Alluvione 2014: blitz del Corpo Forestale in Regione e nel comando della municipale
Acquisiti nuovi atti: la Procura ipotizza i reati di omicidio colposo e disastro ambientale contro ignoti
Blitz del Corpo Forestale prima negli uffici della Regione e poi nel comando della Polizia municipale: l’obiettivo era quello di acquisire nuovi atti relativi all’inchiesta sull’alluvione di Senigallia. Le incursioni da parte degli uomini della Forestale si sono svolte nelle giornate dell’11 e 12 ottobre.
La Procura ipotizza i reati di omicidio colposo e disastro ambientale ma si procede ancora contro ignoti.
I militari hanno chiesto di accedere all’archivio della Provincia di Ancona, perché interessati a documenti che riguardavano la manutenzione del Misa, una materia la cui competenza è passata nel frattempo dalle Province alle Regioni. La lente d’ingrandimento è stata posta sui lavori di manutenzione degli argini del tratto fluviale tra il 2012 e il 2013, ovvero gli anni precedenti al disastro.
In Procura sarebbe arrivato anche un esposto del Consigliere Giorgio Sartini (Senigallia Bene Comune), nel quale viene chiesta chiarezza sul ruolo che potrebbe aver avuto la conformazione del porto ed i lavori che hanno interessato il Porto Canale; secondo il consigliere comunale, tra le cause dell’esondazione del 3 maggio 2014 ci sarebbe anche la chiusura del collegamento del Misa con la darsena e del prolungamento del molo di levante.
Tra i documenti acquisiti ci sarebbero anche quelli inerenti il finanziamento del PercorriMisa: nel dettaglio, quelli relativi all’erogazione del contributo previsto dal bando Por-fesr Marche 2007-2013 finanziato con i fondi europei per una cifra pari quasi a mezzo milione di euro. La Procura vuole capire se l’opera rispondeva alla finalità del bando, le cui linee guida erano state recepite nella normativa regionale del 2008 e soprattutto capire se quelle risorse, in virtù delle priorità definite dal piano di assetto idrogeologico, siano state spese in maniera corretta.
Un blitz è stato effettuato anche al Comando della Polizia Municipale dove due ispettori in borghese si sarebbero recati presso gli uffici di Piazza Garibaldi per reperire ulteriore documentazione inerente sempre ai fatti del 3 maggio 2014.
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