Sì alla fusione ma uniformiamoci noi al modello “Morro”
Paradisi: "Non è vero, come sostengono alcuni esponenti della maggioranza, che le tasse diminuiranno"
Ho votato “si” in consiglio comunale al progetto di incorporazione di Morro d’Alba a Senigallia. Ritengo persino ovvio dover precisare che, quando un comune più grande incorpora un comune più piccolo, chi ne trae più vantaggio è il primo. Senigallia amplierà i propri confini, moltiplicherà le opportunità, avrà diritto a maggiori finanziamenti, sarà chiamata a nuove sfide.
E’ vero che avrà più territorio da gestire ma avrà anche più contribuenti e maggior gettito tributario. Ampliarsi è una vocazione connaturata ad una comunità organizzata. Detto questo, non riesco a sposare i toni trionfalistici di chi sposa il “si” (con assessori che sparano numeri al lotto in riferimento ai possibili maggiori introiti) né quelli catastrofici di chi sposa il “no” (dai quali non ho fino ad ora ascoltato una sola argomentazione convincente). Comprendo ovviamente chi difende l’identità storica e culturale di Morro d’Alba (se fossi cittadino di Morro avrei avuto più difficoltà a decidere come schierarmi).
Detto questo però, una considerazione va fatta. Non è vero, come sostengono alcuni esponenti della maggioranza, che le tasse diminuiranno. Le tasse, nella previsione dei nostri amministratori e dirigenti, aumenteranno invece gradualmente per i cittadini di Morro d’Alba (che hanno tasse alte ma non altissime come le nostre). Lo hanno fatto intendere chiaramente il dirigente Filonzi e il sindaco di Morro in commissione.
La tendenza sarà quella di omogeneizzare le tassazioni verso il modello senigalliese (proposito ovviamente non inserito nel progetto votato in consiglio comunale). Ecco, se c’è una cosa di inaccettabile in questa prospettiva è proprio tale proposito. Come ho spiegato in Commissione, per rendere vantaggiosa anche per Morro l’incorporazione la tendenza deve essere invertita. Dovrà essere Senigallia (che ha ricevuto più volte il monito dei revisori dei conti che hanno denunciato il livello di tassazione ormai sulla soglia massima) ad uniformarsi alla tassazione di Morro e non viceversa.
E tale tendenza dovrà valere anche in altri campi: pensiamo alle restrizioni edilizie soffocanti presenti a Senigallia e assenti a Morro, al “modus operandi” del nostro ufficio urbanistica e ai livelli inaccettabili a cui sono arrivati a Senigallia gli oneri di urbanizzazione … . Ecco, in tutto questo, dovremmo noi uniformarci a Morro e non viceversa.
Su questo occorre insistere facendo leva, nel confronto tra le opportunità e le libertà che hanno i cittadini delle due comunità, sull’opportunità di seguire il modello meno penalizzante per i cittadini. Questo, a mio avviso, deve essere il ruolo dell’opposizione. Non schierarsi, a Senigallia, per un “no” pregiudiziale. Ma vigilare e spingere affinché, per i senigalliesi, si aprano spiragli di maggiori spazi e maggiori libertà amministrative.
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