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Marco Oro, l’highlander senigalliese del ciclismo ancora sugli scudi

Nella più estrema maratona ciclistica d'Europa l'atleta di Senigallia è ottavo assoluto, secondo degli italiani

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Marco Oro

L’atleta senigalliese Marco Oro si ripete. Dopo il brillante risultato alla Parigi – Brest – Parigi dello scorso anno, gara quadriennale di 1230 km, giunge notizia di un suo altro grande risultato, quest’anno, alla 1001 miglia: la più lunga ed estrema maratona ciclistica d’Europa.

Alla gara hanno partecipato atleti di 37 nazioni in rappresentanza dei 5 continenti, per un totale di 476 concorrenti, con partenza il 16 agosto da Nerviano ed arrivo nella stessa cittadina del Milanese. La manifestazione, patrocinata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle politiche giovanili e delle attività sportive, si è svolta su un percorso di 1625 km, con un dislivello positivo di 16000 metri, toccando 7 regioni, 21 province, 16 capoluoghi e 143 comuni dell’Italia centrosettentrionale.

Marco Oro si è classificato 8° assoluto e 2° degli italiani, secondo solo dopo Ivan Cardellini, altro Italiano, 1° assoluto. Alla gara ha partecipato anche un altro senigalliese, Fabio Mancini, uomo di esperienza per aver  partecipato a molte gare anche internazionali di questo tipo, amico di Marco e presidente del “Club amici della bici Senigallia”, club nel quale milita anche Marco.

Per la preparazione di quest’ultima performance, Marco Oro ha affrontato un anno di grandi sacrifici, effettuando gli allenamenti in ore e giorni liberi, resi compatibili con il suo lavoro di metalmeccanico in una azienda locale,  sacrificando quindi gran parte del  suo tempo libero.

Le dichiarazioni di Marco dopo la gara, di una semplicità disarmante, sono state in sintonia con le sue qualità di uomo e atleta: “….. ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato in questa impresa;  non  faccio nomi per non dimenticare nessuno; tutti  sono stati ugualmente preziosi per me, allo stesso modo; quasi certamente questa è stata la mia ultima partecipazione a gare di questo livello, senza tuttavia abbandonare la mia bici, dedicandomi a manifestazioni di kilometraggi più “umani”.

Non mancheranno i doverosi riconoscimenti dei suoi concittadini.

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