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La vittoria del “no” al referendum è la vittoria della democrazia

Gli iscritti al PD che hanno votato no esultano: "Non solo Grillo o Salvini, questa vittoria è prima di tutto della sinistra"

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Logo delle iniziative contro la riforma costituzionale eper il referendum contro la legge Italicum

La vittoria del NO nel Referendum Costituzionale di domenica 4 dicembre ha consentito di archiviare una riforma della Costituzione sbagliata e pericolosa. Abbiamo creduto in quest’esito e come noi ci ha creduto una larga maggioranza degli elettori.

La Costituzione va difesa ed applicata. Le Istituzioni Democratiche vanno rafforzate e non indebolite.

In questi anni la nostra Costituzione ha garantito la stabilità del Paese, preservandolo da derive populiste e riuscendo ad assicurare la partecipazione democratica di tutto il popolo italiano alla scelte politiche.

E’ stata una vittoria indiscutibile, una vittoria della democrazia. Mai nelle ultime tornate un referendum aveva visto una così alta partecipazione. In quel 70% di italiani che domenica si sono recati a votare, c’è una grande parte di quell’elettorato di sinistra che si era allontanata dalle urne e dalla vita partecipativa. Ed abbiamo scelto anche noi di esserci, a fianco dell’ANPI e della CGIL, a fianco dei movimenti pacifisti e dei padri Costituenti, insieme a quel popolo della sinistra che si è risvegliato dal torpore in cui era caduto, rimanendo alla finestra ad osservare, deluso dalla politica e da chi la rappresentava. Abbiamo avuto il grande merito di far rinascere quella voglia di partecipazione che a sinistra è rimasta latente e ma non è mai venuta meno. Hanno ripreso vigore il senso di appartenenza e la militanza. Non abbiamo consentito che questa potesse essere solo la vittoria di Grillo o di Salvini, questa vittoria è prima di tutto della sinistra.

In questi giorni più volte abbiamo spiegato i motivi della nostra scelta.

Siamo entrati fin nelle pieghe della Carta e nel merito della riforma, abbiamo scelto di confrontarci con la gente, senza usare slogan e paradossi, portando le nostre motivazioni e un esame attento del testo e la nostra azione è stata premiata con un risultato al di là di ogni aspettativa.

Pensiamo che sia stato un errore tentare una modifica della Carta Costituzionale a colpi di maggioranza e di imporre un significato politico al referendum: ciò ha causato una profonda lacerazione interna al Partito Democratico che è tutt’oggi il più grande Partito di questo Paese ed è l’unico Partito che può e deve garantire la governabilità. Ciò ci impone, a referendum passato, di lavorare per ricostruire il Partito, con l’obiettivo di rafforzare un’area di centro sinistra riformista, in modo che essa sia chiaramente riconoscibile nei principi della uguaglianza e della solidarietà sociale. Un’area di centro sinistra capace di indirizzare uno sviluppo equilibrato e sostenibile, con la coscienza che la globalizzazione non può essere governata col liberismo ma con politiche adeguate e incisive da parte dei governi ad evitare che strati sempre più vasti di popolazione si trovino via via più emarginati ed impoveriti, processo questo che genera sempre più qualunquismo e populismo.

Occorre perciò avviare un dibattito, aperto, senza rese dei conti, ma franco e capace di riannodare i fili di una unità essenziale per mantenere ed accrescere il ruolo di governo nel Paese e per inaugurare una nuova stagione nel processo di costruzione di una vera Unione Europea. Ringraziamo quanti con il loro impegno e sostegno hanno consentito questo risultato.

 

dagli iscritti e le iscritte al PD di Senigallia che hanno sostenuto il NO
al Referendum di Domenica 4 Dicembre 2016

Commenti
Ci sono 2 commenti
BlackCat
BlackCat 2016-12-06 14:04:39
Buon senso. Il contrario di quello che ha avuto Renzi legando la sua sorte ad una così brutta riforma costituzionale. Ora è tempo di ridare voce ai cittadini con elezioni anticipate.
octagon 2016-12-06 22:04:14
Mi riconosco nelle parole che avete scritto, anche se, da tempo non voto più pd, ma chissà forse un giorno alcuni riusciranno a sentire le grida del popolo!
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