“Basta Uisp, la gestione della piscina Saline di Senigallia sia decisa da una gara pubblica”
Il consigliere Giorgio Sartini: "la gestione dell'associazione costa 130.000 euro all'anno alla collettività"
Senigallia Bene Comune chiede, attraverso il consigliere comunale Giorgio Sartini, il recesso della convenzione tra il Comune di Senigallia e la Uisp per la gestione della piscina Saline.
Una mozione verrà presentata in tal senso nel prossimo Consiglio comunale.
“La piscina Saline è sempre stata gestita dal Comitato territoriale Uisp fin dal principio, cioè dal 2005, con 6 rinnovi e nessuna procedura ad evidenza pubblica. Il Comune dovrebbe recedere da questa convenzione e dare finalmente avvio alle procedure per una gara pubblica”, attacca Sartini.
Ma alla base della richiesta di Senigallia Bene Comune c’è anche una rendicontazione che presenta, secondo la lista civica, dati incompleti e costi per la collettività.
Spiega infatti ancora Sartini: “in base alla convenzione in vigore il gestore è tenuto ad inviare il rendiconto della gestione dell’impianto. Accedendo agli atti del periodo 2009-2015 (con esclusione del 2013) ci siamo però accorti che non solo i rendiconti inviati dall’Uisp sono incompleti ma pure che violano gli obblighi imposti. Se da un lato sono state inserite tutte le spese relative alla gestione, nelle entrate sono stati omessi tutti gli intrioti derivanti dai vari corsi per soci. Al Comune, in sintesi, non sono state riportate le entrate provenienti dalla frequentazione degli associati Uisp”.
“Questo ha fatto sì che fra costi per il miglioramento dei servizi eseguiti direttamente dall’Uisp e perdite annuali, nei 6 anni analizzati il passivo calcolato è arrivato a 425.000 euro circa. Ma è evidente – conclude Sartini – che nessuno farebbe investimenti se il risultato economico della gestione evidenziasse perdite ingenti come quelle comunicate dall’Uisp al Comune nei rendiconti. Di fatto, in questo modo, l’amministrazione comunale ha sostenuto e sostiene ad oggi costi per le utenze di circa 130.000 euro annui, al fine di consentire ad un’associazione sportiva privata di avere un’utile di bilancio ogni anno. 130.000 euro, dunque, pagati dalla collettività”.
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