati Uniti, in Messico, in parte dell’America centrale sino a Panama. Verso la metà del XX secolo la specie è statA deliberatamente introdottA anche in Francia, in Germania, nelle regioni del Caucaso e in Giappone. seguito di alcuni avvistamenti e catture lungo il corso dell’Adda tra il 2004 e il 2008, si ipotizza che la specie abbia attraversato le Alpi e si stia diffondendo in Lombardia.
L’incontro ravvicinato si sarebbe consumato nella serata del 16 ottobre in via Cellini: l’avvistamento ha scatenato un vero e proprio dibattito: in molti sostengono che sia molto più probabile che si sia trattato di un tasso o un istrice, specie comuni, soprattutto nell’hinterland senigalliese. Non mancano comunque persone che sostengono di aver avvistato in diverse occasioni alcuni procioni nella campagna locale.
Nella vicina Romagna, più precisamente nel Parco delle Foreste Casentinesi, circa un anno fa, alcune video trappole avevano immortalato alcuni esemplari (una decina di coppie con relativi cuccioli) aggirarsi indisturbati nella zona. Dell’“invasione” dei procioni nelle Foreste casentinesi parlò anche la Rai in un servizio di approfondimento su “Geo & Geo”.
«Nel contesto del nostro territorio rappresentano un un pericolo per varie ragioni - spiega Luca Santini, presidente del Parco -. Sono portatori di alcune patologie, tra cui una in particolare può rappresentare un problema: una parassitosi intestinale che può colpire persone con sistema immunitario debole come bambini, anziani o persone immunodepresse. Ma sono portatori anche di rabbia e vista la presenza del lupo nelle nostre Foreste la cosa ci preoccupa. Un altro problema che viene preso seriamente in considerazione dal Parco è che il procione è una specie pericolosa per il mantenimento della biodiversità. Questi animali si riproducono molto velocemente e competono con molte specie che invece sono proprie del territorio quali volpe, tasso e rapaci notturni».
Dalle rilevazioni con le videotrappole è emerso che al momento sono presenti una decina di coppie con relativi cuccioli, quindi alcune decine di animali. «Il fenomeno può essere ancora sanabile - spiega Santini - a differenza di quanto avvenuto altrove. Per questo in accordo con Corpo Forestale e ministero ora stiamo definendo le modalità per la cattura e il successivo affidamento degli animali a strutture specializzate, ma dobbiamo definire gli ultimi particolari».
Cercare di eliminarne la presenza, ovviamente senza abbatterli, ha un costo non indifferente.
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