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Tanta fretta sulla fusione tra Senigallia e Morro d’Alba

Il 'comitato per il no' ripercorre le tappe dell'iter che ha portato già a fissare un referendum prima ancora di capirne le ragioni

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I componenti del comitato referendario "no alla fusione con Morro d'Alba": da sx, Alessandro Curtatoni, Leonardo Badioli, Elisabetta Palma e Riccardo Pizzi

La gatta pr’sciulosa fa i gattini ciechi”, diceva un vecchio proverbio senigalliese. Chissà cosa dicono a Morro. Ma tutto questo affacendarsi zitti zitti in pieno agosto intorno a una questione che non interessava a nessuno salvo poi meritarsi addirittura un referendum, di certo non aiuta a vederci chiaro su come andranno veramente le cose. “Perché anch la prescia vol ‘l temp“, dicono sempre a Senigallia.

Comincia Morro d’Alba il 30 giugno: pare che non sia possibile per loro fondersi con i paesi vicini (ma perché poi dovrebbero fondersi se hanno già un’unione che funziona?) mentre Senigallia, ossia il sindaco Mangialardi, sarebbe disposta. Il loro consiglio comunale decide dunque di seguire la via della fusione per incorporazione e di avviare con Senigallia uno studio di fattibilità di fusione per incorporazione.

Gli risponde di sì il Consiglio di Senigallia il 27 luglio, quasi un mese dopo: faranno il gruppo di lavoro e di tutto informeranno man mano. Il 2 agosto la Giunta nomina il gruppo – o per meglio dire lo ufficializza – tre funzionari e due esperti (nominati tali sul campo?) i quali lavorano anche di notte se già il 28 agosto hanno buttato giù (e a leggerlo la fretta si vede) 51 pagine, giusto in tempo per la convocazione “d’urgenza” della Prima Commissione. Il 2 settembre il Consiglio approva lo studio e in tre commissioni successive, del 12, 15 e 19 settembre, di nuovo la commissione ci ricama sopra. Procedura ben strana approvare prima e discutere dopo!

Tanta fretta impedisce a Mangialardi di tenere informato il Consiglio come aveva promesso; così, renzianamente parlando, non ha permesso a nessun altro di prendere parte all’istruzione del procedimento. Lo studio appare sbilenco e mancano un sacco di cose dove invece sovrabbondano le inutili.
Un documento di soli “pro” e tutti ipotetici, compresi i soldi che dovrebbero arrivare. Il nostro non è il comitato dei “contro” preconcetti; ma è inevitabile che ci si chieda: è una cosa fatta bene? A Senigallia conviene? Ci saranno economie? E, se ci saranno, a chi andranno i benefici: al comune-amministrazione o al comune-cittadini? Le nostre conclusioni vanno verso il NO su quasi tutte le voci, a cominciare dalla correttezza dell’intera “Operazione Morro” e del referendum dal quale i proponenti e il loro sponsor regionale Ceriscioli vorrebbero ottenere una convalida della loro “lungi miranza”.

La fretta di concludere dimostra che il consenso è qualcosa che si vuole carpire al di là di ogni ragionamento sul merito, e il modo qualcosa che la fa somigliare a un atto di pirateria politica.
Del resto è del tutto trasparente che la fusione dei due comuni non è che un’ombra cinese di quanto i nostri podestà ci stanno preparando.

Ma di questo parleremo tra qui e il 23 ottobre: il tempo che ci danno prima di farcene una ragione.

Leonardo Badioli (referente)
Alessandro Curtatoni
Catia Fronzi
Elisabetta Palma
Riccardo Pizzi

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