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Senigallia: convegno all’università di Perugia, la replica della famiglia Bertolini

Il legale Roberto Paradisi sulla lettera di Jessica Bertolini: "a nessuno è consentito minacciare la libertà di parola"

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Famiglia Bertolini e Roberto Paradisi a Chi l'ha visto

In riferimento alla nota stampa (di seguito una minima rettifica alla stessa, n.d.r.) formalmente sottoscritta da Jessica Bertolini in relazione al convegno tenutosi presso l’Università degli studi di Perugia, è opportuno fare alcune precisazioni.

L’iniziativa, intanto, a differenza di quanto è stato scritto in detta nota, non è stata “messa in atto” dai signori Bertolini ma è stata proposta dal sottoscritto (collaboratore presso la cattedra di Filosofia del diritto di Perugia) al docente Simona Carlotta Sagnotti, anche per gli indiscutibili spunti di ordine giuridico e giusfilosofico che il caso in questione offre. L’invio della diffida da parte di un avvocato del Foro di Rimini, formalmente per conto della signora Jessica Bertolini in Predieri, contenente la surreale pretesa di fermare il convegno è stata rispedita al mittente dalla titolare della cattedra che ha dovuto ricordare (incredibile ma vero) ad un operatore del diritto che, secondo la nostra Costituzione, la scienza e l’arte sono liberi e libero ne è l’insegnamento.

Pretendere di diffidare una Università italiana a parlare di diritto e di auto-determinazione dei soggetti traendo spunto da un pubblico processo è una delle tante abnormi stravaganze (per non dire altro) alle quali, in questa vicenda che vede imputato Alessandro Predieri, siamo ormai abituati. Come siamo abituati al fango gettato artatamente sulla famiglia Bertolini (che, è bene ricordarlo, non solo non è sotto processo ma non è mai stata denunciata per quelle fantomatiche e fantasiose violenze di cui si parla nel memoriale a firma di Jessica in cui si accusano peraltro polizia, magistratura, assistenti sociali, parenti, educatori, medici … di far parte di un vastissimo e perverso complotto organizzato per incastrare il povero malcapitato di turno).

Dall’altra parte, la pubblica accusa, sulla base di solidi elementi di prova (che, in dibattimento, sono già stati in parte confermati) ha mosso precisi e puntuali contestazioni all’imputato Predieri cristallizzati in un articolato e drammatico capo di imputazione. Sappiamo perfettamente che ogni imputato è innocente fino a prova contraria e, sia detto per inciso, non c’era alcun bisogno che un legale scrivesse nero su bianco che Jessica Bertolini lo ricordava ai convegnisti i quali, agli studenti, insegnano proprio l’origine di tali principi che appartengono addirittura al diritto naturale antico e che, prima della signora Predieri, sono stati declamati da un certo Eschilo nelle sue “Eumenidi” e, via via, da sapienti e giuristi di cui è ben noto l’insegnamento. Almeno a chi frequenta le aule universitarie.

Per quanto riguarda invece il lamentato e asserito diniego alla ripresa con telecamera dell’incontro, va precisato che la titolare della cattedra ha semplicemente invitato l’operatore a chiedere di essere autorizzato dal preside di facoltà. Una volta arrivata l’autorizzazione è stato solo richiesto a detto operatore di non riprendere gli studenti ma limitarsi a riprendere i soli relatori.

In relazione poi alle notizie diffuse nel comunicato formalmente a firma di Jessica sull’emissione di decreto penale a carico di Simone Bertolini (decreto ovviamente opposto e pertanto si aprirà sul punto un autonomo processo), detto procedimento non riguarda, come sembrerebbe leggendo la lettera aperta della signora Predieri, dichiarazioni ipoteticamente diffamatorie relative ai fatti che investono Jessica e Alessandro Predieri e per cui è processo davanti alla Corte di Assise per riduzione in schiavitù, violenza sessuale e altro, ma semplicemente riguardano due dichiarazioni fatte da Simone Bertolini in diretta televisiva  a “Chi l’ha visto”.

Nessun collegamento dunque con i gravissimi fatti contestati al Predieri nel capo di imputazione per cui la chiosa della nota stampa su chi sia dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto è l’ennesimo tentativo di sviare l’attenzione dai fatti contestati in capo di imputazione sui quali si sta celebrando processo. Una cosa è comunque certa: non saranno né le diffide né gli avvertimenti sinistri a fermare la libera espressione costituzionalmente e naturalmente protetta.

Roberto Paradisi
Difensore famiglia Bertolini

Allegati

Aggiornamento rispetto al contenuto: con sentenza della Corte di Assise di Ancona del giorno 20/12/2018, il sig. Alessandro Predieri è stato assolto o comunque prosciolto da ogni accusa, eccezion fatta per un capo di imputazione relativo alla violenza sessuale, per il quale è stato condannato con medesima sentenza ad anni 8 e mesi 6 e ad il risarcimento in favore della parte civile costituita. La difesa dell’imputato, respingendo ogni accusa, ha impugnato la sentenza.

L’intera vicenda

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