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Senigallia, anche i Portici Ercolani sono a rischio alluvione

Sartini (SBC) chiede di estendere l'area R4 anche alle vie Cavallotti e delle Caserme - FOTO e MAPPE

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L'alluvione di Senigallia del 1976

Dopo il primo articolo in cui si è illustrata la richiesta di estendere all’area ex Sacelit Italcementi la zona R4, con questo articolo intendiamo portare a conoscenza della Città la osservazione numero due, ovvero l’estensione dell’area R4 all’area tra via Portici Ercolani, via delle Caserme e via Cavallotti. Prima di entrare nel merito, occorre però fare una doverosa premessa.

Ogni volta che in Italia succede un disastro ambientale che coinvolge un centro abitato, si sollevano domande su chi abbia potuto, ad esempio, dare le autorizzazione per costruire in un posto che si sapeva già essere pericoloso per chi ci sarebbe andato ad abitare.

Ecco, con questa osservazione si intende evidenziare la scelleratezza della decisione amministrativa comunale di far costruire l’isolato c.d. “Orti del Vescovo” con oltre sessanta posti auto interrati, il tutto a ridosso del fiume ed in una zona “a valle” – non perimetrata in alcun modo – rispetto a quella “a monte” prevista come R4.

L'alluvione di Senigallia del 1976Con questa osservazione chiediamo infatti che la zona R4 sia estesa all’area tra via Portici Ercolani – via Delle Caserme – via Cavallotti, il tutto per una semplice questione di logica e di fisica. L’area si trova a ridosso dell’area R4 individuata dal Bar dei Cacciatori – ponte Garibaldi e via Portici Ercolani (Allegato 1.2) ad una quota al di sotto del ponte Garibaldi oscillante tra 50 cm (a 4-5 metri dall’argine in aderenza al ponte) ad oltre 110 cm sul piano stradale di via Delle Caserme.
Inoltre l’argine che costeggia via Delle Caserme si trova a ben 170 – 180 cm sopra il piano stradale di via Delle Caserme.

L'alluvione di Senigallia del 1976. Foto di Edmo LeopoldiL’ultima alluvione avvenuta, nell’area oggetto dell’osservazione, è avvenuta nel 1976 ed ha allagato tutta l’area sulla sponda destra della città come mostrano le foto allegate a questo articolo.

Lo stato attuale gli argini è precario con profonde lesioni e spostamenti che sono indicativi di un possibile cedimento e/o rottura. E’ stato chiesto pertanto di estendere l’area R4, secondo le curve di livello esistenti, per allertare i residenti durante le emergenze e per evitare una prossima futura realizzazione di garage interrati e appartamenti/attività commerciali a piano terra nell’area denominata “ORTI DEL VESCOVO” come era previsto nella prima adozione del PAI – Delibera n. 15 del 28 giugno 2001 (Allegato 3.2).

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Commenti
Solo un commento
F_Libanori 2016-11-03 14:50:18
È questa un’osservazione assai sensata e motivata dalla documentazione ad essa allegata che, tuttavia, non potrà neppure essere valutata per quanto previsto (senza apparenti giustificazioni) dalla delibera n. 68 dell'8.8.2016 dell’Autorità di Bacino regionale delle Marche ove è stato deciso “di disporre che la presentazione delle osservazioni sia riservata ai soli perimetri di aree a rischio nuove o diverse da quelle vigenti alla data di approvazione del presente atto”.
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